Fenomeno Lazio, Inzaghi e Tare rivitalizzano il club: l’Aquila vale ora 270 milioni di euro
Nel mondo del calcio, sempre più business a 360 gradi, scegliere gli uomini giusti al momento giusto può determinare la vita o la morte, sportiva s’intende, di una squadra. Questo vale per tante, tantissime aziende in giro per il pianeta e a maggior ragione per quei club, come la Lazio, quotati in borsa che, a componenti principalmente sportive, abbinano situazioni finanziarie complesse.
E così, Tare prima e Inzaghi poi, sono i migliori CEO, i migliori amministratori delegati dell’Aquila che, con loro al comando, fra direzione sportiva e tecnica, ha ripreso prepotentemente a volare, sia sul mercato azionario italiano che su quello dei valori, di mercato, nel mondo del pallone. In questo contesto, nei giorni in cui si discute dell’ennesimo rinnovo in casa Lazio, quello del redivivo Luis Alberto, vediamo l’andamento della quotazione dei biancocelesti dall’avvento dell’ex attaccante del Piacenza in poi.
Da traghettatore a manager stabile: l’effetto Inzaghi
Doveva essere un traghettatore, un Caronte per le ultime giornate, un barcaiolo che doveva guidare la Lazio dalla stagione 2015/16 a quella 2016/17. E invece, dopo che Bielsa ha stracciato l’accordo con Lotito nell’estate del 2016, il giovane tecnico, peraltro quasi pronto a guidare il ritiro della Salernitana, si ritrova col cerino in mano, nel ruolo di allenatore, quasi per caso, dei capitolini. E il caso, in questo preciso esempio, è stato benevolo con il brillante manager emiliano capace non solo di raccogliere al meglio la sfida ma anche di andare oltre ogni più rosea aspettativa dimostrando, a soli 40 anni, di essere fra i migliori strateghi nel preparare le partite in giro per la Serie A.
E i numeri, prima ancora che i massimi sistemi o i giocatori lanciati, confermano questa tesi con 77 gare disputate coi biancocelesti fatti di ben 47 vittorie, 12 pareggi, 19 sconfitte condite da 165 gol fatti e 103 subiti per una media punti altissima, fra le più alte del massimo campionato, a quota 1.96 peggio, si fa per dire, solo di Max Allegri e Maurizio Sarri.
Cifre da allenatore di primissima fascia e di intelligenza sopraffina con, dal 4-3-3 al 3-5-2 al 3-4-2-1 fino al 3-4-1-2 proposti, una filosofia di calcio di assoluto spessore.
2017 d’oro: 73 punti totali per la Lazio
E il 2017, l‘anno che è appena trascorso, è stato quello della conferma, anzi della definitiva consacrazione per l’allenatore biancoceleste che è riuscito, in poco tempo, a rivoluzionare il gioco laziale ed entrare nel cuore dei propri tifosi. I 73 punti conquistati, infatti, rappresentano, con un budget tutt’altro che faraonico con soli 32 milioni investiti ed un saldo di soli -4 milioni, cessioni annesse, un bottino eccezionale, il quarto bottino della massima categoria, al pari dell’Inter e appena sotto, Roma (88 punti), Juventus (96) e Napoli (99).
Valutazioni di mercato, la Lazio vola
Un bilancio di grandissimo valore che ha visto la Lazio divenire la quarta forza del campionato nel giro di pochissimo tempo con i biancocelesti capaci di sciorinare un gioco davvero gradevole, un palleggio all’altezza e un ritmo, a tratti, forsennato. Un ritmo scandito dall’argentino Biglia e poi dal brasiliano Leiva, rifinito da Milinkovic-Savic, condotto in attacco da Keita e poi da Luis Alberto e finalizzato dal bomber Immobile, punto fermo di Inzaghi, che con questo allenatore ha toccato vette di rendimento altissime con 52 reti in 65 gare totali.
Una condotta sul rettangolo verde eccezionale che ha prodotto nuovi fenomeni, acquistati a poco prezzo, che potrebbero fare le fortune, in campo o sul mercato, azionario e non solo, del Patron Lotito che ora si ritrova un giacimento di pietre preziose Da Strakosha (+ 12 milioni di euro rispetto al giorno dell’arrivo di Inzaghi in panca) a Immobile (+ 25 mln), da Milinkovic-Savic (+ 46 mln) a De Vrij (+ 19 mln) fino alla rinascita di Luis Alberto (+ 11 mln), infatti, la sua è una Lazio da 270 milioni di euro a fronte di quella da 170 circa della versione Pioli.
Le plusvalenze più importanti dell’era Tare
La regia, tutt’altro che occulta, di questa sorta di capolavoro viene da lontano con non solo Inzaghi ma anche il Ds Tare nei panni del ‘Re Mida’. In sella come Direttore sportivo della Lazio dal 2009, infatti, l’ex attaccante del Brescia è stata una autentica macchina fabbrica soldi per Lotito con tantissimi acquisti azzeccati, pochi errori di valutazioni e milioni di euro di plusvalenze nelle casse della società. Certo, il merito va attribuito anche ai diversi allenatori che si sono avvicendati sulla panchina capitolina ma, è innegabile, che il fiuto e l’area scout dei laziali sia davvero importante. E così, da Candreva (+ 14 milioni) a Keita (+ 30 mln), da Biglia (+ 9 mln) a Muslera (+ 3 mln), da Hernanes (+ 4 mln) a Hoedt (+ 15 mln), da Kozak (+ 5 mln) a Berisha (+ 5 mln) il parco giocatori transitato per Formello per pochi spiccioli e poi rivenduto per fior fior di quattrini (85 milioni di surplus) è davvero impressionante. Il tutto, con nuovi affari in vista con Milinkovic-Savic (55 mln di valutazione), Felipe Anderson (25 mln), De Vrij (35 mln), Strakosha (13 mln), Lukaku (4.5 mln), Marusic (8 mln) e Immobile (35 mln) incedibili sì, ma dar via solo a prezzi esagerati.