Ventura hai visto Insigne? Altro che panchina, il #24 è un top player vero
Il Napoli riapre il discorso qualificazione al San Paolo con un netto 3-0 contro i temibili ucraini dello Shakhtar. Eppure, a dispetto del risultato, la partita è stata meno semplice di quanto si possa pensare con oltre 60’ minuti giocati alla pari e diverse difficoltà per i partenopei nel trovare il bersaglio grosso.
Al 56’ però, Insigne dà il segnale della svolta e con un meraviglioso tiro a giro di destro da 30 metri, sblocca il punteggio ed il Napoli che, in pochi minuti, si rinvigorisce e sciorina il solito calcio. Zielinski la chiude e poi, a babbo morto, Mertens trova pure il terzo gol per uno score che ribalta la sconfitta dell’andata e mette gli azzurri nella posizione migliore per poter sperare ancora, almeno, per altri 90’. Qui, top e flop della bella serata di Fuorigrotta.
I top del San Paolo
Marlos, una spina nel fianco per il Napoli
Meno appariscente del suo omologo posto dall’altra parte del campo, Marlos, che in teoria avrebbe dovuto subire le sortite offensive dell’ottima corsia mancina azzurra, disputa una gran bella partita: quantità, ripiegamenti difensivi e quella tecnica tutta verdeoro che illumina le giocate. Il mantra è prima non prenderle, è vero, ma quando gli ospiti mantengono il possesso della sfera e attaccano, il brasiliano, pardon il neo-ucraino, fa davvero paura. Suo, infatti, il brivido più penetrante del primo tempo con una sterzata che manda al bar Hysaj e libera il suo destro che, da piede non preferito, si rivela benevolo con un tiro, seppur insidioso, ben respinto dall’estremo difensore Reina. Nel prosieguo del match resta ordinato sulla sua fascia di competenza e si applica bene in entrambe le fasi con guizzi ma anche rientri difensivi di tutto rispetto, eppure, capitola con il resto della squadra sotto i colpi di Insigne, Zielinski e Mertens. Indomito.
Insigne alla Del Piero, che gol per lui
Parliamoci subito chiaro: Insigne è un talento assoluto. Sembrerà superfluo affermarlo ma dati i soli 14’ di gioco nel playoff mondiale concessigli da Ventura, ribadire il concetto potrebbe essere utile, se non altro per evitare che il prossimo Ct, chiunque esso sia, possa ripetere lo stesso, clamoroso, errore. E sì perché Lorenzino, lo scugnizzo azzurro, nel momento del bisogno, nel momento nel quale le speranze di un successo sul ben messo Shakhtar iniziavano a vacillare, ha tirato fuori dal cilindro una rete da grande, da fuoriclasse, da genio del pallone. L’azzurro Napoli, non certo Italia, prende il pallone, dribbla a rientrare un avversario (Butko), ne fa fuori un altro (Fred) e poi alza lo sguardo, osserva Pyatov e lo trafigge con una saetta imprendibile che va a morire nel sette della rete ucraina: 1-0. Un gol ‘magnifico', da cineteca, un gol da Champions, il palcoscenico designato del ragazzo e del suo volenteroso Napoli.
Zielinski e Mertens, uno la chiude l’altro la blinda
Nel corso del match sia Zielinski che Mertens viaggiano sul solco, sullo scosceso crinale, sul labile confine fra mediocrità e eccellenza. L’uno, il polacco, invischiato in mezzo al campo, da mezzala destra, nel traffico della mediana dello Shakhtar e l’altro, il belga, ingabbiato fra le maglie difensive ucraine. Eppure, nel secondo tempo, la svolta. Zielinski, dopo l’uscita dal campo di Hamsik, da mezzala sinistra, si esalta, l’altro, dopo il vantaggio, trova maggiori spazi in attacco. La sintesi delle loro gesta però, si concretizza nel gol del 2-0, il numero #20 invita, il #14 suggerisce, e nel fitto 1-2, Zielinski chiude la contesa: la qualificazione appare meno lontana. E poi, per non scompaginare questo equilibrio, questa simile gara, questa partita a braccetto, Mertens, con un senso del gol da punta navigata, raccoglie una deviazione ravvicinata di Pyatov sigla la rete del definitivo 3-0. Bellissimi, decisivi e speculari.
Fred che partita, domina il centrocampo ucraino
Alla vigilia del match, mister Sarri ne aveva elogiato le grandi qualità parlando di Fred come uno dei calciatori più forti e pericolosi della contesa. Ed il tecnico azzurro, come di consueto, ci vede bene. Il brasiliano, infatti, è autore di una gara davvero straordinaria. Imposta, difende, legge bene il gioco, si mette in visione e gestisce il possesso, indifferentemente col destro e col sinistro, in maniera precisa e autorevole. Una partita eccellente, degna di uno dei migliori interpreti del ruolo con le stimmate del centrocampista, quantità e qualità, moderno. Prodigioso.
I flop di Napoli-Shakhtar
Hamsik ancora una serata no
Sarri, da buon leader, da comandante di una nave che viaggia a gonfie vele, almeno in campionato, difende il suo primo ufficiale Hamsik e fa scudo alle critiche, alle polemiche della vigilia sul rendimento dello slovacco e, infatti, lo manda anche stasera in campo. Ma il naufragio è dietro l’angolo con una prestazione volitiva, generosa, prodiga ma parimenti sterile e poco efficace. I suoi errori in costruzione, i suoi rari inserimenti senza palla e quei tocchi sempre leggibili e tardivi finiscono per deprimerlo con una performance discreta, lontana dall’Hamsik d’antan ma coerente con un periodo più da mozzo che da primo ufficiale con, sullo sfondo, quel record di Diego come zavorra inconscia. Poeta maledetto.
Butko inguardabile, prestazione da dimenticare
Nello Shakhtar tutto brasiliano con diversi verdeoro in squadra, Butko, uno dei pochi esponenti del calcio ucraino, fatto in casa, mette in mostra tutti i limiti di una scuola molto meno prolifica di quella sudamericana. Il terzino basso degli ospiti, infatti, pur senza un Ghoulam da dover controllare, si rivela essere fra i peggiori dei suoi con una partita sufficiente in fase attiva ma mediocre in fase di non possesso con un cliente difficile come Insigne da fronteggiare ma un senso dell’anticipo e della posizione tutt’altro che precisa. Sulla rete dell’1-0, infatti, si fa saltare troppo a cuor leggero e poi, alcuni minuti più tardi, si dimentica di Mertens alle sue spalle regalando una palla che poteva offrire il gol del raddoppio ai padroni di casa. Insomma, nel mare magnum della qualità verdeoro, la sua è una gara censurabile.
Maggio non ingrana, troppo fuori dal gioco
L’infortunio di Ghoulam grava sulla squadra ma anche, se non soprattutto, sull’esterno italiano. Maggio, infatti, viene chiamato in causa nel suo ruolo natio, quello del terzino, palesando però la sua scarsa attinenza col gioco ed il tiki-taka sarriano. I suoi mezzi tecnici, mai preoponderanti fra le sue skills, non sembrano all’altezza del palleggio azzurro con tocchi difficoltosi, controlli problematici e quel suo motore nei quadricipiti mai azionati dal resto dei compagni. Certo, la corsia destra partenopea non è mai stata quella più percorsa e utilizzata in fase d’attacco con Hysaj spesso bloccato e gli altri a prendersi cura della fase offensiva, eppure questa tendenza finisce per penalizzare il numero #11, stretto fra le discese di Bernard ed una impostazione palla al piede di sicuro precaria per una prestazione, tutto sommato, volenterosa ma rivedibile. Bocciato a metà.
Tabellino e voti
Napoli (4-3-3) Reina 6.5; Maggio 5.5, Raul Albiol 6, Chiriches 6, Hysaj 6; Zielinski 7 (Dal 86’ Mario Rui s.v.), Diawara 6.5, Hamsik 5.5 (Dal 77’ Rog 6.5); Insigne 7.5 (Dal 65’ Allan 6.5), Mertens 5.5, Callejon 6, A disposizione: Sepe; Maksimovic, Mario Rui; Jorginho, Allan, Rog; Ounas. Allenatore Maurizio Sarri 6.5
Shakhtar Donestk (4-2-3-1) Pyatov 6; Butko 5, Ordets 5.5, Rakitsky 6, Ismaily 5.5; Fred 7, Stepanenko 6 (Dal 70’ Stepanenko 5.5); Marlos 6.5 (Dal 79’ Dentinho s.v.), Taison 5.5, Bernard 6; Ferreyra 5.5. A disposizione: Shevchenko; Azevedo, Khotcholava; Alan Patrick, Kovalenko; Leschuk, Dentinho. Allenatore Paulo Fonseca 5.5
Infortunati e indisponibili
Napoli: Ghoulam (5 mesi), Milik (4 mesi), Koulibaly (squalificato).
Shakhtar Donetsk: Kryvstov, Malyschev e Srna (squalificato)
L’arbitro è Damir Skomina
L’arbitro della contesa è Damir Skomina della federazione slovena, i suoi assistenti, Jure Praprotnik e Robert Vukan, gli assistenti arbitrali aggiunti Matej Jug e Slavko Vinčić, il quarto uomo: Tomaž Klančnik. Il delegato Uefa, invece, è il tedesco Markus Stenger mentre l’osservatore dell’arbitro è l’ellenico Georgios Bikas. Tre i precedenti del direttore di gara di Capodistria con il Napoli in Champions con un bilancio di 2 vittorie ed una sconfitta. I successi si riferiscono al 2-1 casalingo contro il Manchester City nell’edizione della ‘coppa dalle grandi orecchie’ del 2011/12 e ai preliminari di quest’anno, quando, il fischietto Skomina ha diretto la sfida di ritorno degli azzurri a Nizza con un rotondo 2-0 esterno. La sconfitta, invece, riguarda il 3-1 subito negli ultimi Ottavi di finale di Champions 2016/17 col Real corsaro al San Paolo.
Precedenti azzurri con le compagini ucraine
Lo Shakhtar ha ottenuto contro squadre italiane, su 19 (ora 20) gare totali, 5 successi, 2 pareggi e 12 (ora 13) sconfitte con 40 (ora 43) reti subite e 16 a referto. L’ultimo incrocio con una compagine del nostro Paese, prima della sfida d’andata con la vittoria per 2-1 al Metalist Stadium di settembre, nella fase a Gironi della Champions League 2012/13 con uno 0-1 casalingo (Autogol di Kucher) contro la Juventus. Il Napoli, invece, in 7 (ora 8) sfide complessive contro compagini ucraine ha rimediato 2 (ora 3) vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte con 9 (ora 12) gol fatti ed 11 subiti. Ultimo confronto, precedente a quello dell’andata a Kharkiv, il 23 novembre del 2016 a Napoli contro la Dinamo Kiev con risultato di 0-0.