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Sarri ‘zero tituli’, ancora Ko con Guardiola. Il Community Shield è del Man City

Guardiola batte Sarri e conquista il Community Shield 2018 nell’antipasto ufficiale della stagione inglese. Il derby del tiki-taka va alla squadra, al momento, più forte, rodata e completa con Aguero terminale ultimo, leader e goleador decisivo a Wembley. Sponda Blues, male Jorginho, che soffre il pressing avversario, e Morata con Hudson-Odoi una delle poche note liete del pomeriggio londinese.
A cura di Salvatore Parente
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L’esordio ufficiale di mister Sarri in Inghilterra è un autentico incubo per l’ex allenatore del Napoli che, a Wembley, nello stadio inglese per eccellenza, è costretto a cedere ancora una volta il passo a Guardiola e al suo Manchester City. Finisce 2-0 per i Citizens anche se, numeri alla mano, il passivo poteva essere ancora più ampio con la prestazione di oggi a evidenziare il differente stato di avanzamento dei progetti tecnici di Chelsea e Man City: in fase embrionale il primo, consolidato dopo quasi due anni di gestione Pep, il secondo.

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E così, al termine di 90’ intensi minuti con i Citizens padroni fin da subito del match, ecco duelli individuali e di reparto di questa FA Community Shield edizione 2018.

Aguero segna, Morata no: la sfida delle punte è tutta per l’argentino

Il gioco del calcio è tutto qui: chi segna e mette punti sul tabellino e chi non ci riesce e si condanna alla sconfitta. Semplificazione? Forse, eppure, è quello che succede oggi a Wembley con le due punte di diamante di Manchester City e Chelsea, sia pure supportate da sistemi di gioco differenti, armi finali del gioco prodotto da Citizens e Blues, ad ottenere dividendi differenti.

Dividendi che passano per il possesso palla, il fraseggio stretto, gli inserimenti senza palla ma anche per le magie dei rispettivi attaccanti centrali: Aguero da una parte, Morata dall’altra. Magie che, però, non arrivano da ambo i lati con l’argentino, al momento, in una condizione psico-fisica totalmente opposta a quella dello spagnolo con quest’ultimo incapace di fare breccia fra le maglie della difesa avversaria e l’asso classe ‘88, invece, abilissimo a sfruttare la pur minima indecisione della coppia RudigerDavid Luiz e siglare la rete del momentaneo 1-0 e poi a sfruttare le precise verticalizzazioni delle sue mezzepunte a sostegno in occasione del raddoppio.

Due reti che indirizzano il match e che, in poco tempo, mettono in chiaro le cose: nel duello a distanza fra prime firme dell’attacco, oggi, non c’è partita.

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Hudson-Odoi vs Walker, futuro e presente dei Tre Leoni

Sulla corsia sinistra del Chelsea, quella destra del Manchester City, va in scena un duello generazionale davvero intenso, muscolare, atletico, in pratica: bellissimo. Il 2000 HudsonOdoi contro il ‘90 Kyle Walker. In una decina di anni di differenza, il presente ed il futuro della nazionale inglese. Un futuro, a giudicare dalla pre-season del ragazzino e dal pomeriggio di Londra, meraviglioso col giovanissimo esterno d’attacco di Sarri, forse, unica spina nel fianco della difesa di Guardiola che, però, da quelle parti, può vantare l’esperienza, la bravura ed il dinamismo, terreno sul quale si gioca la sfida individuale, dell’ex Tottenham. L’uno, il primo, ci prova, tenta il dribbling, l’incursione vincente, la serpentina giusta; l’altro, con grande intelligenza tattica e voglia, si frappone fra il canterano Blues e la porta di Bravo mettendo in scena un one-to-one, una battaglia di calcio davvero esaltante. Una battaglia senza né vincitori, né vinti, ma con l’Inghilterra, intesa come Nazionale, a sorridere benevola dei due prodotti locali in campo.

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Jorginho stenta, Foden illumina la manovra

Davanti all’allenatore che lo avrebbe voluto fra le sue fila, Jorginho delude un po’ le attese delineando i contorni di un debutto non proprio da sogno. Guardiola, infatti, conoscendo bene le caratteristiche della mente, del faro, del regista Blues, gli disegna una gabbia, fatta di posizione e fitto pressing, intorno che complica le cose per il playmaker italo-brasiliano stretto non solo nella morsa di Fernandinho ma, anche, in quella delle mezzeali, Bernardo SilvaFoden. L’ex Napoli così, perde fiducia, finisce per giocare solo corto, abbandonando le verticalizzazioni che lo hanno reso famoso anche in Inghilterra, e per mettere in scena, nella terra del teatro, una interpretazione assolutamente non all’altezza della situazione.

Tutt’altra storia, invece, per un altro giovanissimo made in England come Foden che, lanciato dal primo minuto da mister Pep Guardiola, non delude le attese, gioca con personalità, verticalizza col suo dolce mancino e si prenota, per quella che sarà una lunghissima annata, per entrare a pieno titolo nelle rotazioni dell’ex tecnico del Barcellona.

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Modelli di gioco simili, stati dell’arte differenti

Ci si rivede in campionato. Questo è l’auspicio ma anche il pensiero di mister Sarri conscio delle difficoltà di questa gara ma anche del differente stato di avanzamento del progetto tecnico del suo Chelsea. Un Chelsea che giocherà, almeno per caratteristiche, in maniera molto simile al Manchester City ma che non ha ancora avuto il tempo, prima di questa finalissima solo tre amichevoli, di assimilare tutti i dettami dell’allenatore italiano. Una gara, dunque, che regala il trofeo ai campioni d’Inghilterra in carica ma che, allo stesso tempo, restituisce una lezione ai Blues consci della loro attuale inferiorità ma anche punti nel vivo, nell’orgoglio dei campioni, per ripartire e rincorrere, anche se con due anni di ritardo, il gioco, i risultati ed il predominio Citizen.

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Tabellino e voti

Chelsea (4-3-3): Caballero 5; Azpilicueta 5.5, Rudiger 5, David Luiz 6-, M. Alonso 5; Fabregas 5.5 (59′ Drinkwater 5.5), Jorginho 5, Barkley 5.5; Pedro 5.5 (76’ Moses s.v.), Morata 4.5 (69’ Abraham 5.5), Hudson-Odoi 6.5 (59′ Willian 5). A disposizione: Bulka; Christensen, Zappacosta; Moses; Abraham. Allenatore: Maurizio Sarri 5.5

Manchester City (4-3-3): Claudio Bravo 6; Walker 6.5, Stones 6.5 (84’ Otamendi s.v.), Laporte 6.5, Mendy 6.5; Bernardo Silva 7-, Fernandinho 6, Foden 6.5; Mahrez 6+ (68′ Gabriel Jesus 6.5), Aguero 8 (80’ Kompany s.v.), Sané 5.5 (46′ Gundogan 6). A disposizione: Ederson; Kompany, Otamendi; Diaz, Gomes. Allenatore: Pep Guardiola 7

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