Milan-Atalanta, risultato e pagelle commentate della quinta giornata di Serie A
Il Milan, al termine di una gara dai ritmi infernali, non riesce ad avere la meglio dell'Atalanta per un 2-2 al ‘Meazza’ che non consente, con ancora una gara da recuperare, ai rossoneri di spiccare il volo in classifica. Ma i meneghini, al di là del risultato e dell'assenza di 3 pesanti punti in cascina, contro comunque una squadra davvero ostica come quella bergamasca, possono avere qualche motivo per essere soddisfatti: per l’ennesima rete del ‘Pipita’ Higuain, per l’ennesima buona prestazione in termini di gioco proposto e per la reazione, dopo il pari atalantino, messa insieme da un collettivo che, malgrado un ottimo primo tempo, si vedeva costretto, al 54’, sull’1-1. Da rivedere, invece, la gestione della gara, il controllo della stessa ed alcuni aspetti della difesa che pare soffrire le punte, come Zapata, fortissime dal punto di vista atletico.
Dall’altra parte, da cancellare la prima porzione del match per Gasperini e compagni che, nei primi 45 giri di orologio, proprio, non l’hanno vista con una ripresa, invece, con i giusti cambi ed il contestuale calo fisico dei padroni di casa, all’altezza della situazione e di un avversario, quello di stasera, davvero in fiducia per una Atalanta, malgrado il recente trauma europeo, gagliarda e di sicuro sulla strada della ‘guarigione’.
Higuain letale, il ‘Pipita’ non si ferma più. La difesa orobica non può nulla
Pronti, via e gol. Trascorrono 133’ secondi, infatti, ed il ‘Pipita’ Higuain, che da domenica è il realizzatore unico del Milan, si sblocca e, con una sontuosa girata di prima intenzione di destro, fa vedere subito, in area di rigore, chi comanda.
Proprio come contro il Cagliari e giovedì sera contro i lussemburghesi del Dudelange.
Il #9 rossonero, complice anche il recente infortunio di Cutrone, dunque, s’è preso ufficialmente l’attacco del ‘Diavolo’ accantonando, al momento, il vestito da assistman, pure brillantemente sfoggiato in tandem con la giovane punta numero #63, con la Roma. L’attacco è di matrice argentina e lì davanti, il trittico difensivo dell’Atalanta, Toloi, Palomino, Masiello, balla al ritmo dell’ex Juventus che, con tocchi intelligenti, sponde, inserimenti senza palla e tiri precisi, porta tutti a scuola delineando i contorni di una prestazione, l’ennesima, da miglior centravanti della nostra Serie A, da top player in totale controllo delle sue qualità, in definitiva: da campione in fiducia.
Suso e Calhanoglu inarrestabili, le corsie sono rossonere
Castagne da una parte e Gosens dall’altra sono, almeno alla vigilia per Gasperini, due antidoti in fase passiva per cercare, se non di neutralizzare, almeno di limitare la qualità, il talento, la classe e la visione di gioco di Suso a destra (due assist per lui) e Calhanoglu a sinistra. Con loro due sugli esterni, infatti, l’intenzione è quella di creare una sorta di raddoppio in fase di non possesso, con il belga a destra ed il tedesco a sinistra a dare manforte a Toloi e Masiello, per poi sfruttare la propria gamba in transizione, nel momento di capovolgere il fronte offensivo. Missione però, malgrado le buone premesse, fallita con i due fluidificanti in totale balia del palleggio e della forza delle due ali rossonere capaci, specie nell’avvio super dei padroni di casa, di saltare l’uomo, creare superiorità numerica, palleggiare con i compagni, premiare le sovrapposizioni di Calabria e Ricardo Rodriguez e, pure, assistere al meglio la propria punta centrale, al secolo: Gonzalo Gerardo Higuain. Nella ripresa, col ‘diavolo' un po' affaticato, il duello si fa meno sbilanciato pro-Milan, ma la scelta dell'allenatore bergamasco non è comunque felice con, a parte in una sola occasione con Gosens, l'attacco ospite demandato, quasi esclusivamente, alle doti lì davanti di Rigoni, Gomez e Zapata.
De Roon ‘ripulisce’ palloni, Bonaventura spina nel fianco. Kessié si butta sempre nello spazio
Segreti di Pulcinella di un primo tempo di chiara matrice rossonera, due elementi che, quando girano al meglio, esaltano il collettivo lombardo. Parliamo, nello specifico, delle mezzeali Bonaventura e Kessié che, questa sera al ‘Meazza’, si sono disimpegnati davvero in maniera brillante.
Il primo, pungolato forse anche da una performance, quella col Cagliari, negativa, non sbaglia nulla, attacca a testa bassa, si propone in costruzione, ma anche senza palla per allargare la difesa con i suoi movimenti verso l’esterno, per poi vedersi, in una circostanza, annullato dal Var il gol del 2-0 e, in un’altra, respinti i propri sogni di gloria dal montante sinistro alle spalle di Gollini. Per un match, con un secondo tempo ugualmente esuberante, di assoluto livello, grazie anche ad un gol, quello del 2-1, di rapina, di pura voglia, da punta, da bomber vero. Il secondo, l’ivoriano proprio ex Atalanta, è quello di sempre, quel mastino della mediana cioè in grado di dare manforte ai suoi senza palla e, con la stessa intensità, di buttarsi sempre negli spazi per provare, come capitato a fine primo tempo, a trovare il gol, la gioia (spesso meritata) personale.
Il tutto, dinanzi ad un De Roon, di sicuro meglio di Freuler nella diga di centrocampo orobica, che prova come può a contrastare i palleggiatori del Milan riuscendo, in alcune occasioni, a bloccare la grandinata di palloni giocati dagli avversari di giornata.
Gasperini rivolta come un calzino la squadra, Zapata e Rigoni cambiano l’Atalanta
L’Atalanta, in totale confusione contro il Milan nella prima frazione di gioco, legge i primi 45’ con molto ottimismo anche perché lo svantaggio, nonostante l’enorme mole di gioco prodotta dai padroni di casa, è minimo: solo 1-0. E così, l’intervallo, è un momento nel quale ritrovare la giusta serenità ed analizzare le cose che, almeno nella parte iniziale, non sono andate nel verso giusto. Un momento, per sostituire gli uomini meno produttivi per talenti come Zapata e l’argentino Rigoni per il poco assistito Barrow e l’evanescente ex Pasalic.
E proprio questi due nuovi ingressi, con la complicità di un Milan diverso, più stanco, confezionano la reazione orobica e, pure, la rete dell’1-1 col #24 a suggerire per il colombiano che, poi, mette al centro per l’accorrente Gomez, chiuso, seppur in ritardo, da Calabria, per la marcatura del pareggio e l’azione che dà credibilità ad una Atalanta, alla vigilia, ancora troppo scossa dalla cocente eliminazione ai rigori dall’Europa League. Ma il loro contributo, vitale per il punto strappato a ‘San Siro', non si ferma certo all'1-1 con Zapata, ma soprattutto l'ex Zenit Rigoni, autentici trascinatori di una squadra, dopo la rete di Bonaventura, intenzionata a non lasciare sul campo i 3 punti agli avversari. E così, quasi allo scadere, il 24 argentino fa il miracolo e porta l'Atalanta sul 2-2 per un punto, vista la prima parte della gara, davvero insperato.
Tabellino e voti
Milan (4-3-3): #99 G. Donnarumma 6.5; #2 Calabria 6.5 (Dal 67’ Abate 6), #22 Musacchio 6, #13 Romagnoli 6+, #69 Rodriguez 6; #79 Kessié 6.5, #21 Biglia 6.5, #5 Bonaventura 7.5 (Dal 75’ Bakayoko 6); #8 Suso 7+, #9 Higuain 7, #10 Calhanoglu 6.5 (Dal 85’ Castillejo s.v.). A disposizione: #25 Reina, #90 A. Donnarumma; #20 Abate, #17 C. Zapata, #56 Simic; #93 Laxalt, #4 Mauri, #16 Bertolacci, #14 Bakayoko; #11 Borini, #7 Castillejo, #96 Tsadjout. Allenatore: Gennaro Ivan Gattuso 6.5
Atalanta (3-4-1-2): #95 Gollini 6-; #2 Toloi 5.5, #6 Palomino 5.5, #5 Masiello 6+; #21 Castagne 5.5, #15 De Roon 6+, #11 Freuler 5.5, #8 Gosens 5.5 (Dal 76’ Ilicic 6); #88 Pasalic 5 (Dal 46’ Rigoni 7); #10 Gomez 6.5, #99 Barrow 5 (Dal 46’ Zapata 7). A disposizione: #1 Berisha, #31 Rossi; #23 Mancini, #33 Hateboer, #53 Adnan, #19 Djimsiti, #72 Ilicic, #22 Pessina, #4 Valzania; #20 Tumminello, #91 D. Zapata, #24 Rigoni. Allenatore: Gian Piero Gasperini 6+