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Fifa World Cup 2018, i Mondiali in Russia

Zabaleta shock: “Messi può lasciare l’Argentina dopo il Mondiale in Russia”

L’ex compagno di squadra della Pulce lo rivela in un’intervista alla BBC. La Pulce è stata vicina a dire addio alla maglia della Seleccion dopo l’ennesima sconfitta in Copa America contro il Cile. Anche allora sbagliò un rigore decisivo poi cambiò idea grazie all’ondata di affetto popolare che lo incoraggiò. E la maledizione continua: forte col Barça, ‘normale’ in nazionale.
A cura di Maurizio De Santis
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Lionel Messi può dire addio alla nazionale una volta chiusa l'esperienza del Mondiale di Russia 2018. Il suo ex compagno di squadra, Zabaleta, s'è lasciato sfuggire l'indiscrezione ai microfoni dell'emittente inglese, BBC. La prestazione opaca contro l'Islanda (e con essa il calcio di rigore fallito nel momento clou della gara), la disfatta con la Croazia rischiano di essere le ultime istantanee, le tappe del calvario della Pulce in Coppa. Nessuno avrebbe mai immaginato di vedere all'opera un'Argentina così male in arnese, scollata, incapace di adattarsi alle esigenze del campione blaugrana e lui stesso a calarsi nel ruolo di uomo-squadra, trascinatore, leader come Maradona che da solo vinceva le partite. Messi no, non è della stessa pasta. E' fortissimo ma, lasciato solo, diventa ciò che ‘D10s' mai è stato: un uomo normale.

L'Argentina vicina all'eliminazione dal Mondiale – ha ammesso Zabaleta. E credo che dopo questo evento potrebbe arrivare il definitivo addio all'Albiceleste da parte di Lio. Mi spiace molto per lui. In fondo questa era l'ultima possibilità per vincere qualcosa d'importante anche con la Seleccion. Diversamentre, dovrà attendere altri quattro anni per il prossimo appuntamento in Qatar.

Quattro anni… una vita intera per la carriera di un calciatore che mai è riuscito a liberarsi del paragone ingombrante con Maradona e più ancora della maledizione che sembra averlo avviluppato in nazionale. Solo una volta è andato molto vicino a traguardo. Solo una volta ha intravisto la luce in fondo al tunnel: nella finale di Coppa del Mondo a Brasile 2014 ma gli andò male. Un gol di Mario Götze e l'imprecisione sotto porta di Higuain scandirono quel fallimento perpetratosi anche in Copa America per due volte consecutive contro il Cile. Fu proprio in occasione dell'ultima che, amareggiato per l'errore commesso dal dischetto, annunciò il proprio addio alla nazionale salvo ritrattare per l'ondata di affetto popolare e la stima ribadita da parte della Federazione.

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Le discese ardite e le risalite hanno condizionato da sempre il rendimento di Messi in Albiceleste. Così straripante con il Barcellona (costruito intorno a lui), così deludente in ambito internazionale (con un gruppo che non è alla sua altezza, anche a livello tattico). Nel 2006 ct José Néstor Pékerman – allora ct dell'Argentina – lo considerava ancora troppo giovane e, eccezion fatta per una fugace apparizione con la Serbia, lo lasciò dietro le quinte. Quattro anni più tardi era in campo quando – con Maradona in panchina-  la Germania rifilò 4 sberle ai sudamericani e li cancellò dal Mondiale. Nel 2014 le cose sembrano andare diversamente: Messi trascina l'Argentina nel girone, realizzando 4 gol in tre partite poi si spegnerà su più bello. Che in Russia sia arrivato il canto del cigno?

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