Non è un derby per attaccanti: Miranda, Bonucci e Icardi sigillano lo 0-0
Il derby di Milano termina 0-0 ma non lesina emozioni con diverse chance create da una parte e dall’altra. A vincere però, non è né lo spettacolo né una delle squadre in campo ma l’equilibrio, la tattica e la voglia di superarsi sia pure non smarrendo mai consegne difensive. E infatti, nessuna delle due rischia tantissimo con le due frazioni di gioco sempre sul filo, sottile, della stabilità e di un pareggio granitico, come i rispettivi pacchetti arretrati.
Un pari a reti bianche favorito dagli ottimi guizzi di Handanovic, dalla forza fisica di Bonucci e Miranda ma anche dall’imprecisione degli avanti meneghini con Icardi, stasera, non proprio nella sua versione migliore. Qui, al termine della 168esima stracittadina di Milano, top e flop della contesa.
I top del derbyssimo
Calabria in versione freccia, quante corse in appoggio sulla destra
Fra i più positivi della gara uno che, un po’ come Brozovic, in avvio di stagione era destinato alla panchina. Parliamo, nello specifico, di Calabria bravo, complici gli infortuni di Conti prima e Abate poi, a meritarsi la titolarità sulla corsia destra del Milan. Una corsia, appunto, quella destra, arata più e più volte dal canterano rossonero capace di mettere in apprensione D’Ambrosio, contrastare al meglio Perisic e proporsi sui tagli interni di Suso, come freccia esterna al quale affidare la sfera per alcuni interessanti traversoni all'indirizzo di Kessié, Bonaventura o Cutrone. Il tutto, per una performance da autentica ala aggiunta, da protagonista, indiscusso, del match.
Brozovic rinato: buona partita col Milan
Pochi mesi fa il talento croato sembrava dover abbandonare Milano e volare in Spagna, sponda Siviglia. I fischi col Bologna, la mancata convocazione nel derby d’andata ma anche i pochi minuti concessi, infatti, parevano essere solo alcune delle premesse che lo avrebbero poi condotto lontano da ‘San Siro’. E invece, nelle sliding doors della vita, nelle quali restare, talvolta, è cosa più rivoluzionaria che partire, Brozovic s’è ritrovato per poi riprendersi, parafrasando una frase cult di una nota serie tv, tutto quello che era suo, ovvero: la mediana nerazzurra. E così, per chiudere il cerchio e riscattare un periodo davvero buio, il #77 meneghino mette insieme una partita importante, consistente, correndo tanto, tamponando le sortite offensive milaniste, aiutando la difesa e cucendo pure gioco, trasmettendo, con precisione, la palla sugli esterni.
Handanovic saracinesca, super-parata al 22’
Per gli estremi difensori, una sola giocata, in un senso o nell’altro, può essere determinante e provocare reazioni diverse e giudizi, parimenti, differenti. Come nell’occasione del 22’, quando, il portiere dell’Inter Handanovic decide di prendersi il proscenio e meritarsi il plauso di tutto lo stadio. In quella circostanza, infatti, lo sloveno si supera e, su cross tagliato da palla ferma di Calhanoglu, spizzata da un nerazzurro, forse Icardi, devia su rimbalzo una palla velenosa che era destinata, senza soluzione di continuità, in porta. Un autentico colpo di reni, una smanacciata felina che lo relega nei top della contesa e lo elegge ‘saracinesca’ nerazzurra.
Miranda e Bonucci, la difesa batte l’attacco
In un derby comunque molto bello, al netto delle poche, pochissime occasioni pericolose create, due difensori su tutti, Bonucci e Miranda, fanno bene intendere che gara è stata: una sfida/paese, citando un noto film, non per vecchi e neppure per gli attaccanti. I due centrali, infatti, dominano il gioco, s’impongono per atletismo, senso dell’anticipo e voglia annullando i rispettivi diretti avversari e favorendo, da un lato e dall’altro, lo 0-0 che finisce per premiarli individualmente ma non di squadra col brasiliano, naturalmente, più felice del suo omologo italiano: il Milan resta lontano.
I flop della stracittadina di Milano
Montolivo incerto in impostazione: San Siro non approva
Scelto da Gattuso per vestire i panni dello squalificato regista Biglia, il centrocampista del Milan Montolivo non esalta e, specie nella prima frazione di gara, risulta essere fra i meno in forma della propria squadra. Incerto in impostazione, lento nello scegliere la soluzione migliore e schiacciato dalla foga atletica dei mediani avversari, finisce presto per finire nel mirino dei propri tifosi che non gli concedono molto credito e iniziano a fischiarlo spesso, e pure volentieri. Una prestazione non proprio incolore, da matita blu ma comunque non all’altezza del derby, dell’esperienza e delle attese del proprio tecnico.
Rafinha evanescente, poche giocate utili per la squadra
In sfide tese ed affascinanti come queste, la tecnica, la qualità e anche l’abitudine a disputare tali gare può essere decisiva. E se avessimo voluto, prima del match, individuare un uomo nell’Inter con queste caratteristiche non avremmo fatto fatica ad individuare, con le predette doti, in Rafinha il calciatore su cui puntare. E invece, l’ex Barça non entra mai nella contesa, forse pagando ancora una condizione fisica non proprio al top, si limita al compitino, alla giocata di fino, sia pure sterile e poco utile, finendo per scomparire dai radar tattici, e poi dal campo, dell’incontro con Spalletti ormai disilluso a chiamarlo a sedersi al suo fianco.
Male sotto porta e in fase realizzativa: Icardi irriconoscibile
L’uomo più atteso dell’immediata vigilia, insieme forse a Cutrone, era di sicuro mr. Gol, al secolo: Mauro Icardi. Un talento cioè, in grado di convertire in rete qualsiasi palla dopo, magari, aver trascorso gran parte della partita lontano dal vivo del gioco. Basti pensare, ad esempio, ai 4 gol con 14 tocchi nella gara con la Samp o alle 6 reti nelle ultime due. Ma se l’ultimo periodo e pure il derby d’andata aveva regalato grandi soddisfazioni all’argentino titolare di una bellissima tripletta nella prima stracittadina milanese della stagione, oggi il #9 nerazzurro è mancato proprio nel fondamentale migliore: quello dell'estrema lucidità sotto porta che lo ha reso celebre in tutto il mondo, fuorché nella propria nazionale (ma questa è un’altra storia). E infatti, a metà ripresa, dopo il gol annullato nei primi 45’ di gioco, è proprio lui ad avere la chance per sbloccare la partita ma il suo tap-in comodo, e pure nelle sue corde, finisce incredibilmente fuori. Stesso esito dell’azione finale, in extremis, del 93’ con la punta nerazzurra a ripetere l’errore monstre di alcuni minuti prima confezionando una sfida, davvero, da incubo.
Tabellino e voti
Milan (4-3-3) Donnarumma 6+; Calabria 7.5, Bonucci 6.5, Romagnoli 6.5, Ricardo Rodriguez 6+; Kessié 6+, Montolivo 5.5 (Dal 69’ Locatelli 6), Bonaventura 6- (Dall’80’ Borini s.v.); Suso 6+, Cutrone 6+, Calhanoglu 6+. A disposizione: Storari, Donnarumma; Zapata, Musacchio, Abate; Mauri, Locatelli; Borini, André Silva, Kalinic. Allenatore Gennaro Ivan Gattuso 6
Inter (4-2-3-1) Handanovic 7; Joao Cancelo 6.5, Skriniar 6-, Miranda 6.5, D’Ambrosio 6-; Gagliardini 6, Brozovic 7+; Perisic 6+, Rafinha 6- (Dal 71’ Borja Valero 6), Candreva 6 (Dal 77’ Eder s.v.); Icardi 5. A disposizione: Padelli, Berni; Lisandro Lopez, Ranocchia, Santon, Dalbert; Borja Valero, Vecino; Eder, Karamoh, Pinamonti. Allenatore Luciano Spalletti 6