Juventus, cosa si sono detti al telefono Cristiano Ronaldo e Andrea Agnelli
E' il colpo del secolo. Cristiano Ronaldo alla Juventus è la trattativa epocale nella storia del calciomercato, del Real Madri e della Juventus, dello stesso calciatore che si prepara a vivere la quarta era della propria carriera: gli inizi allo Sporting Lisbona, il trasferimento e l'exploit al Manchester United, la consacrazione in Spagna e adesso "la nuova, brillante sfida" (come l'ha definita il suo agente, Jorge Mendes) a Torino. L'attesa è spasmodica, tanto in Spagna quanto in Italia. E non è solo il popolo di fede juventina che aspetta un sì, chiaro e definitivo, perché rivedere finalmente in Serie A un campione assoluto come il portoghese accenderebbe di nuovo i riflettori sul torneo tricolore che da tempo non vantava assi del genere.

La cosiddetta exit-strategy è pronta. Da un lato c'è il presidente dei blancos, Florentino Perez, che vorrebbe dire addio a CR7 in grande stile, allestendo una cerimonia leggendaria che coinvolga emotivamente tutto l'ambiente e spazzi via l'idea dello strappo e del rapporto logorato che s'è fatta largo nelle ultime settimane. Dall'altro c'è il massimo dirigente dei bianconeri, la Famiglia Agnelli, che è scesa direttamente in campo per regalarsi una delle due stelle del calcio continentale degli ultimi anni. Cinque Palloni d'Oro e una serie infinita di record battuti (assieme ai trofei conquistati) dovrebbero ‘bastare' per tentare l'assalto decisivo a quella Champions solo sfiorata in due occasioni: nel 2015 a Berlino e nel 2017 a Cardiff, quest'ultima proprio contro CR7.

Contatto telefonico, cosa si sono detti Cristiano Ronaldo e Andrea Agnelli. Il quotidiano sportivo ‘Marca' ha aggiunto anche questo retroscena al racconto fatto, passo dopo passo, sulla trattativa che può segnare la fine dell'esperienza del portoghese a Madrid chiarendo come il numero uno della ‘vecchia signora' abbia intuito benissimo quale sia lo stato d'animo attuale di Ronaldo che adora sentirsi al centro dell'attenzione. Ma non è questione di narcisismo, semmai di estrema delusione per l'idea di campione sul viale del tramonto trasmessa dalla svalutazione della sua clausola da 1 miliardo di euro fino alla cifra di 100 milioni. Con il presidente juventino ci sarebbero state ben 28 telefonate nelle ultime settimane.
La carta d'identità dice che ha 33 anni… nulla rispetto all'età biologica che fa di lui un ragazzino di 23 anni, nulla rispetto alla consapevolezza di essere un grande campione e soprattutto pronto a rimettersi in gioco per vincere in un'altra squadra dopo averlo fatto a Manchester e con le merengues. Ecco sono questi gli argomenti che il presidente avrebbe utilizzato (oltre al contratto da 30 milioni netti per 4 anni) non per blandire CR7 ma per fargli capire che a Torino – se al Bernabeu non è più così – può ancora sentirsi un idolo e un fuoriclasse assoluto.