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Come giocherà il Napoli di Carlo Ancelotti senza Marek Hamsik

Ancelotti ufficializza la trattativa fra il Napoli ed il Dalian Yifang per Hamsik con lo slovacco, ora, a un passo dall’addio. Un addio doloroso, ricco di spunti emotivi, storie, racconti e record, quelli raccolti in 12 anni di presenze, gol, assist ed una cresta, simbolo della rinascita partenopea. Ecco come cambierà la squadra con l’addio del capitano.
A cura di Salvatore Parente
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Un fulmine a ciel sereno? Quasi. Di certo, dopo un'estate trascorsa sulla linea orientale, fra Napoli e Cina, nessuno, men che mai i tifosi azzurri, potevano immaginare un addio del capitano a stagione in corso. Eppure, il mercato cinese è aperto fino al 28 febbraio e l'offerta, un triennale da 9 milioni di euro a stagione più bonus, per un 31enne che affronta la coda della sua carriera, non è di quelle da poter rifiutare, accantonare, spostare più in là con il solo gesto di una mano. Il cuore soccombe alla ragione, e ad un accordo col Dalian Yifang, da 27 milioni totali fino al 2022, all'alba delle 35 primavere.

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E così, quella con la Sampdoria di ieri, peraltro, ironia della sorte, prima squadra al quale Hamsik ha segnato in Serie A, potrebbe essere l'ultima apparizione del capitano partenopeo, fiero e gagliardo, con la casacca azzurra. Una maglia onorata e sudata per anni e che resterà sempre tatuata sulle sue membra. Ciao, anzi, arrivederci capitano.

Record e numeri: una maglia da ritirare, nella hall of fame azzurra

La maglia numero #10 del Napoli, quella che fu di Maradona, è stata già ritirata. Nella particolare hall of fame campana. Quella numero #17, per numero di gare, record e apporto al club, dovrebbe subire presto lo stesso destino.

E sì perché Hamsik, ad oggi, è il calciatore partenopeo con più partite in assoluto con questi colori, 520 apparizioni, il recordman di gol in azzurro, 121 segnature, il giocatore con più caps in Serie A nel Napoli, con 407 presenze, il terzo realizzatore di squadra nel massimo campionato italiano, a quota 100, ogni epoca, primatista per presenze in competizioni europee, 80 gare totali, nonché il terzo marcatore internazionale, a quota 16 gol, della storia del club all'ombra del Vesuvio.

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Insomma, con pure 111 assist a referto, 1.84 punti per gara e quasi 40mila minuti in maglia azzurra, Hamsik, per tutti Marekiaro, è una istituzione, di più: una leggenda. A cui non si può dire di no, anche se sogna la Cina e, dopo aver infranto ogni primato, vuole rompere un idillio iniziato, per 5.5 milioni di euro, nell’estate del 2007.

Palmarès in azzurro: 2 Coppe Italia ed una Supercoppa

Non ci sono scudetti, Champions League o trofei internazionali ma una serie di step, passaggi e piccoli passi verso la crescita, vieppiù esponenziale, del suo Napoli. Arrivato con la squadra appena neopromossa in A, Hamsik esce oggi di scena con una formazione solida, forte e, soprattutto, con una reputazione internazionale di assoluto valore. Questo, forse, conta più di tante altre cose o delle stesse coppe alzate al cielo. Vincere a Napoli però è più bello e, forse, più difficile. E così, la mente corre al 20 maggio 2012 quando da vice-capitano, all'epoca Cannavaro si teneva ancora stretto la fascia, lo slovacco entra nella storia partenopea battendo, con il suo zampino, e quello di Cavani, la Juventus bi-campione di Conte. Gol e gloria, gioia e apoteosi per un Napoli finalmente campione, sia pure in Coppa Italia, dopo quasi 22 anni di digiuno.

E ancora, due anni più tardi, a Roma, il 3 maggio, il giorno dei tragici fatti che portarono alla morte del tifoso azzurro Ciro Esposito, Hamsik contro la Fiorentina bissa il trionfo in Coppa Italia stendendo i toscani per 3-1. Stavolta però, è lui ad alzare la coppa, da capitano del Napoli nel ventre dell'Olimpico, ancora una volta, terra di conquista. Sette mesi più tardi è ancora gloria. Si vola a Doha per la Supercoppa Italiana contro la solita Juventus.

Partita dura, complessa, si va ai supplementari sul 2-2 e poi ai rigori: Padoin sbaglia, Koulibaly no e Napoli ancora vittorioso. Sarà l'ultimo sussulto della carriera campana di Hamsik, il secondo con la ‘Vecchia Signora', rivale di sempre, a cui, da napoletano acquisito, da cittadino onorario, seconda vittima preferita, ha segnato in ben 8 occasioni in 29 incroci.

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Valore di mercato: 30 milioni a fronte dei 15 offerti dal Dalian

Parabola discendente? Stando alle rilevazioni di Transfermarkt.it non esiste nessun calo significativo del valore del #17 partenopeo che, a 31 anni, vale ancora 30 milioni di euro e si segnala ancora fra i migliori classe ‘87 del mondo: l'ottavo per la precisione, a pari merito con Mertens e l'altro belga Vertonghen. E così, stando alle ultime voci di mercato, 15 milioni di euro dal Dalian Yifang per lui, l'offerta cinese non sembra aderente all'attuale quotazione del nativo di Banska Bistryca capace, malgrado l'età, di restare sul pezzo e perdere, rispetto allo scorso giugno, solo 5 milioni di euro nel suo market value.

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L’ingaggio certo è di quelli da top player, da 9 milioni a stagione per tre anni più uno di bonus, ma la somma offerta ad Adl, al momento, non è in linea con il lignaggio, la qualità e le doti del #17 slovacco. Insostituibile nei cuori dei tifosi.

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Come gioca il Napoli senza Marekiaro? Pronti Zielu, Diawara e Fabian Ruiz in mezzo

Il modulo non cambia. Il 4-4-2 di Ancelotti è, dopo alcuni mesi di assestamento, la bussola che guida, e guiderà, il nuovo ciclo dell'ex tecnico del Milan. Certo, con lo slovacco in regia, in playmaking, tutto gira a meraviglia con Hamsik, bravo con entrambi i piedi e lucido in impostazione, a giostrare alla perfezione le manovre azzurre. Eppure, bisognerà ovviare alla sua assenza. E, forse, complice l'assenza dell'ultimo periodo del capitano o della volontà di andare via del classe ‘87, Carletto non si farà di certo trovare impreparato. Gli esperimenti, del resto, sono già stati ampiamente fatti in queste settimane con Zielinski, Fabian Ruiz e Diawara, che si sono avvicendati in questo gennaio, all’altezza del compito in cabina di regia, sia pure con caratteristiche di gioco ed interpretazioni del ruolo del tutto differenti. Nessun regista puro ma tanti elementi versatili, con qualità e doti tali da sopperire all'addio della bandiera del Napoli. Arrivederci capitano.

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