Tavecchio: “Italia al Mondiale con Conte. Con la Svezia ci volevano Balotelli e Insigne”
La Svezia che ci aveva eliminato con tanto disonore, lasciandoci fuori dal Mondiale, è agli ottavi di finale di Russia 2018. Ha fatto fuori (anche) la Germania campione in carica e adesso all'orizzonte ha un match abbordabile grazie alla buona sorte che l'ha lasciata nella parte più agevole del tabellone sbilanciato. Da una parte (quasi) tutte le big, dall'Argentina al Brasile, dall'altra un percorso più ‘agevole' che, superata la Svizzera, troverebbero la vincente di Colombia-Inghilterra. A parlare di quella ‘maledetta' (dal punto di vista sportivo) serata è stato l'ex presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, raccontando nell'intervista alla Gazzetta alcuni retroscena di quel periodo che ha segnato il punto più basso per il calcio tricolore.

Riflettori puntati sulla sfida di ritorno a San Siro dopo il ko di misura (1-0) incassato dagli Azzurri a Solna. C'è necessità di segnare almeno un gol per rimettersi in carreggiata e serve farlo sfruttando armi e calciatori adatti per fronteggiare la fisicità dei difensori avversari e al tempo stesso la staticità del loro reparto arretrato. Mario Balotelli e Lorenzo Insigne sembrano i calciatori perfetti per questo tipo d'interpretazione tattica ma né l'uno (neanche convocato) né l'altro troveranno spazio nelle scelte dell'ex ct Ventura.
In occasione della gara di Milano dissi a Ventura ‘Sono venuti in 30mila da Napoli' e cercai di fargli capire che forse doveva far giocare Insigne. Strigliai anche Oriali, ma è andata male. Balotelli? Non c’erano veti su di lui, almeno così mi disse il commissario tecnico. Mario era il mio preferito.
A vedere dov'è la Svezia oggi un po' viene il magone (magari avremmo potuto esserci noi), un po' solleva dalla delusione di essere stati estromessi proprio dagli scandinavi. Non è un'assoluzione, però Tavecchio ci tiene a precisare come non fosse poi così folle quando sosteneva che a loro bisognava fare attenzione… che erano pericolosi.
Tutti mi dissero che ero un pazzo quando sostenni che non eravamo stati fortunati – ha aggiunto Tavecchio -. Invece loro sono forti, lo stanno dimostrando in Russia. Però se non segni hai sempre torto, e noi purtroppo non abbiamo segnato…
Avrebbe voluto Carlo Ancelotti alla guida della Nazionale ma costava troppo. Così Carlo Tavecchio concede un altro piccolo retroscena – meglio, un rimpianto – quando parla della scelta del commissario tecnico preso dopo l'Europeo del 2016 in Francia.
Dovevo accontentare le richieste economiche di Antonio Conte. Ne guadagnava 4, ce ne aveva chiesti 6.5. Sarebbe rimasto azzurro e magari adesso saremmo in Russia. Ventura era la prima scelta di Lippi, per noi venivano prima Donadoni e poi l’ex ct e De Biasi. Ancelotti? Costava troppo.