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Madrid aggiorna le linee di metropolitana per l’Europa: per il Real è la Decimotercera

Le 12 linee del servizio cittadino non bastano più alla squadra blanca per contenere lo strapotere e dopo aver piantato la bandierina del “madridismo” per dodici volte in giro per l’Europa il Real si è confermato vero e proprio “re” della massima competizione europea: 3 vittorie negli ultimi 3 tornei, 4 nelle ultime cinque edizioni. Zidane ha eguagliato Paisley e Ancelotti con 3 affermazioni in Champions mentre Perez ha messo nel mirino Bernabeu come presidente più vincente in Europa: un’epopea storica.
A cura di Vito Lamorte
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Da stanotte Madrid ha una linea di metropolitana in più e il capolinea aggiunto alla piantina europea del Real è Kiev: la Casa Blanca ha vinto la Decimotercera battendo per 3 a 1 il Liverpool all'Olimpijs'kyj grazie alla doppietta di Gareth Bale e al goal iniziale di Karim Benzema. Le 12 linee del servizio cittadino non bastano più alla squadra blanca per contenere questo strapotere e dopo aver piantato la bandierina del "madridismo" per dodici volte in giro per l'Europa (2 volte a Parigi, Glasgow e Bruxelles e una volta a Madrid, Stoccarda, Amsterdam, Lisbona, Milano, Cardiff e Kiev), il Real si è confermato vero e proprio "re" della massima competizione europea: 3 vittorie negli ultimi 3 tornei, 4 nelle ultime cinque edizioni e a dispetto di quanto veniva sussurrato qualche anno fa, con vari editoriali che facevano riferimento alla fortuna (3 anni di fila, certo!) e alla facilità di gestire un gruppo di calciatori del genere, questa squadra sta riscrivendo un'epopea che fa ritornare in mente il periodo migliore e più florido del club di Chamartìn (5 Coppe dei Campioni consecutive) ma con uomini e qualità molto diverse.

Un gruppo che non è cambiato tanto da Lisbona e che, dopo l'ottima gestione di Ancelotti, ha visto come primo leader l'uomo in panchina, ovvero Zinedine  Zidane. Tra le due parentesi ci fu il periodo di Rafa Benítez ma dalle parti di Valdebebas preferiscono non ricordarlo e da Sergio Ramos a Cristiano Ronaldo, passando per Luka Modric e Toni Kroos fino Karim Benzema hanno tutti dato il loro contributo per quest'impresa grandiosa. Spesso ci sono stati episodi non proprio chiari a favore dei merengues (lo stesso Marcelo ha ammesso di aver commesso fallo di mano contro il Bayern nella semi di ritorno) ma questa continuità e questo modo di interpretare le gare in casa e fuori, cambiando pelle e mentalità a seconda dell'avversario fa capire come il pragmatismo e la voglia di vincere a volte possano essere messe davanti alla raccolta di "figurine" e alla ricerca del "bel gioco" a tutti i costi che è costato caro a diversi allenatori proprio dalle parti del Santiago Bernabeu.

Con la vittoria di Kiev ai danni del Liverpool il Real si è preso la rivincita sulla finale del 1981 e ha permesso a Cristiano Ronaldo, che ha fatto tremare tutti con le sue dichiarazioni post gara, di diventare il primo giocatore a vincere cinque finali di UEFA Champions League: nella scorsa stagione il portoghese aveva eguagliato Andrés Iniesta e Clarence Seedorf ed è diventato il terzo giocatore a vincere la competizione quattro volte dal 1992/93. Il 33enne fuoriclasse dei Blancos ha sollevato al cielo il quinto trofeo dopo aver vinto per la prima volta nel 2008 con il Manchester United.

C'è da sottolineare che l'ennesimo traguardo di Florentino Perez che nelle due gestioni alla guida del Real Madrid ha vinto 5 Champions League e ha eguagliato il numero di vittorie di Silvio Berlusconi, che da presidente ha trionfato con il Milan (1989, 1990, 1994, 2003 e 2007). Adesso Perez vorrebbe mettere nel mirino il record del mito e mai dimenticato Santiago Bernabeu, che vinse 6 volte il trofeo più importante d'Europa da numero uno del Real Madrid.

Zidane come Paisley (e Ancelotti)

Tutto questo è nato dall'arrivo di Zinedine Zidane sulla panchina al posto di Benitez: con l'affermazione di stasera l'allenatore francese ha vinto tre Champions League come Bob Paisley e Carlo Ancelotti, ha superato Luis Molowny e si è posizionato dietro Miguel Muñoz. In solo due anni e mezzo da allenatore nel calcio vero, prima era tecnico del Castilla in Segunda B, Zidane ha ottenuto a Kiev la sua terza Champions consecutiva ed è entrato nell'olimpo dei trainer europei come il britannico e il neo allenatore del Napoli: Paisley ha vinto tutti e tre i suoi titoli (1977, 1978 e 1981) alla guida del Liverpool ma ha impiegato sette stagioni per raggiungere questa tripletta mentre Ancelotti ci ha messo qualche anno in più dopo i trionfi  del 2002/2003 e 2006/2007 con il Milan e quello del 2013/2014 con il Real Madrid.

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Tra i numerosi tornei che Zidane ha giocato, e vinto, come allenatore dei Blancos la Champions League si è distinta come la sua preferita e i risultati sono chiari: da quando ha preso in mano la squadra nel gennaio 2016 il Real ha superato le nove eliminatorie e tre finali in maniera indenne.

Zizou ha sollevato il suo nono titolo del 13 tornei disputati, rimpinguando la sua personale bacheca: il tecnico francese ha una percentuale di successo del 69,2% grazie alla quale ha già superato Luis Molowny, che ha messo a referto otto titoli, e che lo mette in scia di Miguel Muñoz, che ha vinto 14 trofei.

Non ha mai goduto di grandi simpatie nella critica sportiva continentale per il suo potere politico ed economico ma, probabilmente, mai come oggi bisognerebbe rendere omaggio ad una squadra che ha fatto la storia con la vittoria di ieri e capire come e se il Real Madrid sarà di nuovo tra le pretendenti per la prossima Champions League.

Historia que tú hiciste
Historia por hacer
Porque nadie resiste
Tus ganas de vencer
(Hala Madrid, Manuel Jabois/Nadir Khayat)

https://youtu.be/T85SekrIp0w
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