Inter in scia di Napoli e Juve, crollo Milan. Promossi e bocciati della 6a giornata
Col posticipo serale fra Fiorentina ed Atalanta termina ufficialmente il sesto turno della Serie A. Un turno, un capitolo del libro del massimo campionato (il 116esimo della storia) ricco di episodi di straordinaria importanza e messaggi eloquenti in vista del prosieguo del torneo col successo delle big Roma, Napoli, Juventus, Inter e Lazio, l’imprevisto stop del Milan, contro una sorprendente Sampdoria ancora imbattuta, ma anche le pesanti sconfitte, nelle zone calde della classifica, di Benevento e Verona.
Una due giorni colma di emozioni, storie e giocate spettacolari che andiamo a riassumere con l’analisi dei promossi, rimandati e bocciati di questo weekend di calcio italiano.
Promossi
Roma in scioltezza ecco la settimana perfetta
L'anticipo delle 15 e dunque la maratona della sesta giornata si è aperta con uno scontatissimo Roma-Udinese con i giallorossi in grado di raccogliere la terza vittoria consecutiva siglando così la settimana perfetta. Dopo i successi in scioltezza contro Verona (3-0) e Benevento (0-4) di domenica scorsa e del turno infrasettimanale, infatti, la compagine capitolina al netto dei 4 cambi di formazione, ha ottenuto la terza affermazione su tre gare disputate negli ultimi 7 giorni con un netto 3-1 ai danni dei mediocri friulani. Basti pensare che, già a inizio ripresa, il punteggio parziale era di 3 reti a 0 con doppietta del redivivo El Shaarawy e del "solito" Dzeko.
Il tutto, con buona ma non di certo eccezionale prestazione. Eppure, questi 3 punti, in attesa della lunga trasferta di Baku col Qarabag, diventano carburante di grande valore per le motivazioni dei romani oltre che acqua sul fuoco dopo le polemiche piovute all'indirizzo di Di Francesco al termine dell Ko interno con l'Inter e del timido pari con l'Atletico Madrid in Europa. Una promozione importante ma che va testata anche in virtù dei prossimi impegni con, prima della sosta per le nazionali, l'impegno continentale in Azerbaigian ma, soprattutto, il big match di domenica prossima contro il Milan di Montella.
Vittoria sofferta ma che numeri per il Napoli
La promozione odierna degli azzurri non è piena come ormai accade da qualche tempo con i partenopei a rischio pari in casa della Spal nella sfida di Ferrara delle 18. Gli uomini di Sarri, pure loro con 4 calciatori diversi nell’undici titolare rispetto alla sfida vinta contro la Lazio, infatti, riescono ad avere la meglio della banda Semplici solo al termine di una partita che gli episodi hanno contribuito a rendere equilibrata fino alla rete all’83’ dell’algerino Ghoulam. Una sfida che ha visto il Napoli, come di consueto, macinare gioco con 21 tiri totali, il 60% di possesso palla, 12 tiri in porta, 3 grandi occasioni gol e 635 passaggi fatti ma anche un match che ha evidenziato problemi di attenzione con due svarioni, di reparto il primo e di Reina il secondo, che hanno messo in seria discussione i 3 punti del “Mazza”.
Eppure, se lato prestazione gli errori, individuali e di reparto, commessi non regalano troppe ore tranquille all’allenatore toscano, con in più la preoccupazione per la presunta rottura dei legamenti del ginocchio destro dello sfortunato bomber polacco Milik, questo Napoli non può non essere considerato l’Anti-Juve dopo aver ottenuto, in continuità con lo scorso anno, l’undicesimo successo di fila, il record ogni epoca di miglior avvio con 6 trionfi su 6, il primato di affermazioni consecutive esterne all-time a quota 7 ed aver eguagliato i 18 risultati utili (ultima sconfitta il 25 febbraio scorso con l’Atalanta in casa poi 16 affermazioni e 2 pari) stabiliti per la prima volta dal Napoli di Maradona nel 1989. Insomma, i numeri, al di là del rendimento di Ferrara, eleggono gli azzurri squadra da battere in attesa dell’esiziale scontro fra titani del 1 dicembre al San Paolo fra Juventus e Napoli.
Juventus, noblesse oblige
Sarebbe dovuta essere la partita fra il popolo e quelli lì. Queste le parole, in sede di presentazione della gara, del tecnico del Toro Mihajlovic. Quelli lì, quelli che vincono il campionato da 6 anni a questa parte hanno dimostrato però che, senza tema di smentita, la nobiltà, malgrado i tentativi rivoluzionari, i sommovimenti popolari più di pancia che di testa e organizzazione, trionfa con i propri gioielli e la propria estrema ricchezza. Una ricchezza che si riverbera nel parco giocatori bianconero ma anche nella voglia di questi interpreti di fare proprio il derby della Mole e rispedire al mittente le velleità granata.
E così, Dybala e compagni aggrediscono da subito la preda attaccando i portatori del Torino costringendoli a perdere palloni sanguinosi e a smarrire ogni certezza faticosamente costruita nelle prime giornate di campionato. Il risultato? 2-0 ed un uomo in più, per l’espulsione di Baselli nel solo primo tempo con una ripresa chiusa sul 4-0 e con la solita grinta a tinte bianconere. Insomma, noblesse oblige, Juve in testa in attesa della già decisiva sfida interna con l’Olympiakos.
Inter, brutta ma vincente. La resilienza paga ancora dividendi
Il campanello d’allarme suonato martedì sera al Dall’Ara, in termini di prestazione, non è stato risolto, del resto il tempo a disposizione non era molto, con una sfida, quella odierna, davvero poco intensa, avvincente e spettacolare da parte dell’Inter. I nerazzurri, infatti, imbrigliati dall’estrema preparazione tattica del “Grifone” hanno avuto la meglio degli avversari solo all’87’ con una rete su corner del terzino D’Ambrosio. Una rete che conferma le ambizioni dei lombardi, plausibile terzo incomodo nella lotta scudetto fra Juve e Napoli, conferma la “Zona Inter” con ben 8 reti su 12 arrivate nei 15’ minuti di gioco finale e elegge la compagine meneghina nel novero delle grandi del nostro campionato. Quelle, per intenderci, che, pur non sfoderando un gioco brillante, portano a casa i 3 punti.
Rimandati
Okwonkwo castiga il Sassuolo, neroverdi ancora lontani dai diktat di Bucchi
Il Sassuolo conferma il suo avvio di stagione altalenante con la seconda sconfitta consecutiva in casa, dopo quella rimediata con la Juventus 7 giorni fa, nel derby emiliano col Bologna. Una battuta d’arresto inattesa ma che, nel computo generale del match, ci sta eccome con gli uomini di Donadoni che, specie nella seconda frazione di gioco, hanno imposto il loro gioco e messo alle corde i neroverdi. In più, l’espulsione, per somma di ammonizioni, di capitan Magnanelli ha complicato ancora la contesa dei suoi con la rete decisiva arrivata al 90’ grazie al giovane Okwonkwo. Una brutta sconfitta che stoppa il processo di assimilazione dei progetto, del disegno tecnico di mister Bucchi e rimanda, ai prossimi incontri, il giudizio su questo Sassuolo post-Di Francesco.
Il Cagliari non si sblocca, il Chievo ne approfitta
Pavoletti non c’è, affaticamento muscolare per lui, e il Cagliari non riesce a sopperire alla propria siccità offensiva con i sardi che pur costruendo diverse palle gol, non vanno in rete contro un ordinato Chievo. Così, con l’assenza della segnatura fra le mura amiche da 237’ minuti di gioco, dalla rete di Sau all’esordio assoluto della Sardegna Arena del 10 settembre scorso, i rossoblù finiscono per concedere qualche chance agli avversari che, col promesso sposo del Napoli Inglese, magari arriverà all’ombra del Vesuvio già a gennaio in contumacia Milik, trovano la rete dello 0-1. Una rete che spezza le convinzioni dei padroni di casa costretti alla sconfitta, la seconda consecutiva in campionato (in casa non accadeva addirittura dallo scorso marzo), dopo lo 0-2 di Mariusz Stepinski.
Atalanta immortale, i bergamaschi agguantano i Viola in extremis
Nonostante il vantaggio siglato da Chiesa al 12’ del primo tempo con una rete di grandissima fattura, l’Atalanta di Gasperini, così come accaduto anche 7 giorni fa col Chievo, non si è disunito con una reazione da grande, grandissima squadra. Dopo i primi 45’ di gioco nei quali la compagine di casa ha messo spesso in difficoltà gli orobici, infatti, nella ripresa Veretout e compagni hanno subito il poderoso rientro dei bergamaschi con diversi tentativi da parte di Ilicic, De Roon, Gomez, Castagne e Orsolini non andati a segno, almeno fino alla rete dalla distanza di Freuler al 94’, per merito dell’ottima serata dell’ex dal dente avvelenato Sportiello capace di neutralizzare, fra i tanti interventi, nella migliore delle vendette, anche un penalty al “Papu” al 62’. Eppure, anche a causa di Babacar che sciupa un contropiede sanguinoso l’Atalanta agguanta il pari in extremis con un punto che vale oro e che si rivela come una grande iniezione di fiducia per il prosieguo dell’annata.
Bocciati
Milan ancora lavori in corso, le indecisioni tattiche costano il secondo Ko del “Diavolo”
Se la trasferta di Roma con la Lazio poteva essere archiviata con la dicitura: incidente di percorso, la débâcle del Ferraris contro la Sampdoria si trasforma in un autentico allarme rosso(nero) per il Milan di Montella. In balia degli avversari ma soprattutto dei propri calciatori, l’ex tecnico della Fiorentina si dimostra in grave difficoltà nel gestire una rosa ricca di talento ma non ancora sistemata con un preciso quanto adatto sistema di gioco.
Undici formazioni diverse in 11 gare disputate con, in più, un pendolo che oscilla continuamente fra 4-3-3 e 3-5-2, sono la testimonianza più evidente di un progetto tecnico-tattico ancora di là dall’ottenere una giusta quadratura del cerchio con diversi milioni di euro investiti e già due sconfitte sul groppone. Sconfitte che potrebbero aumentare con l’atteggiamento di oggi contro la Samp, brava a capitalizzare la buona mole di gioco prodotta, e con un calendario non facile col duplice impegno di campionato, con annessa sosta nel mezzo, con Roma prima e Inter poi.
Il Benevento sprofonda all’ultimo posto. Per le statistiche ha quasi più di un piede in B
Il 64.7% delle squadre che hanno concluso le prime 6 giornate come fanalino di coda della classifica di Serie A sono poi inesorabilmente retrocesse. Questo, l’avvertimento ma anche il timore più grande del Benevento che nello scontro per la salvezza col Crotone ha perso l’ennesima gara del proprio torneo con un netto 2-0 ed una difficoltà nell’andare in gol, sbagliato anche il penalty di Viola per il possibile 2-1, davvero incredibile. Una improduttività eguagliata in Europa solo dalle colleghe di posizione in graduatoria Alaves e Colonia, dal Verona di Pecchia e “migliorato”, si fa per dire, dal Crystal Palace dell’ex De Boer. Note stonate, negativissime con le tante assenze per infortunio (Antei, Ciciretti, Iemmello e D’Alessandro) e la doccia fredda settimanale, che rende ancora più a tinte oscure il quadro sannita, della positività ad un test antidoping del capitano Lucioni. Insomma, urge cambiare immediatamente registro anche se, dando uno sguardo ai prossimi appuntamenti, il riferimento è all’arrivo dell’Inter al “Vigorito”, non sarà affatto un'impresa semplice.
Emergenza al Bentegodi, Verona in piena crisi
Altra compagine in piena crisi è di sicuro il Verona di Pecchia. La formazione scaligera, infatti, pari di Crotone a parte, ha perso ogni singola sfida disputata in questo campionato con 14 reti subite e solo una, peraltro su rigore, a referto. Una situazione davvero complicata per l’Hellas che, anche oggi, ha dimostrato quasi di essere una comparsa, per uomini e mezzi, in questa Serie A con un tremendo 3-0 subito contro una Lazio con un Immobile formato mondiale (8 reti in 6 giornate) ed una irrefrenabile voglia di riscattare il passo falso casalingo del turno infrasettimanale contro il Napoli. Un knockout tecnico pericoloso soprattutto per il futuro della panchina dell’ex vice di Benitez e per l’autostima dei ragazzi apparsi non in grado di reagire dopo l’iniziale svantaggio.
Il Gol della domenica, Mandragora che bellezza
Alla quinta apparizione in maglia Crotone, il talentuoso Rolando Mandragora in prestito dalla Juventus, ha siglato la rete più bella, al netto del gol di Dybala, (la prima in ordine di tempo contro il Torino) e l’inarrestabile serpentina di Immobile col Verona del sesto turno di Serie A. Il ragazzo, infatti, ricevendo un passaggio prima di Simy e poi di Stoian, ha scaricato di mancino un tiro irresistibile che si è infilato alle spalle dell’incolpevole estremo difensore del Benevento Belec. Una marcatura pregevole che entra di diritto fra le più spettacolari di questo campionato.