Atalanta è storia, Lione al tappeto e primo posto nel gruppo E con Lione e Everton
Il triplice fischio finale dell’arbitro Eskov non fa altro che omologare, ufficializzare la storia: l’Atalanta supera il girone, quello impossibile, quello con Lione e Everton, da prima in classifica e si candida a mina vagante dei prossimi sedicesimi di finale. Una mina vagante che tutti vorranno evitare e che, con l’entusiasmo dei suoi giovanissimi, dei tanti esordienti a questo livello e dei vari Ilicic e Gomez, potrebbe mettere in crisi qualsiasi squadra che dovesse incrociare sul proprio cammino gli orobici.
Un’Atalanta eccezionale, stratosferica, inimmaginabile alla vigilia con 4 successi e 2 pareggi e che potrebbe ripercorrere le tappe dell’ultima apparizione europea negli annali con, in quella occasione, i bergamaschi sconfitti solo dall’Inter ai quarti di finale (0-0 e 0-2) della Coppa Uefa 1990/91 quella, per intenderci, di Caniggia, Evair e mister Bruno Giorgi.
Primo tempo
Avvio folle, Atalanta e Lione se le suonano di santa ragione
L’avvio della gara sotto una coreografia molto bella del pubblico bergamasco, spostatosi in massa, ancora una volta, a Reggio Emilia, parla chiaro: la serata sarà gradevolissima. E sì perché pronti via e gli ospiti creano qualche grattacapo ai padroni di casa con, nello specifico, Mariano Diaz che beffa sul tempo Caldara e Masiello al centro su traversone preciso di Mendy ma non Berisha che, d’istinto, si salva. Capovolgimento di fronte immediato, quasi come se si fosse negli ultimi istanti del match, e l’Atalanta risponde subito: Gomez sulla sinistra converge, crossa al centro con Cristante, un habitué della manifestazione (3 gol nel girone per lui), che sfiora il palo alla destra del portiere Lopes. Le premesse sono spettacolari e infatti non deludono con, già al 10’, la rete del vantaggio orobico.
Al decimo, il vantaggio dell’Atalanta
Spinazzola sfonda sulla sinistra, crossa al centro per l’altro esterno, giunto a chiudere l’azione, Hateboer che, non calciando bene verso la porta avversaria, regala un involontario assist per Petagna in grado di chiudere, di testa, sul secondo palo, in gol.
Entusiasmo Atalanta, i bergamaschi mettono tutto in campo
Dopo il gol del vantaggio, gli uomini di Gasperini non si accontentano e, pur controllando le sporadiche sortite offensive avversarie, provano a colpire ancora buttando sul rettangolo verde un’energia davvero impressionante. Un’energia che coinvolge tutti i nerazzurri in campo, trascina il pubblico del Mapei Stadium con anche Ilicic e Gomez, a supporto di Petagna, in fase di non possesso, gli esterni Hateboer e Spinazzola a percorrere chilometri e chilometri sulle rispettive corsie di competenza ed i mediani Freuler e Cristante a macinare gioco a centrocampo. Un gioco che non porta al tanto sperato raddoppio ma ad un primo tempo ben gestito da parte di Caldara e compagni.
Cornet esce, arriva l’esordio del millennial: ecco il 2001 Geubbels
Nel giorno della storia bergamasca, si scrive, a latere, un’altra straordinaria, affascinante pagina del calcio. Al 45’ della prima frazione di gioco, infatti, l’Europa League accoglie un millennial di belle speranze e dalle grandi prospettive future. Parliamo del classe 2001 Geubbels che, proprio ad un passo dal termine del primo tempo, fa il suo esordio ufficiale in Europa League divenendo, non solo il primo 2000 e oltre a giocare in questa manifestazione, ma anche il secondo, dopo il macedone Velkovski (Lazio-Rabotnicki Skopje 6-0 16 anni 01 mese 28 giorni), talento più giovane mai sceso in campo a 16 anni, 3 mesi e 21 giorni in Europa League. Un record di buon auspicio per un ragazzo che già aveva giocato in stagione contro il Bastia in Ligue 1 e di cui si parla un gran bene.
Secondo tempo
Lione, alza il baricentro: le punte ‘liquide’
Nella ripresa, i ragazzi di Genesio danno l’impressione di voler rimediare allo svantaggio iniziale. E così, per mettere in difficoltà l’Atalanta, Fekir e compagni avanzano di qualche metro, alzano il baricentro e vengono a prendere più in avanti i portatori di palla avversari. In più, per scompaginare gli equilibri difensivi orobici, il tecnico dei transalpini accentua la ‘liquidità’ offensiva dei suoi con Fekir e Depay a scambiarsi spesso di posizione per evitare di concedere, come nel primo tempo, punti di riferimento all’ottima retroguardia capitanata dal giovane Caldara.
Gasp si difende, Kurtic per Petagna e Palomino per Ilicic
Con l’ingresso in campo dell’offensivo Aouar al posto dello spento Depay, il Lione si sbilancia un pochino in più alla ricerca del gol del pari. E così Gasperini, osservando la stanchezza della sua mediana, inserisce Kurtic al posto dell’ottimo Petagna e poi Palomino per Ilicic disegnando una difesa a 4 e costruendo una diga a centrocampo importante che ha il merito di resistere e schermare, al meglio, il pacchetto dinanzi all’albanese Berisha.
I Top del match
Petagna in grande spolvero: solito contributo e gol del vantaggio
Mai giudicare un libro dalla copertina recita l’antico, ma sempre valido, adagio. E’ così, inclinando un po’ il piano del discorso, anche per Petagna che, non farà tanti gol, ma si mostra prezioso, anzi, indispensabile per contributo in campo, forza fisica, sponde e assist in un’economia del gioco, quella atalantina, ormai dai perfetti equilibri. Eppure, tralasciando i giudizi generali, stasera l’ex Milan non solo si fa apprezzare per le solite giocate ma anche per la rete, d’istinto e forza, che sblocca il match ed ha il merito di indirizzare una partita bella, spumeggiante, in poche parole: spettacolare.
Gomez esce alla distanza
Nella contesa, trovare un solo esponente dell’Atalanta, Petagna a parte, una spanna sopra gli altri è impresa difficile per la qualità media, estesa, espressa dalla squadra. Eppure, anche come simbolo dell’impresa europea dei lombardi, Gomez merita un posto d’eccezione. E sì perché l’argentino gioca l’ennesima partita eccellente della sua stagione con un match in costante crescita, malgrado un’attenta, anzi, scrupolosa fase difensiva ed un pressing avversario sempre asfissiante nei suoi confronti.
I flop della contesa
Rafael in difficoltà su Gomez: il brasiliano ubriacato nel derby sudamericano
Se dalla parte sinistra dell’Atalanta la compagine di Gasperini fa, spesso, il bello ed il cattivo tempo con Spinazzola ma soprattutto Gomez, grosse responsabilità possono essere attribuite al brasiliano Rafael incapace di arginare la marea nerazzurra. L’ex Manchester United, infatti, notoriamente più bravo ad avanzare che a indietreggiare, subisce l’iniziativa avversaria finendo in alcune occasioni nella morsa bergamasca ed in un imbuto poco proficuo.
Fekir chi? Nessuno lo riconosce
La legge del contrappasso o, per non essere troppo sofisticati, quella della dietrologia vedrebbe bene Gomez, a parti invertite, in conferenza stampa rispondere alla domanda di un cronista sul franco-algerino Fekir: “lo conosce?” e lui: “Fekir chi?”. E sì perché eccetto qualche rara sortita, qualche sporadica serpentina, il numero #18 del Lione non si segnala per prodezze in mezzo al campo con una prestazione molto al di sotto delle sue potenzialità e delle sue 11 reti in 13 gare di Ligue 1. Una partita, quasi, stregata con anche diverse conclusioni tentate, palo finale a parte, andate, forse anche per volere degli ‘dei del calcio’, lontanissime dalla porta di Berisha.
Tabellino e voti
Atalanta (3-4-2-1) Berisha 6.5; Toloi 6, Caldara 6.5, Masiello 6+; Hateboer 5.5, Cristante 6.5 (Dall’86’ De Roon), Freuler 6, Spinazzola 6.5; Ilicic 7- (Dall’83’ Palomino), Gomez 7.5; Petagna 7 (Dal 74’ Kurtic 6). A disposizione: Gollini; Castagne, Palomino; De Roon, Kurtic; Orsolini, Cornelius. Allenatore Gian Piero Gasperini 7
Lione (4-2-3-1): Lopes 6; Rafael 5, Marcelo 5.5, Diakhaby 5.5, Mendy 6-; Ndombele 6, Ferri 6.5; Cornet 5.5 (Dal Geubbles 6), Fekir 5, Depay 5 (Dal 68’ Aouar 6); Diaz 5.5. A disposizione: Gorgelin; Marçal, Tete, Geubbels; Tousart; Aouar, Gouiri. Allenatore Bruno Genesio 6-
Il volto del girone
Atalanta 14 Lione 11 Everton 4 Limassol 3
Precedenti e statistiche del match
L’unico precedente a referto fra le due squadre è quello della partita d’andata, finita in pari, per 1-1, con reti di Traoré e Gomez. Inoltre, gli orobici non perdono da 7 partite in Europa con l’ultima sconfitta che risale alla Coppa Uefa stagione 1990/91, 0-2 contro l’Inter nei quarti di finale della predetta manifestazione. Il Lione, invece, ha giocato 23 volte contro squadre italiane, raccogliendo 8 vittorie, 6 pareggi e 9 sconfitte. In Italia, lo score recita: 4 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte, ma 0 successi nelle ultime 4 trasferte nel Bel Paese (un pareggio e 3 ko).