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Le parole di Marotta e le lacrime di Wanda Nara: ora si riparte, ognuno al proprio posto

“Con tutto il rispetto per Wanda, ma il nostro unico interlocutore è Mauro Icardi. Nulla di personale, tutto è stato fatto anche per il bene di Mauro”. Così, durante la diretta di ‘Tiki Taka’ l’ad nerazzurro ha messo la parola fine alla questione. Ma servirà un ultimo doveroso passo: il chiarimento coi compagni di spogliatoio.
A cura di Alessio Pediglieri
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Parola d'ordine, distensione. Nella grande famiglia nerazzurra non si ha più il tempo, la forza o l'intenzione di proseguire sui binari della querelle club-Icardi-Wanda Nara. Ieri sera, in diretta nella trasmissione Mediaset Tiki Taka dove la moglie di Maurito è opinionista fissa, è stata posta la parola fine alla vicenda. Dalla stessa moglie-procuratrice, dall'intervento telefonico dell'ad interista Beppe Marotta e dagli altri ospiti presenti, tra cui diversi ex calciatori che masticano da sempre il ‘linguaggio' del calcio.

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Basta chiacchiere, ognuno torni al proprio posto e si pensi a lavorare e a concentrarsi sugli obiettivi. Il resto, tutto il resto viene dopo. E' stato il messaggio offerto direttamente da Marotta, intervenuto al telefono dopo le lacrime di Wanda Nara in diretta ("Ho visto Wanda piangere e me ne dispiaccio molto"). Ma la posizione della società è stata ribadita dall'ad nerazzurro sottolineando come tutto possa rientrare nei ranghi a patto che tutti lavorino nel rispetto dei propri ruoli.

La grande famiglia nerazzurra

Dunque, si può intravvedere qualche raggio di sole e forse anche il ginocchio di Mauro Icardi ne troverà beneficio. Wanda Nara ha dato la propria opinione, ricordando quanto Mauro Icardi abbia fatto all'Inter, quanto il club sia una famiglia importante, "dalla quale non abbiamo nessuna voglia di dividerci". Anche il tema ‘contratto' è passato in secondo piano, venendo escluso quale motivazione delle decisioni prese dalla società nei confronti del giocatore ("del rinnovo se ne parlerà, non è questo il momento").

Il messaggio di Marotta

Dunque, quali sono stati i reali motivi che si celano dietro la dura linea del club nerazzurro? In parte li ha rivelati Marotta senza entrare nello specifico, davanti ad una platea televisiva e in un contesto in cui non si possono lavare i panni sporchi. Che sono tanti. Perchè l'ad è stato intelligente a utilizzare il bastone e la carota con Wanda, rispettandola nella duplice veste di moglie e procuratrice. La pietra miliare, tra una carezza e un buffetto ("non c'è nulla di personale, non è una punizione disciplinare, è semplicemente una scelta dettata da esigenze a tutela della società") è stata una frase forse passata quasi inosservata: "Con tutto il rispetto per Wanda, ricordo però che il nostro solo e unico interlocutore finale è Mauro Icardi".

Le regole dello spogliatoio

Da qui si deve ripartire, dando un colpo di spugna e accettando la volontà del club come un dato di fatto, non un argomento su cui discutere. Dopotutto le profonde ragioni che hanno portato la società ad un gesto così clamoroso (e per alcuni versi anche autolesivo) le conoscono unicamente i diretti interessati. Ma qualcosa di vero è stato anche sottolineato dai presenti che di calcio ne capiscono eccome, avendolo vissuto e giocato per decenni, come Riccardo Ferri e Ciro Ferrara. All'unisono i due ex giocatori hanno indicato l'unica strada che adesso Icardi dovrà percorrere: chiudersi nello spogliatoio e parlare viso a viso con i propri compagni. Senza allenatore, senza filtri della società, da uomini veri. Anche chiedendo scusa o dovendo dare spiegazioni. Perchè la prima regola dello spogliatoio è: non parlare mai dello spogliatoio. Una lezione che Wanda ha sicuramente imparato.

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