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Coraggio, Gattuso, al Milan Higuain e Cutrone possono coesistere. Ecco perché

La sfida con la Roma, soprattutto il gol di Cutrone su straordinario suggerimento di Higuain, apre nuove suggestioni tattiche nella mente di Gattuso: il Pipita e il #63 rossonero insieme dal primo minuto. Una prospettiva tutt’altro che azzardata con entrambi i calciatori, per caratteristiche e natura, compatibili e pronti a dare vita a un nuovo eccezionale attacco del ‘Diavolo’.
A cura di Salvatore Parente
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Nel giro di un anno il pianeta Milan ha subito un moto di rivoluzione straordinario, dalle incomprensioni di André Silva alle incertezze di Kalinic, si è passati alla qualità di Higuain ed al cinismo sotto porta di Cutrone. Un certo upgrade, non ce ne vogliano i neo spagnoli di Siviglia e Atletico Madrid, per un attacco, ora, davvero temibile e, pure, ricco di tante alternative, specie sulle corsie offensive con l’innesto di Castillejo e le conferme di Calhanoglu e Suso.

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Un attacco però che, ora, potrebbe, al di là dei tanti eventi in calendario, creare qualche difficoltà a mister Gattuso che, dopo la gara di venerdì contro la Roma, potrebbe essere costretto a rivedere le sue gerarchie, e magari, pure il suo collaudato sistema di gioco, per fare spazio al giovane attaccante italiano in coppia, ovviamente, col Pipita ex Napoli e Juve. Il ballottaggio, dunque, potrebbe ben presto trasformarsi in un tandem vincente e produttivo per una forza di fuoco, almeno in potenza, davvero importante. Una potenza nel pacchetto avanzato da sfruttare e da adattare per delle caratteristiche, morfologiche e di campo, quasi complementari al 100%.

Higuain più ‘10’, Cutrone più ‘9’ una convivenza possibile

Il gol contro la Roma, quello del definitivo 2-1 rossonero che ha steso la formazione di Di Francesco, ha dimostrato con tutta evidenza la capacità di entrambi i calciatori di coesistere nel reparto avanzato di mister Gattuso. Ora però, tocca spiegare come i due potrebbero giocare insieme sin dall’inizio, dal primo minuto di gioco.

E la tesi, quella della coesistenza fra l’argentino e l’italiano, si nutre soprattutto delle prerogative individuali dei due ragazzi, delle loro innate doti. Il #9, ovvero quello che almeno veste questo numero nel Milan, ed il #63 partono da premesse tecniche differenti: il primo, al netto dei tanti gol fatti in carriera pare, nel confronto, più un ‘10’, un suggeritore, uno bravo cioè a dialogare con i compagni e a mettere nelle migliori condizioni per calciare i propri colleghi di reparto, anche scendendo più basso sulla trequarti; il secondo, perfetto, tagliato per attaccare la profondità, dare fastidio agli avversari in fase di primo pressing, lottare davanti e far salire la propria squadra.

Insomma, due che, occupano la posizione di punta centrale ma che al tempo stesso potrebbero facilmente trovarsi bene, quasi in maniera complementare, come un mosaico con le sue tessere. Doppia punta, col sacrificio di qualche esterno (Suso?) e la consapevolezza di poter disporre di una coppia davvero temibile ed in grado, anche con stretti fraseggi fra loro, di poter sguarnire ogni difesa.

Non ci sono parole.. grande vittoria ragazzi❤️🔴⚫️ ⚽️#acmilan #milanroma

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Atteggiamento individuale diverso: cosi si diventa coppia affiatata

Certo, i due dovrebbero abbandonare la voglia di sfondare la porta e timbrare il cartellino in ogni singolo match sacrificando così il loro ego sull’altare di un attacco, per uno scopo più grande, molto complicato da leggere e da contrastare. Senza dimenticare l’esigenza, per questione di equilibri, di un certo pressing anche da parte loro con il Pipita, non più prima donna assoluta, a calarsi nei panni del leader della squadra ma anche del primo disturbatore della manovra avversaria.

I moduli per loro: 4-2-4 o 4-4-2

Per vederli insieme però, come detto, Gattuso dovrebbe rinunciare al suo navigatissimo 4-3-3 e pure fare qualche scongiuro con le due punte, utilizzate tre volte lo scorso anno, che hanno portato altrettante sconfitte contro Rijeka, Benevento e Arsenal.

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Un 4-3-3 che lascerebbe il posto al 4-2-4, rischioso in fase passiva, con due mediani forti a centrocampo come Bakayoko e Kessié al centro e due esterni come Calhanoglu e Suso o al 4-4-2, di sicuro più ordinato in difesa, con il sacrificio dello spagnolo ex Liverpool in favore della conferma sulla sinistra del numero #10 turco, con Bonaventura, trait d’union fra centrocampo e attacco, sulla destra.

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Soluzioni importanti, a cui vanno sommate quelle del 4-3-1-2 con Bonaventura o Bakayoko, Biglia e Kessié al centro, e Calhanoglu trequartista, e del 3-5-2 privo però, di tanta fantasia a sostegno e con Calhanoglu mezzala.

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