Italia, pagelle positive dopo 2 gare. Aspettando Grecia e Bosnia
Dopo la Finlandia battuto pure il Lichtenstein per una Nazionale in grado di accumulare 6 lunghezze nel suo girone e partire col piede giusto in questo suo percorso che porta, inevitabilmente, a Euro 2020. Appuntamento, dopo il clamoroso fallimento del mondiale 2018, da non sbagliare. Per alcun motivo. E, stando a queste due iniziali sfide internazionali, l’Italia pare attrezzata e soprattutto mentalizzata sull’obiettivo da raggiungere.
Un obiettivo alla portata e che potrebbe consegnare, lungo il tragitto, una selezione più matura, pronta e capace di scontrarsi ad armi pari con le big del ‘vecchio continente’. Ma non andiamo troppo oltre con voli pindarici. È tempo di tracciare un primo bilancio sulla formazione azzurra e su questa sua prima tranche di gare, di certo non irresistibili, per il passaggio del turno e la conquista del pass per l’europeo itinerante del prossimo anno, con le pagelle di questo avvio di Gruppo J che vede, oltre a Lichtenstein e Finlandia, anche Bosnia, Grecia e Armenia.
Mancini, partenza sprint. Gol, entusiasmo e forze fresche
Fra i protagonisti assoluti di questa breve campagna azzurra non può non esserci il condottiero, la mente, l'ideologo di questa nuova avventura italiana: il commissario tecnico Roberto Mancini. Il Mancio, al netto di un gioco, specie con la Finlandia, un pizzico meno brillante delle ultime uscite, le numerose assenze però in parte lo esentano da giudizi troppo severi, in un colpo solo guadagna 6 punti, supera il mal di gol con 8 reti totali, convoca i giovani (18 esordienti in 11 uscite) e li fa giocare. E loro, si fanno trovare pronti. Insomma, in poche ore ecco evidenziata la summa, la strategia del nuovo corso manciniano che guarda al futuro, mette fieno in cascina per il presente e sa leggere al meglio i temi del campionato. La convocazione di Quagliarella, con due gol, chioccia letale sotto porta del gruppo, docet. La strada è ancora lunga ma le premesse sono davvero eccellenti. In attesa degli esami di maturità del prossimo giugno contro Grecia e Bosnia.
Barella-Kean: ottime notizie…anzi, conferme
Non c'è più alcun timore, bisogna ripartire dalle giovani, promettenti e con grandi potenzialità risorse a disposizione. Il Mancio lo sa e mette in pratica. E trova, in due pedine molto futuribili, Barella e Kean, due chiavi di volta di questo segmento, di questa finestra europea. Con vista sull'Europeo Under 21 di giugno ed un orizzonte importante. Entrambi decisivi contro la Finlandia ma pure emblemi di una rivoluzione verde molto produttiva, qui e oggi. Il primo, giganteggia sulla mediana e trova il punto dell'1-0 contro gli scandinavi, siglando una rete dall'immenso valore anche per la sua terra, con un gol cagliaritano (poi bissato da Pavoletti) atteso dal lontano 2013, quando a segnare fu il compianto Astori in Confederations Cup.
Il secondo, invece, con la sua fisicità e la sua freschezza, interpreta al meglio il ruolo di punta mobile, a tratti esterno a sinistra, garantisce pericolosità per poi firmare il 2-0 che sa di sigillo ma anche di storia. Il 2000 della Juventus, primo millennial a esordire in Serie A, in Champions League, a realizzare una marcatura nel nostro massimo campionato, a segnare con la casacca dell’Under 21 e a debuttare nella nazionale maggiore diventa, contro Pukki e soci, a 19 anni e 23 giorni, il secondo più giovane realizzatore con la casacca azzurra. Meglio di Rivera e ad un passo dall’assoluto primatista Nicolé in gol a 18 anni e 258 giorni, ma nel novembre del 1958. E poi, pochi giorni più tardi, il nativo di Vercelli bissa la segnatura di Udine ribadendo la sua presenza nella gerarchia, e negli annali, del calcio nostrano: nessuno alla sua età ha mai siglato gol in due gare di fila con l'Italia dei grandi.
Praticità e duttilità, potenza e freddezza sotto porta, sacrificio e voglia per un pacchetto completo che, all’ombra di CR7 nella sua Juventus e con la prospettiva, suggerita dallo stesso Ct, di giocare con Balotelli, promette bene, molto bene.
Verratti sicurezza e qualità sulla mediana, Sensi mezzala goleador
Sulla mediana, oltre ad un ordinatissimo Jorginho, c'è un Verratti versione extra lusso. Lui, che con l'azzurro non ha mai avuto un rapporto idilliaco, con la cura Mancini sta diventando una assoluta sicurezza. Libero da ruoli eminentemente di regia, il centrocampista/tuttocampista del Paris Saint Germain si spinge in avanti, cerca glorie personali, e le trova pure, vedi il raddoppio di stasera, e cuce gioco con estrema facilità regalando sprazzi di classe e di qualità assoluti. Del resto, i centrali di difesa, in questa full immersion europea, Bonucci, Romagnoli e poi Chiellini e Izzo, mettono in banca il pallone cedendolo volentieri all'ex Pescara. Che, in una nazionale dalla media età di 24.6 anni, ci sta proprio a pennello. Ottimo il suo rendimento.
Sempre sulla mediana, in sostituzione di Barella col Lichtenstein, Sensi troneggia nel centro nevralgico del campo. E lo fa con personalità, entusiasmo, voglia e costanza. E lui pure, non propriamente in playmaking, si concede sortite in attacco. Come, ad esempio, il colpo di testa che sblocca il match contro gli uomini di Kolvidsson e che lo elegge fra le numerose notizie positive di questo primo round di qualificazione.
Quagliarella fa la storia, Berna vale la #10
Ma la storia non è solo yuong, anzi. Stasera, dopo le due grossissime occasioni contro la Finlandia, bravo Hradecky in un caso e sfortunato Quagliarella a colpire la traversa nell’altro, l’asso di Castellammare di Stabia trova la rete, anzi due, e si consegna nel libro dei record azzurri. Con le due firme al Lichtenstein, il sampdoriano si laurea cannoniere più anziano dell’Italia in 815 gare complessive riuscendo a gonfiare la rete avversaria a quota 36 anni e 54 giorni.
E, con questa freschezza, lucidità e continuità in campionato, questa sua presenza nella rosa azzurra potrebbe non essere una insolita eccezione. Come pure non sarà una eccezione la presenza nei convocati del #10 designato Bernardeschi capace, anche a causa degli infortuni di Insigne e Chiesa, di caricarsi la squadra sulle spalle con la Finlandia e dimostrare di poter meritare titolarità ed una delle casacche più pesanti della storia del gioco: la #10 dell’Italia.
Biraghi ordinario, Spinazzola a tutto gas. Immobile ancora a secco stante l’assist per Kean
Unici punti interrogativi, non certo sonore bocciature, provengono da due elementi non ancora a loro agio nel contesto manciniano.
Biraghi, ordinario e senza sbavature, né grossi acuti contro la Finlandia, con un posto a rischio con uno Spinazzola così in palla, come di recente dimostrato con la Juve in Champions, ed un Immobile incapace, stante il prezioso e sontuoso assist per Kean nel secondo tempo della sfida di sabato, di esorcizzare la maledizione azzurra che, ora, lo vede a quota otto gare di fila senza un suo graffio in zona gol. Una sorta di estremo paradosso per uno dei migliori cannonieri europei in circolazione negli ultimi anni.
Prossimi impegni continentali dell'Italia del Mancio: a giugno Grecia e Bosnia
Eppure, prima di abbandonarci a qualsiasi euforia, dettata dall'estrema profondità, dall'ampia rosa di scelte del Ct e dai grandi segnali sin qui giunti a Coverciano e dintorni, c'è da capire il grado di compattezza, qualità e forza raggiunte dalla nostra selezione. Per farlo, ci attendono gli impegni del prossimo giugno con Grecia prima, ad Atene l'8 giugno alle ore 20.45, e Bosnia poi, tre giorni più tardi, l'11 giugno a Torino, a restituire l'effettivo valore di una squadra, comunque, in forte ascesa.
- Grecia-Italia 8 giugno ad Atene
- Italia-Bosnia 11 giugno a Torino