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Serie A 2012, le partire della 5a giornata: le big diventano piccole e le “provinciali” protagoniste

I big-match del prossimo weekend sono Cagliari-Udinese, Chievo-Genoa e Atalanta-Novara, tutte squadre che stanno esprimendo bel calcio e che hanno messo in secondo piano le ‘big’, con una classifica di tutto rispetto.
A cura di Alessio Pediglieri
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serie a grandi piccole

Il gioco del "Ciapa no" è molto conosciuto tra gli amanti delle carte ed è una divertente variante del più conosciuto "Traversone", una sorta di "Tressette" più dinamico e vivace. La regola ferrea del "Ciapa no" è che si possa fare solamente con tre giocatori e non più. Forse soltanto questo lo distingue del tutto dall'attuale campionato italiano dove a "nascondersi" in classifica perdendo punti su punti, sono più di tre squadre, almeno sei: Juventus, Napoli, Inter, Milan, Roma e Lazio. Sei ‘decadute', chi più chi meno, che permettono – e questa è l'altra faccia della medaglia – di lasciare cronache e prime pagine al calcio di provincia, delle altre 14 squadre che di solito non hanno visibilità adeguata. Oggi, con le due milanesi e le due capitoline che insieme racimolano la miseria di 9 punti in quattro dopo tre giornate, i titoli sono giustamente tutti per l'Atalanta di Colantuno, il Genoa del ritrovato Malesani e l'Udinese del sempre puntuale Guidolin. Il resto, almeno per il momento, è secondario in un campionato ribaltato nella realtà e nelle Fantaleghe d’Italia.

 Una Dea nell'Olimpo dei primi

Iniziamo dai colori nerazzurri che brillano a Bergamo e rendono ancora più bigi quelli meneghini. L'Atalanta in tre partite ha già raggiunto il suo primo principale obiettivo: annullare la penalizzazione ricevuta per i fatti legati al calcioscommesse in estate. Sei punti che pesavano come un masso e che si sono trasformati in farina: "Ci siamo tolti un macigno" ha sottolineato il tecnico orobico con la squadra che in classifica ha sì un punto ma senza il segno ‘meno' sarebbe prima in classifica a quota sette. E se ‘con il macigno addosso' l'Atalanta ha fatto bene, adesso ci si aspetta che faccia ancora meglio. L'occasione c'è: la quinta giornata in calendario (la quarta, in realtà, in attesa del recupero del 21 dicembre della prima giornata, non disputatasi per lo sciopero dei calciatori), vedrà la Dea ospitare il Novara. Un match che solo 4 mesi fa si disputava in Serie B e che quest'oggi vale una bella fetta di conferme. Conferme per il tecnico che ha saputo dare tranquillità in un ambiente che in agosto era sballottato dal calcioscommesse e per i giocatori con il trio argentino Schelotto-Martinez-Denis che è stato fin qui l'asse portante di una squadra che appare avere tutto per durare nel tempo. Il Novara da par suo, dovrà dimostrare che la bella prova contro l'Inter non sia stata una semplice avventura fugace: Tesser proverà a far punti anche a Bergamo, forte dell'entusiasmo del gruppo e nell'avere poco o nulla da perdere.

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 La maturità di Malesani contro il ritrovato Chievo

Stesso dicasi per il Genoa di Malesani, primo in classifica insieme a Udinese e Juventus ma ‘primissimo‘ per gol realizzati (ben 7, contro i 6 dei torinesi e i 5 dei friulani). I rossoblù stanno dimostrando di divertirsi e giocare un ottimo calcio: Preziosi in estate ha cambiato rotta in panchina prelevando un tecnico che fino ad oggi aveva fatto bene in Provincia ma senza raggiunger traguardi importantissimi. In questi primi minuti di campionato, Malesani ha dato segnali esaltanti: non tanto con una squadra che è in vetta al campionato (cosa non da poco ma facilitata dalle scivolate altrui), quanto per aver messo in campo sempre un collettivo maturo, equilibrato e conscio delle proprie potenzialità. Questo Genoa non è semplicemente Palacio, l'argentino – ancora un altro… – che sta facendo venire la gastrite agli osservatori interisti, ma è anche Jorquera (vero nome nuovo), Kucka (ottima conferma), Costant (pronto a sorprendere), Frey (solita sicurezza). Una spina dorsale tosta che si cimenterà contro il Chievo, fresco della vittoria contro il Napoli e per questo, avversario su cui si valuteranno le reali intenzioni dei liguri. I veronesi hanno riscoperto il bomber Moscardelli, si sono accorti di non essere più Pellissier-dipendenti e Di Carlo sembra star trovando gara dopo gara, la quadratura del cerchio.

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 Per Guidolin, test-macth col Cagliari di Ficcadenti

Tra questi due ‘aticipi‘ big-match senza le ‘grandi‘, spicca anche il match dell'Udinese capolista: i friulani andranno in Sardegna, contro il Cagliari di Ficcadenti, altgra squadra che in questa prima parte di campionato ha fatto vedere bel gioco e idee chiare. Che hanno portato punti importanti in classifica e due vittorie prestigiose contro Roma e Novara. Guidolin si giocherà ancora in trasferta, come è capitato a San Siro contro il Milan, le proprie chances da leader della Serie A. Al contrario dell'anno scorso, nella sua Udinese attuale non spicca alcuna stella. Non ci sono Sanchez, Zapata, Inler a fare la differenza. Ma la differenza la sta facendo comunque il gruppo, un gruppo nuovo rinnovato nei protagonisti che ogni domenica scendono in campo. Unico elemento comune – e fondamentale – è soltanto Antonio Di Natale che sta confermando una media-gol da tre anni a questa parte come nessuno mai nel nostro campionato. Contro il Cagliari sarà partita vera perchè gli isolani di Ficcadenti non hanno mezze misure e anche la sconfitta di Palermo ha dato segnali comunque positivi di un gruppo che ha saputo reagire ad un triplo – e ingiusto – svantaggio.

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Ranieri, la prima a Bologna; Conte sfida il Catania del traballante Montella

Detto delle cosiddette ‘piccole', ecco invece l'appuntamento dei club che contano, o dovrebbero contare. Occhi puntati sull'Inter di Ranieri, nuovo allenatore dopo Gasperini, chiamato ad una pronta vittoria senza indugi nè scusanti a Bologna, sabato pomeriggio alle 18. Un impegno tutt'altro che facile, complicato dalla squalifica di Ranocchia e dall'infortunio di Sneijder oltre che dall'affrontare un avversario pimpante e motivato dopo il pareggio a Torino contro la Juventus. Eccola, la Juventus, quella che tra le big sta meglio, almeno in classifica. Conte è scivolato sulla buccia di banana felsinea ma non si preoccupa: il gioco e la grinta espresse sono da grande squadra che ha come obiettivo la vittoria finale. A Catania non sarà facile: Montella sembra essere arrivato già all'ultima spiaggia e contro i bianconeri, tutta la terra etnea tiferà per Maxi Lopez e compagni. Non dovrebbe essere un match impossibile per la Juve ma è di certo un bel test per capire dove possa arrivare questa Juventus che ha sì fallito la prima fuga di stagione ma che ha in mano – al momento – il proprio destino.

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 Il Cesena cerca la prima vittoria contro il Milan degli infortunati

Il Milan incerottato e senza l'infortunato Pato si troverà a San Siro un Cesena ferito. Allegri non è felice: la squadra manca di sei-sette titolari, la rosa è quella che è e gli unidici titolari peccano in qualità. Certo, contro il Cesena il tasso tecnico rossonero resta sempre due spanne sopra perchè anche senza Boateng, Gattuso, Pato e Ibrahimovic, si inseriranno giocatori di qualità come Aquilani, Nocerino, El Shaarawy. Tuttavia, il clima attorno a Milanello è un po' meno sicuro dopo il rischio corso contro l'Udinese: l'allerta è al massimo e la tensione si fa sentire anche se Galliani prova a mascherarla dietro alle vittorie di scudetto e Supercoppa. Per ciò che riguarda il Cesena, la situazione è di allarme rosso acceso: la squadra affidata a Giampaolo è l'unica ferma ancora al palo, zero punti, l'alter-ego della rivelazione dell'ultimo campionato. Un dato preoccupante lenito solo dall'anomala classifica cortissima che può permettere di tutto. E così è lecito sperare in un colpaccio contro un Milan non più imbattibile; Campedelli ha segnato la via: "Lasciare le individualità e puntare sul collettivo, come l'anno scorso".

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 La Roma senza vittorie a Parma, la Lazio contestata sfida il Palermo

Infine, le romane. Luis Enrique ha ricevuto i suoi primi fischi all'Olimpico dopo il pareggio in Roma-Siena 1-1, adesso c'è la delicata e non facile trasferta di Parma. La prima vittoria ancora non è arrivata, mentre è giunta l'ennesima rivoluzione nella squadra titolare, voluta dal tecnico spagnolo che ha – almeno – messo alla luce il problema di questa Roma: i giocatori sono intimoriti, non supportati dai risultati sul campo. Potrebbe essere l'acqua calda e qualcuno potrebbe ricordare che se quello è il problema, l'allenatore è lì proprio per risolverlo. E da questo punto di vista, Luis Enrique non si è tirato indietro: "Sono io l'unico responsabile di ciò che accade in campo. Non nascondo che siamo ancora lontani da ciò che voglio". A Parma, ovviamente, sperano che sia davvero così per ripetere la vittoria interna col Chievo. Così come lo spera, per ragioni di antagonismo cittadino, la Lazio di Reja che dovrà pensare al Palermo. Un altro match non semplice e sulla carta equilibrato. I capitolini sono obbligati davanti al proprio rumoroso pubblico a trovare la seconda vittoria consecutiva per dare una ‘sterzata' al proprio campionato, ma si ritroveranno di fronte una delle squadre più motivate del momento: il Palermo di Mangia, capace di bastonare l'Inter, scivolare a Bergamo e risollevarsi contro il Cagliari dando tantissimo entusiasmo ad un ambiente che credeva di doversi semplicemente salvare.

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