Valentino Rossi a Buffon: “Non badare agli invidiosi. Se hai voglia, continua a giocare”

Secondo me dà più gusto ed è più facile dire che uno è finito, invece di riconoscere come abbia le palle e sia ancora lì a provarci.
Provate a pronunciare la parola ‘ritiro' al dottor Rossi e vi fulminerà con un'occhiata oppure inizierà a sgommare intorno fino a farvi scomparire in una nuvola di fumo. Vale per sé stesso e per Gigi Buffon, il portiere della Juventus e della Nazionale al quale il campione del mondo della MotoGp dà un consiglio personale: ascoltare solo la propria voce interiore e non quella degli altri che, a 40 anni, gli suggeriscono di appendere i guantoni al chiodo, chiudere la carriera da calciatore e dedicarsi ad altro. Magari a un ruolo dirigenziale nel Club Italia, così da accompagnare la rifondazione della Nazionale uscita con le ossa rotte, umiliata ed esclusa dalla partecipazione alla Coppa del Mondo in Russia nel doppio confronto dei playoff con la Svezia. Concetto semplice, semplice: se ce la fai, se hai ancora fuoco dentro e abbastanza stimoli, energie come fossi un ragazzino allora non fermarti. Meglio, non lasciarti che altri ti fermino.
Buffon deve continuare assolutamente. Se ha voglia. Penso che lui lo sappia se può essere ancora al top – ha raccontato il pilota di Tavullia nell'intervista alla Gazzetta dello Sport -. C'è tanta invidia nei nostri confronti? Sì. Ci sono due tipi di persone: quelli che apprezzano se un altro è un grande, e godono un po' anche loro. E quelli invidiosi, che riflettono la propria piccolezza sugli altri. In Italia va di moda farlo.
Cosa farà Buffon: dirà addio al calcio giocato a fine stagione oppure continuerà? Tutto lascia presagire che la prima opzione sia quella più opinabile. Una sola cosa può fargli cambiare idea, facendo slittare di qualche mese la data del proprio addio: in caso di vittoria della Champions attenderebbe ancora qualche mese per disputare il Mondiale per Club. Diversamente, per lui sembra già pronto un ruolo nello staff della Nazionale, che sia dirigenziale oppure tecnico (nella rosa dei collaboratori del nuovo ct) lo si vedrà nelle prossime settimane. Per adesso c'è ancora una sfida da portare a termine: vincere il settimo scudetto e sollevare il trofeo tanto ambito a Kiev, nella finale di Coppa.