Buffon non torna indietro: “Mi ritiro, ma resto un soldato al servizio del calcio”
Nessun ripensamento dell'ultima ora: Gianluigi Buffon si ritirerà dal calcio giocato a fine stagione. Comunque andrà a finire. Nemmeno la fortissima delusione dell'eliminazione della Nazionale ai prossimi Mondiali in Russia è riuscita a far tornare sui propri passi il portiere della Juventus. I guantoni si sporcheranno fino a giugno, poi basta. Il tempo è arrivato, la decisione presa, con serenità e consapevolezza. Di certo Buffon resterà nel giro del calcio italiano e non solo probabilmente con un ruolo ben preciso in seno alla Juventus, il suo club di sempre al quale è totalmente legato e debitore.
Se è vero che il calcio dà tanto è pur vero che il calcio riceve moltissimo a chi vi sa dedicare vita e pensieri. E' il caso di Gigi Buffon che ha dedicato il proprio cammino professionale e personale al mondo del pallone, concedendo perle e ricevendo allori. Un mutuo scambio in cui chi ha dato ha ricevuto anche tantissimo e per questo oggi, alla soglia di 40 anni, può ritenersi soddisfatto e ritirarsi serenamente.
Il soldato a disposizione del calcio italiano
Lo ha ribadito, Buffon, a scanso di ulteriori equivoci: a fine stagione si ritira dal calcio giocato. A ribadirlo in questi giorni, una intervista rilasciata ai tedeschi di Der Spiegel. Il pallone resterà una priorità e una missione che continuerà ma in vesti differenti. Il ‘soldato' Buffon si congeda ma non diserta: "Mi sento come un soldato al servizio della mia squadra e del mio Paese. Molto probabilmente smetterò, ma sarò sempre a disposizione della Juventus e della Nazionale. Un uomo di quasi 40 anni ha il dovere di dare spazio agli altri e con la mia presenza so che potrei ostacolare la crescita di altri ed è quello che non voglio. Se dovesse esserci bisogno di un portiere e mi dovessero chiamare, io risponderò sempre anche a 80 anni!".
La Juventus e la mentalità vincente
La storia di Buffon è legata al club bianconero che ha sposato agli inizi del terzo millennio lasciando la sua amata Parma per una avventura che si è rivelata decisiva e straordinaria. Il segreto è stato dedicarsi ad un club in cui nulla viene lasciato al caso, grazie alla dirigenza e ad una struttura come nessuna in Italia: "Il segreto della Juventus è quello di essere un club che ha dei valori che vengono trasmessi. L’input arriva dalla proprietà, cioè dalla famiglia Agnelli, e dal loro modo di vedere la vita. Nel 2001 arrivai qui dal Parma e per i primi mesi mi sono sentito come di vivere in un altro mondo dove tutto si fa con la massima professionalitá".
Il rimpianto Mondiale e l'assenza di talenti
La Juventus, il grande amore, la Nazionale la grande passione. Approdare in Azzurro e vincere il Mondiale nel 2006 è stato il momento più alto della carriera con l'Italia del portiere bianconero: "La delusione per il Mondiale è forte ma il nostro Dna è sempre lo stesso. Abbiamo uno spirito combattivo. Mi è dispiaciuto molto per il Mondiale mancato, probabilmente lo rimpiangerò per tutta la vita. Questo di per sé non è sufficiente per fare bene se non c’è il talento. Fino a qualche anno fa avevano giocatori del talento di Pirlo, Baggio, Totti e Del Piero… dobbiamo tornare a cercare il talento".
La consacrazione di Neuer
Infine, il pensiero va ai suoi possibili successori in campo internazionale. Tra questi, Buffon elegge Neuer, il portiere del Bayern Monaco e della Germania campione del Mondo in Brasile, da molti considerato il più forte portiere attualmente in circolazione: "E' un portiere di altissimo livello, anche con i piedi e il modo con cui interpreta il gioco è straordinario, con riflessi eccellenti. È da anni che dico che é uno dei migliori, se non il miglior, portiere al mondo"