Parma, lo stipendio di Scala: 2 abbonamenti al Teatro Regio
A dare la notizia è stato il New York Times che ha spedito nel cuore dell'Emilia un inviato per tracciare la storia del Parma, individuato come ‘la fine e l'inizio' del calcio italiano: dal disastro del fallimento e di una società alla mercé del faccendiere di turno fino alla rinascita con la cordata che fa capo al gruppo Barilla e a Nevio Scala nelle vesti di presidente. E così, mentre il tribunale mette all'asta quel che resta del ‘vecchio club' (dalla grandezza dei trofei in bacheca fino alle suppellettili), i gialloblù risorgono dalle ceneri come ‘l'araba fenice' (è l'accostamento scelto dal giornale americano) continuando nel solco di una tradizione che negli Anni Novanta aveva portato nella provincia laboriosa due Coppa Uefa.
Si riparte dalla Serie D, dallo sconfinato bacino dei Dilettanti, da Apolloni come allenatore, dal capitano Lucarelli (che ha scelto di spendere scampoli di carriera indossando ancora la maglia dei ducali) e dalla passione dei tifosi che hanno fatto sentire il loro sostegno correndo in massa ad abbonarsi per la prossima stagione Un esempio del nuovo corso improntato all'insegna della trasparenza? E' lo stipendio simbolico che l'ex allenatore, adesso massimo dirigente, percepirà per indirizzare le sorti della neonata società, riportarla in Serie A con oculatezza, aggiungendo un mattoncino alla volta, senza fare follie o capriole contabili. "Scala nulla guadagnerà per il suo primo anno di lavoro, eccezione fatta per due abbonamenti annuali per il Teatro Regio". Anche questo è il segno dei tempi che, giocoforza, sono cambiati. Devono cambiare.
