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Apocalisse Italia, Azzurri fuori dal Mondiale 2018

Optì Poba, ebrei, omosessuali, flop Mondiale: caro Tavecchio, tolga il disturbo

La mancata qualificazione al Mondiale rappresenta un flop troppo eclatante per essere “dimenticato”, anche con un piano di riforme importante e un “big” per la panchina, per Tavecchio che sembra destinato all’addio alla presidenza della Figc. 39 mesi ai vertici del calcio in cui oltre alle riforme e alla positiva parentesi con Conte alla guida dell’Italia, non sono mancate gaffes, errori e clamorosi autogol.
A cura di Marco Beltrami
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Le prossime ore potrebbero essere le ultime per Carlo Tavecchio alla guida del calcio italiano. Il Consiglio federale in programma lunedì si avvicina e il presidente ormai vede il suo incarico appeso ad un filo, dopo che oltre ai calciatori, anche la Lega Pro sembra intenzionata a non garantirgli la fiducia. La mancata qualificazione al Mondiale rappresenta un flop troppo eclatante per essere "dimenticato" anche con un piano di riforme importante e un "big" per la panchina (dopo il no di Ancelotti) e così a Tavecchio, apparso visibilmente provato, non resta che prendere in considerazione l'ipotesi delle dimissioni per gestire la nuova assemblea elettiva, oppure il tentativo velleitario di tener duro con la prosecuzione del mandato. Un tentativo che il numero uno attuale sembra intenzionato a fare alla luce della volontà di non presentarsi dimissionario

Tavecchio, 3 anni alla presidenza della Figc tra gaffes, critiche e riforme

La sensazione è che il ciclo dell'ex presidente dei Dilettanti sembra ormai arrivato al capolinea nonostante il suo tentativo di resistenza. 39 mesi intensi quelli della sua leadership, in cui si sono susseguite gaffes clamorose, come quella degli esordi su "Opti Poba" e quella sugli "ebreacci", riforme importanti culminate nel via libera al Var, risultati sportivi positivi come l'ottimo Europeo disputato con la Nazionale di Conte e un flop storico pesantissimo, con la scelta di Ventura che non è riuscito a portare l'Italia ai Mondiali. Insomma un percorso tutt'altro che tranquillo quello di Tavecchio, che prima del ko con la Svezia sembrava destinato a proseguire alla luce della rielezione dello scorso marzo.

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Il paragone con il predecessore Abete e le mancate dimissioni

E invece la seconda mancata qualificazione ai Mondiali della storia azzurra, dopo quella del 1958 si è rivelata un macigno per Tavecchio. Un risultato che ha restituito linfa ai tanti detrattori del presidente che aveva iniziato la sua avventura da un altro flop iridato, quello dei Mondiali brasiliani 2014. In quell'occasione il predecessore Abete non perse tempo per dimettersi, cosa che invece Tavecchio non ha fatto, prendendo tempo dopo l'esonero di Ventura in attesa di un rilancio (con un nome importante per la panchina e una serie di progetti nel consiglio federale). Una situazione costatagli non poche critiche.

Il caso Optì Poba e l'intuizione Conte

Quelle critiche che sommergono Tavecchio già all'inizio della sua avventura quando, fa riferimento in una conferenza all'ormai famoso "Optì Poba" parlando dei tanti extracomunitari sui campi di calcio italiani. Attacchi feroci sul web e scuse obbligatorie per il nuovo presidente della Figc, che si riscatta con il colpaccio Conte. Una scelta alla guida della Nazionale che mette d'accordo tutti grazie ad un contratto innovativo, con diritti di immagine inclusi e intervento dello sponsor. E in campo l'Italia cambia marcia e nonostante le arrabbiature di Conte con la Lega per la questione degli stage e non solo, sfiora l'impresa eliminando la Spagna e arrendendosi solo ai rigori contro la Germania a Euro 2016.

Le riforme di Tavecchio e della Figc

Il risultato della rassegna continentale sembra dunque premiare l'operato di Tavecchio, anche se la scelta di Ventura come dopo Conte, solleva già diverse perplessità. Nel frattempo la Figc prosegue sulla strada delle riforme anche a livello normativo con il tetto alle rose con indicazioni precise sul numero di italiani e provenienti dal vivaio. E' il primo passo delle riforme, che prosegue con le norme sul fair play finanziario e il lancio dei centri federali e con nel mirino la discussione sulla riduzione della Serie A a 18 squadre. Fino alla successiva e rivoluzionaria introduzione del Var in Serie A

Ancora gaffes e ancora critiche per il presidente della Figc

Nel frattempo un'altra gatta da pelare per il presidente della Figc è quella relativa alla gaffe di Belloli numero uno dei Dilettanti che nel verbale di una riunione del direttivo definisce "4 lesbiche" le calciatrici. Grandi pressioni su Tavecchio che spinge Belloli a lasciare in una situazione che comunque mina la serenità del gruppo dirigente del calcio italiano. Per non parlare poi delle dichiarazioni su ebrei e omossessuali dello stesso presidente federale (La sede della Lega nazionale dilettanti? Comprata da "un ebreaccio". "Non ho niente contro gli ebrei, ma meglio tenerli a bada". E poi sugli omosessuali: "Teneteli lontano da me, io sono normalissimo").

L'Apocalisse della mancata qualificazione ai Mondiali

Il 6 marzo scorso però nonostante tutto arriva la riconferma alla guida del calcio, con Tavecchio che batte la concorrenza di Abodi e cerca di portare a termine il suo piano di riforme convinto che il peggio sia passato. Con l'incarico di commissario della Lega di Serie A, prova a superare gli ultimi ostacoli e nella scorsa estate con una mossa a sorpresa, rinnova il contratto a Ventura. Una scelta presa senza risultato acquisito, rivelatasi poi un vero e proprio boomerang dopo la "Caporetto" azzurra. Una debacle inaspettata, che ha rappresentato quell' "Apocalisse", più volte tirata in ballo dallo stesso Tavecchio, confermatasi purtroppo per lui una realtà.

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