1 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Villarreal, Cazorla racconta le sue undici operazioni: “Ho pensato di smettere”

Il centrocampista spagnolo è tornato a giocare una gara ufficiale dopo 21 mesi e 668 giorni e ha raccontato il suo calvario dopo le undici operazioni al piede: “Era come se il mio osso fosse diventato plastilina, ho subito 11 operazioni e ho pensato di mollare. Non riuscivo neanche a correre. Adesso dico grazie al Villarreal e alla mia famiglia”.
A cura di Vito Lamorte
1 CONDIVISIONI
Immagine

Sono come un puzzle ci sono parti di me in posti in cui non dovrebbero esserci. Ho combattuto per tutto questo e ora devo sfruttarlo al meglio!

Santi Cazorla il 18 agosto contro la Real Sociedad è tornato a giocare una gara ufficiale dopo 668 giorni di calvario. Il centrocampista spagnolo del Villarreal è stato protagonista di un vero e proprio inferno e in alcuni momenti non riusciva neanche a camminare per colpa di un'infezione batterica che gli "ha mangiato parte della caviglia destra". Dopo una serie di interventi e ricostruzioni, grazie a un trapianto di pelle dal braccio dove prima c'era un tatuaggio; il questo nerissimo tunnel iniziato ai tempi dell'Arsenal è finito ma c'è stato un periodo in cui Santi ha pensato di mollare. Attraverso un'intervista al Daily Mail, il centrocampista ha ripercorso tutti quei momenti no e ora ha una nuova vita calcistica, e non.

Cazorla si è operato ben undici volte al piede destro che l'hanno tenuto fermo per 21 mesi consecutivi e al tabloid britannico il centrocampista ha raccontato così la sua esperienza:

Era come se il mio osso fosse diventato di plastilina, l'infezione l'aveva quasi mangiato. Ho perso 10 centimetri di tendine, sembrava orrendo, ma i medici mi dissero che poteva anche andare peggio. Hanno preso parte della pelle sulla coscia e me l'hanno mesa nel braccio. Questo per coprire l'arteria, perché dovevano prendermi la pelle dal braccio per mettermela sul piede. Così mi hanno fatto un tendine nuovo.

Infine Santi ricorda quando tutto iniziò, contro il Ludogorets in Champions League, e il periodo in cui non riusciva a sopportare più il dolore ma grazie al supporto della famiglia le cose sono andate nel migliore dei modi:

 Più passava il tempo, più stavo male. Tutto è andato avanti fino alla gara contro i bulgari, nell'ottobre del 2016, dove piansi dal dolore. Io ho una soglia davvero alta, ma in quel momento non potevo più sopportare nulla. La mia famiglia mi ha dato la forza per andare avanti, lo dico sempre. Loro mi dicevano, "dai Santi, hai passato anni a combattere. Non puoi mollare tutto perché oggi sei un po' giù! Si sono trasferiti in Spagna dall'Inghilterra.

1 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views