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Di turnover si muore, Lazio ko con la Steaua. La qualificazione si complica

La Lazio cambia ben sette calciatori rispetto alla sfortunata trasferta in campionato col Napoli, smarrisce le solite certezze e presta il fianco all’ottima Steaua. La reazione ospite è troppo tardiva ed il risultato beffa i biancocelesti.
A cura di Salvatore Parente
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La Lazio soccombe all’Arena Nationala per 1-0 e acuisce una crisi, non tanto di gioco quanto di risultati, che la vede allungare la striscia di insuccessi consecutivi stagionali a quota 4. Una sconfitta che brucia, complica l’affare qualificazione ma che ha il sapore della beffa inattesa ma anche della storia, con la Steaua finalmente capace, dopo 13 incontri, di battere un’italiana in campo internazionale.

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Decisiva, la rete di Gnohéré e più ancora l’eccessivo turnover dei biancocelesti che finisce per far evaporare storiche certezze e favorisce la debacle  nel caldo calderone rumeno. Male nel primo tempo, meglio nella ripresa ma la reazione sembra troppo tardiva con la Lazio, ora, chiamata all’impresa in casa, fra 8 giorni all’Olimpico. Eppure, la qualificazione, malgrado il Ko, resta un affare possibile, alla portata di Inzaghi e compagni.

Turnover Lazio, Inzaghi punta sul fattore panchina

Per cercare di violare l’Arena Nationala, Simone Inzaghi rivoluziona tutto. Rispetto alla sfida, persa, e pure in malo modo col Napoli, ben 7 cambi. Per De Vrij, Luiz Felipe, per Wallace, Bastos, per Radu, Caceres e poi, a centrocampo, Murgia per Parolo, Basta per Marusic, Lukaku per capitan Lulic con, in attacco, la coppia CaicedoNani, in luogo di quella ‘partenopea’ ImmobileLuis Alberto. Insomma, un bel colpo di spugna, meglio, una ampia rotazione ma con i soliti punti fermi, le consuete figure irrinunciabili: Strakosha, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva e, in minor misura, Bastos.

Primo tempo

Avvio Steaua, Lazio sorpresa

Il canovaccio inaugurale del match, almeno nell’immediata vigilia, sembrava potesse prevedere una Lazio padrona del campo, propositiva e vogliosa di portarsi subito in vantaggio con i rumeni invece assiepati nella loro metà campo in attesa di azionare il contropiede e gli ottimi esterni Budescu e Man. L’avvio però, forse anche per merito del folto pubblico che affolla le tribune dell’impianto di Bucarest, è tutto di marca rossazzurra con gli ospiti incapaci di affondare e creare grattacapi e i padroni di casa attenti, corti e accesi da una sorta di sacro fuoco. La prima ghiotta occasione per la Lazio, infatti, arriva solo al 23’ con Caicedo.

Steaua in vantaggio: contropiede letale

Al 28’, il buon avvio rumeno si conferma. Sugli sviluppi di una punizione biancoceleste il piano partita di mister Dica si realizza: recupero palla, contropiede, transizione offensiva e rapidità di trasmissione della sfera. Tutti elementi che, al predetto minuto, si realizzano alla perfezione. Come dicevamo, da punizione laziale Caicedo non s’intende con Milinkovic-Savic e perde la sfera, Man recupera, serve Budescu, con la correità di Nani che non riesce ad intercettare il passaggio, col numero #10 bravo a pescare un perfetto assist per Gnohéré che si invola e, di mancino, batte Strakosha.

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Secondo tempo

Reazione Lazio? Neanche per sogno

Pronti via ed il secondo tempo comincia, incredibilmente aggiungiamo, con lo stesso tema tattico dei primi 45 minuti di gioco: Lazio incerta e Steaua ben salda al volante, in pieno controllo. Una ripartenza inattesa con, per completare il quadro dei paradossi, i rossazzurri a operare un cambio già al 46’ e la Lazio, ferma, immobile. Già immobile, fino al minuto 56 quando, finalmente, vista la mancata reazione biancoceleste, Inzaghi si decide a buttare nella mischia Felipe Anderson e poi il suo attaccante principe con, appunto, Immobile ad entrare al posto dell’abulico Caicedo.

le zone di gioco di Steaua e Lazio (whoscored.com)
le zone di gioco di Steaua e Lazio (whoscored.com)

La Lazio torna tale, ma sembra troppo leziosa in fase realizzativa

I cambi, fin dall’inizio, sortiscono l’effetto sperato con gli ospiti, redivivi, a caricare a testa bassa e provare a raggiungere il pari, sia pure scoprendosi e rischiando qualcosa dietro. Sale di colpi Milinkovic-Savic, Lucas Leiva prende per mano la mediana e la Lazio inizia a volare. Eppure, alle buone azioni confezionate non corrisponde una altrettanto positiva fase di realizzazione con, nel momento dell’ultimo passaggio o della concretizzazione, una squadra troppo leziosa, troppo alla ricerca del gol a effetto. Prima Felipe Anderson e poi MilinkovicSavic, infatti, sprecano la palla dell’1-1 ed il punto del gol pesante, quello fuori casa.

Biancocelesti vicini al pareggio all’84 ma nulla di fatto: è Ko all’Arena Nationala

Al culmine di un forcing finale che diventa sempre più disperato, all’84’, la Lazio sfiora il pareggio. Su percussione esterna del brasiliano Felipe Anderson che supera in velocità due uomini, si accentra e crossa, Caceres non riesce a ribadire, ad un passo dalla porta, in gol con un comodo tap-in che, in estirada, si trasforma in un incubo. Un incubo chiamato scarsa vena realizzativa e, poi, malgrado l’impegno finale Ko in Romania.

Top e flop di serata

Gnohéré il bisonte a caccia dell’Aquila

Il 4-2-3-1 solito, questa sera, a tratti, per la verità anche piuttosto rari, è sembrato essere un 4-5-1 con Gnohéré da boa a far salire la squadra e a lottare contro l’intera difesa biancoceleste. Una incombenza che però, gli riesce bene, anzi, gli calza a pennello per i suoi mezzi fisico-atletici. Del resto, in patria così come in Romania, l’ex Charleroi è chiamato il bisonte. Un bisonte però, maledettamente veloce e, si scoprirà, letale. Come nell’occasione del vantaggio dei padroni di casa nel quale riceve palla in contropiede, semina Luiz Felipe in velocità per poi battere di piattone Strakosha. Una rete fondamentale che lo esalta e lo elegge fra i top della gara dopo un inizio al solo, esclusivo servizio della squadra.

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Budescu imprendibile, la partita della vita per l’ex Astra Giurgiu

Se sei giocatore dell’anno 2017, sia pure in Romania, qualcosa vuole pur dire. E quel qualcosa, per Budescu, significa tanto, forse, anche troppo rispetto al suo percorso, al suo passato. Stasera, in pratica, gli riesce tutto e, sulla trequarti, fa ammattire i centrocampisti così come i difensori avversari. Dribbling, giocate preziose, visione di gioco, assist e pure un quasi gol a metà ripresa, mettono in evidenza un gioiellino, ancorché maturo, di 28 anni, davvero interessante. Un gioiellino che mette in ginocchio la Lazio e fa sperare un popolo, quello della Steaua, voglioso di assistere alla grande impresa.

I flop di Bucarest

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La sindrome titolarità non abbandona Lukaku

A partita in corso Lukaku sembra una sorta di sentenza, di uomo fidato, di certezza a cui affidare il pronto riscatto, in definitiva: il cambio di passo. Con la combinazione forza muscolare, quadricipiti enormi e avversari stanchi, infatti, il belga spacca le gare e assicura al suo allenatore un grande, grandissimo apporto. Dal primo minuto, invece, come stasera del resto, il ragazzo appare spaesato, incerto e non riesce ad incidere con pochissime discesa sulla corsia mancina ed uno scontro col buon Benzar, spesso e volentieri perso proprio sul suo terreno: quello del dinamismo e della velocità.

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Nani abulico, giusto il cambio al 56’

Fra i flop del match proprio Nani chiamato, invece, alla vigilia, a illuminare il gioco e dimostrare al proprio allenatore di meritare maggiore spazio in squadra. Ma anche in questo caso, come per Lukaku, la gara nasce male e finisce peggio o, semplicemente, prima della sua naturale scadenza del 90’. Eppure, la sua è una sostituzione meritatissima con l’ex Manchester United stranamente poco lucido, scarsamente efficace e non del tutto ispirato. Nessuna azione degna di nota, nessun assist vincente e nessuna giocata determinante fanno perdere la pazienza a Inzaghi che, poi, decide di farlo accomodare al suo fianco in panchina ed affidare ogni residua speranza al bizzoso ma talentuoso Felipe Anderson.

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Tabellino e voti

Steaua Bucarest (4-2-3-1) Vlad 6; Benzar 6.5, Gaman 6-, Planic 6, Morais 6.; Pintilii 6- (Dal 46’ Filipe Teixeira 6.5), Nedelcu 6; Man 6.5, Budescu 7+, F.Tanase 6 (Dal 58’ Coman 6); Gnohéré 7 (Dal 81’ C. Tanase s.v.). A disposizione: Stancioiu, Teixeira, Coman, Enache, Popescu, Momcilovic, C.Tanase. Allenatore Dica 6.5

Lazio (3-5-2) Strakosha 6; Bastos 5.5, Luiz Felipe 5.5, Caceres 5.5; Basta 6, Murgia 6, Leiva 6.5, Milinkovic 6.5, Lukaku 5 (Dal 75’ Lulic s.v.); Nani 5.5 (Dal 56’ Felipe Anderson 6.5); Caicedo 5.5 (Dal 56’ Immobile 5.5). A disp. Guerrieri, Wallace, Radu, Lulic, Patric, Felipe Anderson, Immobile. Allenatore Inzaghi 5.5

 

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