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Serie A 2019-20, Juventus anno zero: Rabiot e Douglas i jolly di Sarri, CR7 una certezza

Che Juve si presenta ai nastri di partenza del campionato? Il 4-3-3 di Sarri in estate ha mostrato luci e ombre. Ha convinto nella costruzione del gioco, con l’ex Psg già a suo agio come mezzala. Ancora da affinare, invece, gli automatismi davanti. Resta aperta la questione Dybala. Douglas Costa ha convinto più di Bernardeschi. De Ligt deve adattarsi a un nuovo modo di pensare, come Pjanic.
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Un progetto di rivoluzione filosofica richiede tempi lunghi di apprendimento e di applicazione. Sarri, che non andrà in panchina contro Parma e Napoli per la polmonite sta cercando di guidare la Juve verso i suoi principi, e come tutti i percorsi di rinnovamento anche questo procede per prove ed errori. Nelle amichevoli estive la Juve ha dato l'impressione di essere un cantiere aperto, ma con una consapevolezza crescente che si sono tradotti nei 27 tiri e nel 60% di possesso palla contro l'Atletico Madrid. Ma se in campo, un'identità comincia a maturare, fuori dal campo la campagna acquisti in uscita procede fin troppo a rilento.

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De Ligt ha bisogno di tempo

In difesa, Chiellini ha già incoronato De Ligt, uno dei difensori più costosi nella storia del calcio. “E' un ragazzo molto in gamba che non scopro certo io. Era il giovane difensore più ambito d'Europa e siamo stati bravi a prenderlo. Potrà crescere e fare bene nei prossimi anni. Quest'anno sono arrivati giocatori importanti che aumentano il valore potenziale della squadra, ma poi tutto passa dal sacrificio e dal lavoro quotidiano” ha detto dopo il vernissage stagionale a Villar Perosa. Ma gli servirà del tempo per cancellare quel che resta dello stile Ajax, più energico, e passare alla filosofia di Sarri che alla sua difesa chiede di “imparare a difendere ciò che ha davanti e non quello che ha alle spalle”.

Le scelte della società sembrano indirettamente confermare la validità anche delle idee di Allegri. Il precedente tecnico bianconero, infatti, ha dato poco spazio a Rugani che si pensava potesse aumentare il minutaggio con il suo mentore all'Empoli: ma il club sta pensando di venderlo. L'altra indiretta rivincita riguarda Cancelo, considerato troppo offensivo e sostituito con un terzino di impostazione differente come Danilo.

Laschermata OptaPro mostrano lo stile diverso dei difensori nella fase di possesso. Blind è più portato a uscire palla al piede, De Ligt a farla girare
Laschermata OptaPro mostrano lo stile diverso dei difensori nella fase di possesso. Blind è più portato a uscire palla al piede, De Ligt a farla girare

Rabiot la sorpresa dell'estate

Il passaggio da una fisionomia più flessibile con giocatori interscambiabili in grado di occupare più posizioni anche nella stessa partita a una partitura più strutturata, coinvolge inevitabilmente il centrocampo. È il reparto da cui dipende l'efficacia dell'interpretazione, la bontà dell'esecuzione. In pochi, in questa Juve del cambiamento, si sarebbero aspettati un impatto così rapido e immediato di Rabiot che come mezzala sinistra ha in un amen scavalcato Matuidi nelle gerarchie. Da quel lato, è andato a formare il triangolo nel quale si concentra la componente ideativa del gioco.

Le prime settimane di Sarri in bianconero hanno anche permesso a Khedira di recuperare una dimensione di sicura centralità. Il rigore, la facilità elegante con cui fa scorrere il pallone, le letture in fase di non possesso e gli inserimenti senza palla, hanno esaltato capacità di adattamento che gli hanno permesso di farsi stimare presto praticamente da tutti gli allenatori con cui ha lavorato.

Il ritmo comunque non può più essere quello dei tempi migliori. Motivo per cui si può ipotizzare nel lungo periodo una sorta di ideale passaggio di consegne con Ramsey, una volta recuperato definitivamente sul piano atletico. Le sue qualità nel gioco corto, il suo essere intuitivo nelle due fasi e nella creazione di spazi, garantirà un salto di qualità nel momento in cui la Juve si troverà a riguadagnare campo nelle transizioni.

Il dubbio Pjanic

Il 4-3-3 di Sarri ruota intorno al regista basso. Con Jorginho al Napoli e al Chelsea, il tecnico si è abituato ad avere in quel ruolo un giocatore che coniugasse velocità di pensiero, desiderio di precisione e orchestrazione del gioco a un tocco o due. Un regista capace di pensare al suo stesso ritmo, di viaggiare sulle stesse frequenze del tecnico e dei compagni. Finora, però, il centro di gravità permanente della Juve, l'uomo da 150 passaggi a partita, ancora viaggia fuori tempo in troppi momenti dei match. Pjanic, infatti, tende ancora a portare troppo palla nonostante due mezzali che invece dettano il passaggio con crescenti automatismi.

Douglas Costa, che inizio

Nella colonna delle note positive delle amichevoli estive rientra Douglas Costa. Il brasiliano, da subito funzionale a un'idea di squadra in cui c'è un posto per ogni calciatore e ogni calciatore ha il suo posto, nella precisione che deriva dalla ripetizione di movimenti semplici cui applicare una quota di improvvisazione creativa, può trasformare quei limiti di spazio e di tempo nel confine di un'evoluzione, nel percorso verso uno standard più elevato di efficacia e concretezza. Un percorso nel quale sembra ancora pienamente avvolto Bernardeschi, come una crisalide ancora non esplosa di colori in farfalla.

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Quanti dubbi in attacco

La presenza di Cristiano Ronaldo, se n'era già accorto Allegri, è insieme causa e soluzione delle incertezze identitarie in attacco. Soluzione perché porta una qualità e una visione del gioco superiori. Ma in certi momenti, è tale la differenza da deresponsabilizzare i compagni, che si fidano e a lui si affidano. Poi, c'è da considerare l'aspetto tattico. Accomodare la squadra perché CR7 possa esprimersi al meglio non è missione comoda. Anche perché un vero centravanti non c'è, e questa è una delle mancanze principali della squadra a poche ore dall'inizio del campionato e a una settimana dalla chiusura del mercato. Higuain, che pure ci mette tutto l'impegno ma non è più il Pipita di Napoli, e Mandzukic sembrano destinati a un futuro lontano da Torino.

Dybala, il più motivato a restare, non si inserisce nei canoni del 4-3-3 come esterno e al massimo potrà agire da punta di manovra come il primo Mertens a meno di trasformare il modulo in un 4-3-1-2 con la Joya dietro le punte. L'impossibilità di trovare un punto di incontro fra le troppe divergenti linee della fermezza nel caso Icardi hanno spiazzato il club e lasciato al tecnico un busillis di non immediata soluzione. Anche perché c'è da comunicare la lista Uefa e la Juve ha bisogno di vendere per alleggerire il monte ingaggi in vista dell'anno prossimo e dei conti venturi sul fair play finanziario. Solo dopo potrà iniziare davvero il progetto sarriano di rivoluzione bianconera.

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