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Rafinha e Gomez ci provano ma Masiello chiude tutto (e tutti). Icardi spettatore non pagante

L’Inter non sfonda, non supera il muro atalantino e, pur mettendo insieme nella ripresa un buon gioco ed un discreto ritmo, non espugna l’Atleti Azzurri d’Italia. Un pari pericoloso in chiave europea con diversi segnali negativi: uno su tutti, lo stato di forma di Maurito Icardi.
A cura di Salvatore Parente
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L’Inter non va oltre lo 0-0 a Bergamo con l’Atalanta e perde la ghiotta occasione, in chiave Champions, di guadagnare punti utili e sfruttare il derby capitolino fra Roma e Lazio. Un pari dai due volti però con una Inter brutta, sporca, cattiva e provinciale nella prima frazione di gioco e arrembante, volitiva e viva nella ripresa.

Eppure, questa metamorfosi, questa positiva trasformazione, arrivata anche a causa del contestuale calo dell’Atalanta, non basta con gli orobici bravi a sigillare il punteggio e rispedire al mittente le mire di successo della banda Spalletti.

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E così, dalle buone prove di Gomez e Rafinha, passando per le delusioni Icardi e Cancelo, ecco top e flop dell’Atleti Azzurri d’Italia.

I Top dell’Atleti Azzurri d’Italia

Rafinha luce dell’Inter, bravo soprattutto nel primo tempo

In una Inter, specie nella prima frazione di gioco, a tratti, rinunciataria, sia pure con due importantissime occasioni per il vantaggio con Perisic, ad emergere nella mediocrità generale è il talento di Rafinha. L’ex Barcellona, infatti, come detto, nel primo tempo, mette insieme una partita solida, concreta con diverse giocate utili per la squadra, alcuni illuminanti assist in contropiede ma anche tanti tentativi di creare gioco e legare i reparti fra la timida mediana e l’isolato Icardi. Missione compiuta, in svariate circostanze, col numero #8 nerazzurro a vestire gli scomodi panni, in una serata di certo non brillante, di unica, o quasi, fonte di gioco meneghina. Una fonte che però, si spegne all'improvviso per via di un cambio, che pare pure non accettato al meglio dal ragazzo, al 26′ del secondo tempo.

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Gomez irresistibile, è lui l’attacco orobico

Se Rafinha, per l’Inter, rappresenta l’ancora di salvezza, il baluardo, il bastione a cui aggrapparsi per trovare situazioni di pericolo sulla trequarti, l’argentino Gomez, dall’altra parte, è più di mezzo attacco per l’Atalanta. Pur sprecando una grossissima occasione in avvio col suo piattone destro, dopo scambio stretto con Cristante, che si spegne di poco a lato, infatti, l’ex Catania organizza ogni tentativo orobico di successo cercando di appoggiare, aiutare e servire al meglio il giovane ancorché inesperto Barrow divenendo, per via anche dell’assenza di Petagna e soprattutto di Ilicic, la mente offensiva degli uomini di Gasperini. Dribbla, pressa, crea grattacapi, carica di gialli la difesa avversaria ed illumina la manovra trasformandosi in una autentica spina nel fianco per Skriniar e Miranda. Nel secondo tempo, come tutta la sua squadra, cala e trova poche situazioni nelle quali mettersi in evidenza pur non uscendo dal giro dei migliori della contesa.

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Masiello rude ma efficace, blinda lo 0-0

In una sfida che sembra sin dal primo minuto un chiaro 0-0, le difese, e quindi i difensori, riescono ad avere la meglio sui loro diretti avversari. Gli attaccanti, appunto. E in questa serata, nella quale i reparti offensivi non riescono ad incidere e a mettere insieme molte occasioni importanti per sbloccare il punteggio, alcuni centrali, come ad esempio Masiello, si esaltano e trovano, fra anticipi, respinte e spazzate, pane per i propri denti. E proprio il #5 bergamasco, è la metafora della involuzione, in termini di gioco, dell’Atalanta incapace, nella ripresa, di replicare la buona prima frazione di gioco con lo stopper bergamasco chiamato dunque a resistere ai tentativi meneghini.

Tentativi però, andati a vuoto grazie alla complicità di Berisha ma anche per merito dell’esperienza, della grinta e della determinazione dell’ex Bari.

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I flop di Atalanta-Inter

Cancelo delude, male al posto di Candreva

Spostato più avanti al posto di Candreva rispetto al suo ormai usuale ruolo di terzino destro, il laterale Cancelo mostra tutti i limiti ed i rischi di questa scelta. Quasi come soffrisse di labirintite, infatti, il lusitano perde l’orientamento, si smarrisce e, 30 metri più avanti, si dimentica di quanto sia bravo tecnicamente ed in dribbling finendo per scontrarsi, sempre, sul muro di gomma eretto dal suo dirimpettaio Gosens. Un muro che lo respinge, spesso con perdite, e ne annulla, in pochi minuti, l’effetto sorpresa. Un effetto sorpresa che si materializza e torna di attualità nel secondo tempo, col contestuale calo fisico del suo diretto avversario ma che non modifica granché la performance dell'ex Valencia incapace, eccetto qualche spunto, di creare superiorità numerica sulla fascia. Deludente.

Perisic impreciso, quanto pesano i suoi errori in fase di realizzazione

Quando il croato, uomo barometro dell’Inter, non gira, tutta la squadra ne risente. È lui, forse come Icardi, il vero uomo indispensabile dei nerazzurri: se gioca bene, la banda Spalletti vola, se latita girovagando senza costrutto per il campo, sono guai. Guai, come quelli odierni col numero #44, messo pure in discrete condizioni per far male agli avversari, incapace di concretizzare due bellissime palle gol in contropiede e dare una netta sterzata, svolta ad una gara, fin dall’inizio, complicata. Questi errori, a cui si aggiunge un colpo di testa fuori di poco, minano la fiducia nei suoi mezzi estromettendolo, quasi totalmente, dalla contesa e dalle azioni più pericolose dell’Inter iscrivendosi, ancora una volta in stagione, nel novero dei peggiori in campo.

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Icardi spento, l’argentino quasi inesistente davanti

Icardi non segna? Con Milan, Torino e Atalanta, l’Inter ottiene solo due punti. È tutta qui, in maniera molto laconica, la differenza fra una squadra in piena ascesa/salute ed una che, in apnea, boccheggia in attesa di un derby, quello capitolino, che potrebbe attutire le conseguenze di questo pareggio. Un pareggio merito, anzi, demerito anche dell’argentino incapace, in 90’ e oltre, di piazzare la zampata vincente, nascondersi sotto le foglie del match e poi colpire e timbrare, come una giornata in ufficio, il cartellino.

un solo tiro verso la porta per Icardi (Whoscored.com)
un solo tiro verso la porta per Icardi (Whoscored.com)

Insomma, una sfida anonima, complici anche gli scarsi rifornimenti ricevuti per una serata, come diverse altre, mediocre.

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Tabellino e voti

Atalanta (3-4-1-2): #1 Berisha 6.5; #3 Toloi 6, #13 Caldara 6.5, #5 Masiello 7; #33 Hateboer 6.5 (Dal 75’ Castagne 6), #15 De Roon 6.5, #11 Freuler 6.5, #8 Gosens 6+; #4 Cristante 6 (Dal 85’ Mancini s.v.); #99 Barrow 6 (Dal 46’ Cornelius 6), #10 Gomez 7-. A disposizione: #91 Gollini, #31 Rossi, #28 Mancini, #95 Bastoni, #21 Castagne, #23 Melegoni, #32 Haas, #9 Cornelius, #97 Elia. Allenatore: Gian Piero Gasperini 6

Inter (4-2-3-1): #1 Handanovic 6.5; #33 D'Ambrosio 6, #37 Skriniar 6-, #25 Miranda 6.5, #21 Santon 6 (Dal 89’ Karamoh s.v.); #5 Gagliardini 6-, #20 Borja Valero 6; #7 Cancelo 5.5, #8 Rafinha 6.5 (Dal 71’ Eder 6), #44 Perisic 5; #9 Icardi 5. A disposizione: #27 Padelli, #46 Berni, #13 Ranocchia, #2 Lisandro Lopez, #29 Dalbert, #63 Emmers, #64 Zaniolo, #17 Karamoh, #87 Candreva, #23 Eder, #99 Pinamonti. Allenatore: Luciano Spalletti 5

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