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Francia mondiale vent’anni dopo: dal campo alla panchina con “il pragmatico” Deschamps

A due anni dalla sconfitta contro il Portogallo nella finale dell’Europeo di casa, la nazionale francese si è presa il trono del mondo grazie ad una squadra forte, completa e sempre sul pezzo. Deschamps ha cambiato la squadra dopo la prima mettendo nelle condizioni di giocare nel miglior modo possibile la “Jeunesse dorée” dei vari Pogba, Griezmann, Varane e del calciatore del futuro, ovvero Kylian Mbappè.
A cura di Vito Lamorte
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La Francia è campione del mondo per la seconda volta nella sua storia. A due anni dalla sconfitta contro il Portogallo nella finale dell'Europeo di casa, la nazionale francese si è presa il trono del mondo grazie ad una squadra forte, completa e sempre sul pezzo (se togliamo la gara con la Danimarca): Didier Deschamps entra nella storia del calcio mondiale perché ha alzato la coppa del mondo sia da calciatore che da allenatore (prima di lui c'erano riusciti solo Zagallo e Beckenbauer). Vent'anni dopo i Bleus riportano a casa una coppa che era sfuggita 12 anni fa a Berlino, al cospetto dell'Italia, ma il lavoro fatto con i settori giovanili della Ligue 1 ha portato i suoi frutti nonostante in molti giochino fuori dai confini francesi la formazione è passata da lì.

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6 vittorie e un pareggio in 7 partite: 14 goal fatti e 6 subiti in totale ma se analizziamo le gare ad eliminazione diretta sono 11 realizzati ad Argentina, Croazia, Uruguay e Belgio e 5 presi. Guardando questi numeri, senza prendere in considerazione i singoli, non credo vi siano particolari dubbi su dove sia il merito e quanto sia giusta la vittoria della squadra transalpina a Mosca.

Didier cambia la Francia: pragmatismo e intelligenza

Didier Deschamps, oltre agli infortuni, ha viaggiato sulle sue idee tendendo fuori big (Benzema, Lacazette, Rabiot, Martial & co) e tirando avanti con gli uomini che hanno segnato tutto il suo percorso da commissario tecnico. Nonostante la Francia fosse già tra le favorite ai blocchi di partenza del torneo, si era vista una squadra un po' spaesata contro l'Australia all'esordio: il commissario tecnico ha messo da parte Dembelé, preferendogli Giroud e spostando Griezmann da seconda punta, e inserendo Matuidi per Tolisso. Cambiamento che ha portato a giovamento a tutti e ha messo in campo un equilibrio che si è visto in tutte le gare successive. Difesa di ferro, guidata da Varane e supportata dalla corsa di Lucas Hernandez; centrocampo che sa fare entrambe le fasi in maniera eccelsa, Pogba-Kanté-Matuidi sono una certezza; e un attacco spietato.

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Le critiche mosse in Francia nei confronti dell'ex allenatore della Juve, del Monaco e dell'Olympique Marsiglia sono state spazzate via da Alain Giresse, stella del calcio transalpino negli anni '80, che ha affermato: "Bisogna dare dei meriti a Deschamps. Ognuno ha semplificato il proprio gioco, formando un'organizzazione perfetta. Se Germania, Spagna o Argentina non l'hanno saputo fare, vuol dire che o basta avere giocatori forti". La gestione delle partite, anche di fronte ad avversario che giocano meglio, può mettere in difficoltà anche i migliori.

Griezmann e Pogba, giovani leader

Tra gli uomini copertina di questa selezione, una "Jeunesse dorée" nel vero senso della parola, ce ne sono due che hanno messo tutti alle spalle: si tratta di Antoine Griezmann e Paul Pogba. L'attaccante dell'Atletico Madrid, grazie alle 4 reti di questo torneo, è tra i migliori quattro cannonieri della storia dei Blues nei tornei principali (Coppa del Mondo ed Europei) al pari a Zinédine Zidane (Platini 14, Fontaine 13, Henry 12 , Griezmann e Zizou 10 goal) ma non sono solo i goal che fanno apprezzare questo calciatore: da prima o da seconda punta non fa differenza, Antoine è sempre pronto a sacrificarsi e a farsi trovare pronto in area per buttarla dentro. Può essere uno dei candidati alla vittoria del Pallone d'Oro 2018. 

Pogba è cresciuto durante la competizione e con N'Golo Kanté è stato decisivo nella zona più importante del campo a cucire gioco e a sventare situazioni pericolose. Rispetto ad altri momenti della sua carriera il centrocampista del Manchester United è parso molto più concreto e voglioso di dimostrare di poter essere tra i migliori del mondo nel suo ruolo.

Mbappé, il calciatore del futuro

L'uomo più atteso che non ha deluso. Kylian Mbappé è stato un vero e proprio fulmine in questo torneo e da domani si inizierà a parlare ancora di già di lui come fenomeno del calcio mondiale. L'attaccante del Paris Saint-Germain partendo da destra si è dimostrato devastante contro le squadre che gli hanno concesso molto spazio (chiedere all'Argentina) e le quattro reti sono solo il coronamento di una manifestazione giocata a 100 all'ora.

Con 19 anni e 207 gironi è il secondo più giovane a segnare un goal in una finale di Coppa del Mondo dopo Pelé (17 anni e 249 giorni) nel 1958 in Svezia-Brasile. Infine, Mbappé ha stabilito un altro record: oggi è diventato il francese e il terzo giocatore più giovane di sempre a disputare la finale di un Mondiale dopo Pelé nel 1958 (17 anni 249 giorni) e Giuseppe Bergomi nel 1982 (18 anni 201 giorni).

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