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Bale di cuore e di cilena, Karius indecente: Real sul tetto d’Europa

Le papere di Karius condannano i Reds alla sconfitta. Real in paradiso con Bale che, in tre giri di lancette, con un gol alla CR7, risolve la contesa per il 13esimo successo europeo di marca Blancos.
A cura di Salvatore Parente
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Il Real Madrid batte il Liverpool in finale a Kiev e si aggiudica la terza Champions League consecutiva negli ultimi tre anni, la quarta nell’ultimo lustro e la 13esima della sua storia mettendo insieme l’ennesimo successo di un club, come da slogan, galattico. E proprio la maggiore qualità ed esperienza della formazione madrilena, più lunga, abituata a questi contesti e completa di quella inglese, alla fine dei giochi, sono state decisive con Bale, subentrato a Isco al 61’, con la complicità di un disastroso Karius, a risolvere la contesa e portare i suoi in paradiso.

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Un paradiso che vendica la sconfitta, sempre in finale di Champions, all’epoca Coppa dei Campioni, di 37 anni fa con i Reds a battere le Merengues in finale a Parigi per 1-0 ed esalta il collettivo di Zidane in grado di conquistare la sua decimotercera Champions.

E così, con l’ennesima notte da leoni per gli spagnoli, ecco, da Bale a Modric a Karius, top e flop della finalissima dell’Olympiyskiy Stadium.

I top di Kiev

Modric, l’eleganza al potere

Uno dei segreti malcelati del successo Blancos di questi ultimi anni, ha un nome e cognome ben precisi: Luka Modric. E sì perché il croato, in questa sua dimensione madrilena, si è completato come uomo e calciatore divenendo senza ombra di dubbio un top player, un calciatore d’élite, un talento, un fenomeno della mediana dotato di grande classe ed eleganza. Doti, appunto, viste anche stasera nel 4-3-1-2 di Zidane, dove, anche da mezzala, l’ex Tottenham ha messo in evidenza tutta la sua forza riuscendo spesso a correre in aiuto ai suoi difensori, per gestire e smistare la sfera, ma anche spendendosi in diverse sortite personali palla al piede per spaccare la resistenza Reds e piegare l’asfissiante pressing inglese. Il tutto, come al solito, con una particolare e consistente dose di grazia e leggiadria che esalta i tifosi presenti a Kiev e gli amanti del calcio a qualsiasi latitudine.

Benzema furbastro, gol di rapina su Karius

Le voci di mercato ma anche la recente esclusione dalla lista dei convocati per il mondiale di Deschamps non lo disturbano affatto: Benzema is on fire. E, fra le altre cose, dà ragione a Zidane (almeno fino alla magia del 62’) che, anche questa sera, non si affida dall’inizio al gallese Bale ma all’indemoniato galletto: Benzema, come dicevamo, is on fire. Nel terzetto d’archi che cerca di battere la difesa Reds è fra i più ispirati, prima del boom dell'ex Spurs, con un movimento costante e perpetuo a dettare il passaggio, inserimenti importanti e anche giocate, per i compagni, di livello, da calciatore totale.

Da calciatore nato per queste notti e per regalare qualcosa di grande ai suoi tifosi. Come al 50’, quando, dopo l’ennesimo scatto, a palla persa fra le mani di Karius, il #9 blancos non si ferma e, da furbo, da conoscitore del gioco, resta lì: il portiere tedesco azzarda il rilancio basso trovando però lo zampino dell’ex Lione: 1-0. Un lampo da scugnizzo (possibile prossimo innesto del Napoli?), da scaltro bomber, da uomo esperto, navigato. In sostanza? Da top player.

Mané cuore d’oro, sigla il pari

Con l’uscita anzitempo dal campo di Salah, il peso dell’attacco Reds è finito tutto sulle spalle di Mané che, in tandem con Firmino, ha cercato di non abbassare troppo l’asticella della pericolosità offensiva dei suoi. Missione parzialmente riuscita. Al di là del gol, che pure aveva dato tanta speranza ai supporters inglesi e convinzione alla squadra, il senegalese è stato uno degli ultimi a gettare la spugna e ad arrendersi ad un Real più profondo, esperto e forte.

Il #19 Reds corre, lotta a tutto campo, sulla fascia, al centro ed in profondità, prova a bucare la difesa avversaria e, dopo il pareggio, non troppo consueto per lui, di rapina, prende anche un palo, quello del possibile 2-2. Il tutto, per una prestazione totale, attacco-difesa, un match, almeno sul piano individuale, da ricordare.

Garteh Bale come CR7, la Champions si vince in rovesciata

Appena Bale ha saputo di non dover scendere in campo dal primo minuto per la finalissima di Kiev, si è rintanato nel suo risentimento, non ha fatto riscaldamento con le riserve e si è seduto, mesto, in panchina. Al 61’ però, dopo il pari del Liverpool, Zidane lo chiama in causa e lui, come nulla fosse, da grande campione, entra, si butta nella mischia e, in pochi giri di lancette, la risolve.

E la risolve con stile, con la grazia e la magnificenza di un gol da cineteca, da sigla televisiva, da annali del calcio, con la consapevolezza di chi, con quelle doti atletiche, può far tutto. Cross di Marcelo dalla sinistra e cilena, rovesciata alla Carlo Parola (quello sulla copertina delle figurine Panini) del numero #11 abile, con un solo, maestoso gesto, a cancellare la rabbia e dare spazio alla ‘grande bellezza' di una rete, in finale di Champions, esaltante. Una rete, poi, bissata dal suo missile, non trattenuto dal povero Karius, per la sua doppietta personale ed la marcatura numero 21 in stagione.

I flop della finalissima

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Varane impreciso, quanti errori in impostazione

In sfide del genere, dove il peso del pallone ma anche il pressing e l’attenzione degli avversari è massima, l’impostazione dell’azione dalla difesa è arma importante, di più: fondamentale. E proprio in questo particolare aspetto del gioco, Varane non si è fatto per nulla apprezzare, con estrema continuità, durante tutto il corso della finalissima di Kiev. Lasciato, volutamente da Klopp, solo in fase di primo palleggio, infatti, il francese ha fatto male scegliendo spesso male i destinatari dei suoi tocchi e, pure, difettando in precisione con diversi lanci lunghi finiti lontano dai suoi obiettivi. Certo, la sua personalissima partita in difesa, in chiusura, non è stata affatto malvagia ma, questa particolare condotta in fase di costruzione, lo ha molto penalizzato facendolo finire, e pure con merito, nel novero dei meno positivi di serata.

Karius che errore: regala l’1-0 al Real. E pure il 3-1

Individuato nelle ore precedenti la finalissima come uno degli elementi meno forti del Liverpool, Karius, titolare inamovibile di Klopp, purtroppo per lui, non smentisce gli addetti ai lavori ma anzi va oltre le loro più infauste previsioni. Al 50’, infatti, il suo errore, gravissimo, di superficialità e leggerezza, consente a Benzema di portare in vantaggio gli avversari sbloccando una partita divenuta comunque complicata. Un errore pesante che gli toglie ogni tipo di tranquillità, di sicurezza con l’ex Mainz che, all’84’, compie, incapace di reagire, un altro incredibile infortunio difensivo con Bale ad approfittare di questo suo stato critico: tiro dalla distanza e saponetta fra le mani per il definitivo 3-1 madrileno. Due errori che scavano il solco fra Real e Liverpool e mandano all’inferno i rossi della Merseyside trascinati, dunque a suon di papere, agli inferi dal proprio, almeno in teoria, estremo difensore.

Tabellino e voti

Real Madrid (4-3-1-2): #1 Navas 6; #2 Carvajal s.v. (Dal 37’ Nacho Fernandez 6), #5 Varane 6-, #4 Ramos 6.5, #12 Marcelo 6.5; #10 Modric 7, #14 Casemiro 6.5, #8 Kroos 6.5; #22 Isco 6+ (Dal 61’ Bale 8); #7 Ronaldo 5.5, #9 Benzema 7 (Dal 89’ Marco Asensio s.v.). A disposizione: Casilla, Nacho, Theo Hernandez; Kovacic, Lucas Vazquez; Asensio, Bale. Allenatore Zinedine Zidane 7

Liverpool (4-3-3): #1 Karius 3; #66 Alexander-Arnold 6-, #6 Lovren 6-, #4 Van Dijk 6, #26 Robertson 6; #7 Milner 6.5 (Dal 83’ Emre Can s.v.), #14 Henderson 6, #5 Wijnaldum 6; #19 Mané 7, #9 Firmino 6, #11 Salah s.v. (Dal 31’ Lallana 5.5). A disposizione: #22 Mignolet; #17 Klavan, #18 Alberto Moreno, #2 Clyne; #20 Lallana, #23 Emre Can; #29 Solanke. Allenatore Jurgen Klopp 5

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