Monaco penultimo in Ligue 1, come giocherebbe senza le cessioni d’oro degli ultimi 3 anni
La Ligue 2 è un rischio e non sembra essere solo un avvio di stagione sbagliato. Quello che sta vivendo il Monaco in questo momento, è forse uno dei periodi più difficili a cui forse il club monegasco non viveva da tempo. Da quella retrocessione del 2010-2011, da cui poi riuscì a tirarsi fuori e risollevarsi solo due anni più tardi grazie al genio dei miracoli, Claudio Ranieri, che riportò la squadra in Ligue 1. A distanza di qualche anno la storia sembra ripetersi di nuovo. E dopo una semifinale di Champions raggiunta due stagioni fa e persa contro la Juventus, prima di giocare altrettanti gare importanti in Europa con Jardim in panchina, il Monaco quest'anno sembra precipitare sempre più in basso. Penultimo in campionato e con una squadra pesantemente penalizzata dalle cessioni delle ultime tre stagioni che non hanno trovato poi rimpiazzi altrettanti all'altezza. Certo, ci sono stati delle plusvalenza da paura, ma ad oggi quei giovani talenti rivenduti a peso d'oro alle big d'Europa, avrebbero fatto comodo per le sorti del club. Quanto ha guadagnato il club dalla loro cessione? Come avrebbe giocato oggi, in un ipotetico 11, il Monaco dei giocatori ceduti altrove? Vediamolo in un focus speciale dedicato alla squadra del Principato.
Le cessioni prima del 2016/2017 erano solo il preludio al peggio
La campagna acquisti faraonica dell’estate 2013, quando il patron miliardario del Monaco Dmitrij Rybolovlev investì 155 milioni per portare in biancorosso gente come Falcao, James e Moutinho, è un modello superato: adesso si investe sui giovani, si vince e si guadagna più di prima. A fare da spartiacque nelle strategie di mercato, il divorzio del secolo tra Rybolovlev e la moglie Elena (oltre 3 miliardi da pagare, poi ridotti) e i limiti imposti dal Fair Play finanziario.
I primi investimenti in uscita, arrivarono nella stagione 2014-15. A James Rodriguez basta una stagione di vetrina, con un Mondiale da protagonista in mezzo, per salutare e raggiungere i Galattici del Real Madrid. Il Monaco, che lo aveva preso dal Porto per circa 45 milioni di euro, ne incassa 75, realizzando una plusvalenza di 30 milioni in un solo anno.
La svolta con James Rodriguez
L'anno successivo, 2015/2016, Anthony Martial, a 19 anni, passa al Manchester United per 60 milioni di euro, Geoffrey Kondogbia all'Inter per 40 milioni circa, tra cartellino e bonus. Salutano anche Kurzawa (al Psg per 25 milioni), Abdennour (Valencia, 22 milioni), Carrasco (Atletico, 17 milioni) e Ocampos (il Marsiglia lo paga 7,5 milioni). Le entrate totali ammontano a 171,5 milioni, le plusvalenze a quasi 120.
Numeri pazzeschi per un club che stava valorizzando i propri giocatori anche grazie agli ottimi risultati raggiunti in Champions League. E così, mese dopo mese, dopo aver strappato un campionato ai galattici del Psg, la stagione 2016/2017 poi, non registrò folli investimenti in uscita, prima dell'incredibile mole di cessioni dei campionati successivi.
L'estate 2017 il Monaco come un jackpot
L'estate 2017, il Monaco, fresco di “scudetto” strappato al Psg e di semifinale di Champions (ancora fuori con la Juve) vide fruttare ancora una volta i propri investimenti fatti negli anni precedenti. Mendy, costato 13 milioni, e Bernardo Silva, pagato quasi 16, finiscono entrambi al City di Guardiola per la cifra record di 107,5 milioni complessivi. Bakayoko, arrivato dal Rennes per 8 milioni, passa al Chelsea per 44,5. Oggi è al Milan di Gattuso.
Le cessioni "minori" di Germain e Allan Saint-Maximin a Psg e Nizza fruttano 18 milioni in tutto. L’operazione Mbappé (che ufficialmente il Psg ha preso in prestito per ragioni di fair play e che è stata poi messa a bilancio in questo mercato) fa spavento: 180 milioni. Ecco perché i 32 milioni spesi per Keita (ceduto all'Inter quest'estate) e gli 11 per Jovetic sembrano l'ennesimo affare.
Ennesima svolta, ma questa volta davvero disastrosa
Un club di calcio come una fabbrica di guadagni. È il sogno di tanti presidenti ma a riuscirci, al momento è stato solo uno: Dmitrij Rybolovlev, patron del Monaco. Il club del Principato nelle ultime due stagioni è riuscito dunque ad incassare ben 550 milioni di euro dalle cessioni di calciatori. Nell'estate 2018, sono andati via nell'ordine: Lemar all'Atletico Madrid per 70 milioni di euro, Fabinho al Liverpool per 45, Kongolo all'Huddersfield per 20 e Ghezzal al Leicester per 14. Sempre all'Huddersfield, è passato anche Diakhaby per 10 senza considerare i 5 incassati dalla cessione di Joao Moutinho al Wolverhampton e il prestito di Keita Balde all'Inter per 2,5.
Un totale, considerando i restanti 135 incassati dal riscatto di Mpabbè dal Monaco, di 316,85 milioni. E in arrivo? Davvero poco. Henrichs per 20 milioni dal Leverkusen, Geubbels dal Lione, sempre per 20 e Golovin, il più importante, per 30, quelli degni di nota. Per un totale di 128 milioni di spesa. Ma la situazione in campionato è precipitata e la squadra si è trovata ben presto al penultimo posto in Ligue 1 con 7 punti.
Quale sarebbe stato l'11 titolare di queste ultime 3 stagioni?
Abbiamo dunque provato a riorganizzare l'11 di formazione che avrebbe potuto, dal punto di vista tecnico, fare le fortune del Monaco. In porta, ruolo in cui non ci sono stati questi grandissimi investimenti, abbiamo inserito Romero. L'ex Samp, oggi allo United. Difesa a 3 con Abdennour (oggi al Marsiglia) nel ruolo di centrale con Mendy e Kurzawa ai suoi lati. Nel 3-4-1-2 iniziale da destra a sinistra nel centrocampo fantasia c'è Carrasco con Fabinho (o Kondogbia) al centro e Bakayoko o Moutinho al suo fianco.
A sinistra la fantasia di Bernardo Silva pronto ad innescare le frecce dell'attacco: Mbappè e quel fenomeno di Lemar con Ocampos pronto a farlo rifiatare. Sulla trequarti? Un nome a caso: James Rodriguez. Oggi vero e autentico jolly d'attacco che la Juventus avrebbe messe nel mirino già dal prossimo mercato di gennaio.