Risolto il giallo del calcio: il gol di Hurst nel 1966 era valido!
"They think it's all over" annunciava Kenneth Wostenholme, il leggendario telecronista della BBC. Mancava poco alla festa per il primo, e finora unico, titolo mondiale della Gran Bretagna: "They think it's all over… and it is now", "pensano che sia finita, ed è finita adesso". E invece no. Anche dopo il fischio finale, dopo la consegna della Rimet, dopo la festa, anche dopo quasi mezzo secolo, il ricordo di quella partita rimane. E non solo perché i Tre Leoni smentirono quel loro teorema per cui a calcio si gioca undici contro undici ma alla fine vincono i tedeschi. Ma per quel mistero buffo, quel fuoco fatuo che non lascia cenere e non scioglie la brina, alimentato solo dall'appassionata dietrologia dei tifosi che si aspettano risposte certe anche a domande che nulla possono cambiare: il secondo gol di Geoff Hurst, unico attaccante ad aver segnato una tripletta in una finale mondiale, la rete del 3-2 al minuto 110, era davvero valida? La palla, dopo aver toccato la traversa, è rimbalzata al di là o al di qua della linea? Oggi Sky Sports, grazie alle tecnologie moderne e all'Hawk-Eye, ha risolto il mistero. Il gol era valido, il guardalinee azero Tofik Bahramov, arbitro internazionale per quel giorno in campo come assistente, aveva ragione.
Carragher e la tecnologia – E' un Mondiale curioso, l'unico finora organizzato nella terra degli inventori del football. Un Mondiale iniziato e finito con un giallo. Per risolvere il primo, e ritrovare la Coppa Rimet rubata mentre era esposta a Londra al Westminster Central Hall, è bastato il fiuto del cane Pickles, che diventerà la stella della Coppa del Mondo e reciterà nel film La spia dal naso freddo insieme a Eric Sykes e June Whitffield. Per il secondo, sono serviti quasi 50 anni di attesa e l'aiuto tecnologico di Hawk-Eye e Venatrack, che hanno adattato per lo sport e per la tv britannica un sistema pensato per il puntamento dei missili, in grado di analizzare e restituire la ricostruzione digitale di ogni singolo frame di un filmato. "Si è parlato tantissimo di quel gol" ha detto Jamie Carragher, che ha curato l'analisi del match per Sky. "Sono cresciuto ascoltando un sacco di storie su quel che sarebbe successo durante quell'incontro. E' stato affascinante poter offrire per quella storica partita lo stesso trattamento che riserviamo ai match di Premier League".
Il fotogramma della ricostruzione digitale del gol di Hurst – Sky Sports
Riabilitato Bahramov – Carragher e la tv inglese riabilitano così la figura di Tofiq Bahramov, un'icona sportiva in Azerbaijan, l'unico arbitro a cui sia mai stato intitolato uno stadio, l'impianto nazionale del Paese, originariamente intitolato a Lenin e progettato in onore di Stalin, a Baku. Nel 2004, quando in quello stadio è arrivata l'Inghilterra per una gara di qualificazione ai Mondiali del 2006, suo figlio ricevette i ringraziamenti di Geoffrey Hurst in persona, che gli ha regalato una maglietta con scritto "Cox Sag Ulun", cioè "grazie" in azero. Poi è stata inaugurata la statua in onore di Tofiq con gli immancabili Blatter e Platini. Bahramov si è innamorato presto del calcio, gioca per Spartak, Dinamo e Neftchi Baku dal 1943 fino al 1950, prima di un grave infortunio alla gamba. Ma durante la sfida Dinamo-Iashechi nel 1951, si è offerto di sostituire l'arbitro, impossibilitato a dirigere l'incontro: è l'inizio della sua seconda carriera. Internazionale dal 1964, ha continuato ad arbitrare nella Coppa del Mondo del 1970, in un Europeo, in Russia e nelle competizioni continentali, e ha diretto anche la gara di addio al calcio di una leggenda come Lev Yashin, prima di diventare allenatore del Neftchi e segretario generale della Federcalcio azera.
Bahramov tra storia e leggenda – In una storia così, distinguere la verità dal racconto non è così semplice. Di sicuro, alla fine della partita, il fischietto d'oro previsto solo per l'arbitro viene assegnato a tutta la terna, e la famiglia Bakhramov conserva il suo con orgoglio. Se poi davvero la Regina gli abbia detto che il premio gli veniva offerto per i "servizi resi all'Inghilterra" è più difficile da credere. Così come pare ardita l'interpretazione secondo cui avesse annullato il gol solo perché odiasse a morte la Germania, anche se, questo è provato, durante la Seconda Guerra Mondiale aveva combattuto con l'esercito sovietico contro gli invasori del Terzo Reich. Nella sua autobiografia, Bakharov ha rivelato, come si legge su Repubblica, "che nel party di fine Mondiale al Royal Garden Hotel di Londra, poche ore dopo la partita, l'attaccante tedesco Uwe Seeler gli si avvicinò e gli disse: "Signor Bakhramov, accetti le mie scuse: in campo ho sbagliato a protestare con lei. Ho visto il replay e il gol era valido". Ma la Germania continua a chiamare ogni gol fantasma Wembley-Tor, e ancora negli anni Novanta uno studio dell'università di Oxford aveva decretato che la palla era rimbalzata in parte sulla linea, esattamente per sei centimetri, quindi il gol avrebbe dovuto essere annullato.
Hurst, stavo per lasciare prima – Eppure, questa storia avrebbe potuto avere ben altro finale. Perché Hurst, che ha imparato dal padre, ex calciatore anche lui, a tirare di sinistro, stava quasi per lasciare il calcio qualche anno prima di quel Mondiale. E' uno sportivo polivalente, vince la sua prima medaglia nell'atletica: è victor ludorum, vincitore dei giochi al King’s Road Primary, e si distingue nel salto in alto e nel lancio del disco. Non è un buon corridore, racconta, non è fatto per le lunghe distanze. Buon giocatore di cricket, ha continuato a dividersi fra i due sport fino al 1962. "Giocavo a cricket fino a settembre, ottobre, quando c'era ancora luce la sera. Poi tornavo al West Ham avendo saltato tutta la preparazione estiva e le prime partite di campionato, e facevo grande fatica. Ancora nel 1962, rinunciai al tour con il mio club in Africa per giocare a cricket con la seconda squadra dell'Essex". Una passione, quella per il cricket, che condivide con Sir Bobby Moore. "Abbiamo giocato a cricket insieme a scuola, ma lui si è concentrato solo sul calcio molto prima di me, e infatti era ai Mondiali in Cile in quel 1962. Bobby è stato il miglior giocatore che abbia incontrato, era incredibilmente concentrato eppure durante la finale del '66 sembrava rilassato come se stesse giocando a calcetto con gli amici una domenica mattina qualunque. E aveva una fantastica capacità di leggere il gioco. Il mio terzo gol a Wembley lo dimostra". Il merito della storica tripletta va condiviso anche con Ron Greenwood, il tecnico del West Ham che sposta Hurst da centrocampista a centravanti. "Il primo anno nel nuovo ruolo segnai 14 gol in 27 partite" racconta, "un rendimento che oggi sarebbe celebrato come quello di un grande attaccante. L'anno successivo ho finito la stagione da capocannoniere, poi nel '64 abbiamo vinto la FA Cup e nel '65 la Coppa delle Coppe". Ma ha venduto quasi tutte le coppe, compresa la medaglia per il titolo mondiale. "I miei figli avevano bisogno di aiuto" dirà al Daily Mail qualche tempo fa, "e una medaglia non si può dividere in tre".