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Juventus-Inter, un derby d’Italia che vale una stagione: il big match in duelli e numeri

Dalle sfide individuali, come quella CR7-Icardi, ai diversi moduli proposti dai due allenatori passando per le simili caratteristiche di gioco ed i numeri, di prima fascia, di entrambe le squadre, ecco tutto quello che c’è da sapere sul big match dell’Allianz Stadium di questa sera fra Juventus e Inter.
A cura di Salvatore Parente
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L’86esimo derby d’Italia in scena a Torino potrebbe valere una stagione. Non tanto per le due squadre, che viaggiano su diversi binari ed inseguono differenti obiettivi, quanto per l’intero campionato con il turno in questione, il quindicesimo, decisivo per gli scenari futuri dell’intera Serie A. Se i bianconeri vincono, infatti, il campionato pare già chiuso, specie perché nessuna big poi sarebbe stata capace di fermare la corazzata di Allegri, se i nerazzurri ottengono lo scalpo della ‘Vecchia Signora, che manca dal 2012 in trasferta, invece, col Napoli impegnato poi col Frosinone, lotta al vertice riaperta. Insomma, c’è in campo una rivalità antica, atavica, due visioni di gioco e filosofie discordanti ma anche tante altre connotazioni che vanno oltre la super partita di questa sera.

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Cristiano Ronaldo contro Mauro Icardi, Spalletti contro Allegri, il 4-3-3 piemontese contro il 4-2-3-1 meneghino, la forza dei singoli contro la somma delle individualità per un match davvero intenso, avvincente e che, di sicuro, appassionerà milioni di tifosi anche perché, come detto, tutti, anche i supporters partenopei, saranno spettatori interessati del derby d’Italia.

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Moduli a confronto: 4-3-3 vs 4-2-3-1

Juventus contro Inter significa anche 4-3-3 contro 4-2-3-1, l’esaltazione del gioco in verticale e dell’ampiezza e gli attacchi che convergono al centro per premiare la punta mettendola nelle migliori condizioni per andare in gol. Dieci quelli di Cristiano Ronaldo, otto quelli di Mauro Icardi. Ma la sfida di stasera è anche la partita dei differenti modi di approcciare, tatticamente, la stagione con la Juventus maggiormente in grado di indossare più sistemi di gioco rispetto ad una Inter, quasi, monolitica. Oltre al 4-3-3, infatti, la ‘Vecchia Signora’ è scesa spesso in campo anche col 4-4-2, il 3-4-2-1 e, nello specifico contro il Chievo, col 4-2-3-1, dimostrando una versatilità ed una completezza in termini di rosa a disposizione disarmante. Ma se i bianconeri evidenziano una certa polivalenza, i nerazzurri rispondono con la solidità di un manuale, quello del 4-2-3-1, recitato a memoria e che, ormai, è stato impiegato in ben 51 dei 59 incontri di marca spallettiana.

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Per due moduli dai diversi numeri ma molto simili nell’applicazione e nell’impostazione offensiva con, al di là della discrepanza del numero di uomini impiegati nel mezzo, la stessa voglia di attaccare la porta avversaria e lo spazio, con l’esigenza di sfruttare al massimo le corsie laterali ed un esteso coinvolgimento degli esterni d’attacco.

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I numeri di Juventus e Inter: statistiche da vertice per entrambe

I numeri della sfida ci parlano di una partita davvero bellissima dal sapore del vertice alto della classifica. Non solo in termini di punti con ben 40 lunghezze per la Juventus e 29 per l’Inter, ma anche in tema di cifre statistiche messe a referto con entrambe le squadre a primeggiare in vari aspetti di questa nostra massima serie. Come, ad esempio, nel computo dei gol realizzati con Juventus (31) e Inter (27) rispettivamente migliore e terzo miglior attacco del campionato, degli assist vincenti, con le posizioni che si invertono con bianconeri sul terzo gradino del podio, a quota 17, e nerazzurri in vetta, a quota 18, nel preciso fondamentale dei cross, con ben 274 traversoni utili in due (appaiate in testa), nei corner conquistati, con i ragazzi di Allegri e di Spalletti primissimi con 208 angoli in archivio, o nei tiri con entrambe le squadra, in media, a non scendere mai sotto il muro delle 17 conclusioni per partita (17 per l’Inter, 19.3 per la Juve).

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Insomma, un gara di cartello a tutti gli effetti con tanti numeri che palesano la voglia delle squadre, nel corso del campionato, di affermare la propria forza, il proprio ritmo ed il proprio gioco con ambedue le formazioni, pure, a guardare tutti dall’alto verso il basso anche in sede di possesso palla: 57,3% Juventus (602 passaggi per gara), 56,3 Inter (592 tocchi per gara). Senza dimenticare la loro abilità di schermare al meglio le porte di Szczesny e Handanovic, agli ultimi posti per parate effettuate con 77 interventi in due, i soli 12 tiri di media subiti (12 Inter, 9.3 Juventus), la prima e la seconda miglior retroguardia del torneo (8 reti subite per la Juve, 12 per l’Inter) ed un modo di interpretare il dinamismo e la corsa del tutto opposto: bianconeri undicesimi con soli 107 km di media percorsi per partita e interisti quinti con 110 Km per match.

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CR7 contro Icardi, manovra contro rapacità in area di rigore: è derby del gol

Quando si parla di Juventus-Inter, si parla anche di grandi duelli individuali, in ogni singolo reparto. La battaglia è senza quartiere e non conosce tregue o ostacoli, specie di ruoli: Szczesny contro Handanovic, l’ex Joao Cancelo contro Vrsaljko, Pjanic contro Brozovic, Dybala contro Perisic e, poi, inevitabilmente, Cristiano Ronaldo contro Mauro Icardi. Due dei migliori attaccanti del campionato, due dei migliori bomber d’Europa che, insieme, hanno realizzato qualcosa come 739 reti in 1043 partite. Un vasto giacimento di gol e che, forse solo in parte, rivela le potenzialità di questi due principi del gol.

Due calciatori differenti per impostazione ma anche per interpretazione della gara ma che comunque sono sempre decisivi sotto porta. Il primo, il padrone di casa, il Pallone d’Oro mancato, partecipa a tutto campo allo sviluppo ed anche alla concretizzazione della manovra; il secondo, l’ospite, lo sfidante, che pure ha già fatto male alla ‘Vecchia Signora’ con ben otto segnature in 10 scontri, fa da boa, tiene vivo il reparto da solo, fa a sportellate con tutti e, irrimediabilmente, anche con pochissimi tocchi in partita, segna, gonfia la rete e risolve le contese.

Due autentici fenomeni, due capitani coraggiosi dell’attacco, due leader tecnici e carismatici ma anche due dei principali motivi di questa immensa, spettacolare, infinita sfida fra Juventus e Inter, parte fondamentale dell’aristocrazia del calcio nostrano.

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