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Fifa World Cup 2018, i Mondiali in Russia

Neymar non è una ‘capra’, Brasile ai quarti. Saracinesca Ochoa non basta al Messico

Il Brasile batte il Messico per 2-0 negli ottavi di finale e accede ai quarti del Mondiale russo dove affronterà la vincente del match di questa sera tra Belgio e Giappone. Decisiva la rete del talento del Psg arrivata in avvio di ripresa che ha sbloccato una gara molto tattica e quella di Firmino (che ha finalizzato un contropiede condotto dallo stesso #10 verdeoro). Se il risultato non ha assunto proporzioni più ampie (e O’Ney non ha incrementato il suo bottino) grande merito va al portiere messicano Ochoa assoluto protagonista del match.
A cura di Michele Mazzeo
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Il Brasile non fa scherzi. Neymar e compagni battono il Messico per 2-0 negli ottavi di finale e accedono ai quarti del Mondiale russo dove affronteranno la vincente del match di questa sera tra Belgio e Giappone. Decisiva la rete del talento del Psg arrivata in avvio di ripresa che ha sbloccato una gara molto tattica e quella di Firmino (che ha finalizzato un contropiede condotto dallo stesso #10 verdeoro). Se il risultato non ha assunto proporzioni più ampie grande merito va al portiere messicano Ochoa assoluto protagonista del match. Detto ciò, andiamo quindi ora a vedere nel dettaglio quali sono stati gli esiti dei principali duelli visti in campo alla Samara Arena in questo quinto ottavo di finale del Mondiale 2018  tra il Brasile di Tite e il Messico di Juan Carlos Osorio.

Neymar più concreto, Lozano ci prova

In un Mondiale che fin qui ha visto soffrire tutte le grandi, come dimostra anche qualche eccellente eliminazione, il ct brasiliano Tite non vuole scherzi e si affida quindi a tutte le sue stelle, soprattutto al talento di Neymar dal quale ci si attende che finalmente riesca a prendere per mano la squadra diventando determinante anche in zona gol. Di contro il messicano Osorio si affida alla giovane promessa Hirving Lozano che ha ben impressionato nella fase a gironi. E non è un caso che siano proprio i due esterni offensivi di maggior qualità presenti in campo a creare le prime occasioni da rete per le due compagini nel match della Samara Arena.

Maggior possesso palla per il Messico, più km percorsi per il Brasile (fonte Fifa.com)
Maggior possesso palla per il Messico, più km percorsi per il Brasile (fonte Fifa.com)

Sia l'uno che l'altro provano spesso a crearsi lo spazio per andare al tiro provando a superare in dribbling il diretto avversario, diverso però il risultato finale con il talento brasiliano del Psg più preciso in fase di conclusione rispetto al 22enne di proprietà del Psv Eindhoven. Anche se per vedere il primo gol nella fase ad eliminazione diretta di un Mondiale di Neymar, che sblocca il risultato in avvio di ripresa, c'è bisogno che O'Ney si trasformi in rapace d'area di rigore per mettere in rete il pallone messo in mezzo da Willian. Decisivo l'apporto de talento del Psg anche nel gol del 2-0 che ha chiuso definitivamente i giochi qualificazione realizzato dal neontrato Firmino che ha ribadito in rete finalizzando il contropiede condotto proprio da Neymar.

Le sofferenze di Fagner: il Messico mette la Vela

Un duello molto interessante è quello andato in scena sulla corsia laterale occupata dal terzino brasiliano Fagner e l'esterno offensivo messicano Carlos Vela (a cui spesso si aggiungono gli inserimenti della mezzala Guardado). Il verdeoro infatti, soprattutto nella prima mezz'ora di gioco, fatica a contenere la catena di sinistra della Tricolor, anche a causa del poco aiuto offerto da Willian (nettamente migliore invece il rendimento offensivo del calciatore del Chelsea a tratti devastante alla Samara Arena), con i messicani che riescono spesso a sfondare dal suo lato creando i maggiori pericoli alla retroguardia brasiliana. Nel finale di primo tempo il ct Osorio inverte i propri esterni offensivi con Lozano che quindi si sposta dalla parte di Fagner che continua comunque a faticare soprattutto quando puntato nell'uno contro uno a campo aperto.

I numeri di Fagner e Vela nel match della Samara Arena (fonte SofaScore)
I numeri di Fagner e Vela nel match della Samara Arena (fonte SofaScore)

Tattica al potere: Casemiro e Marquez uomini di equilibrio

Interessante, soprattutto dal punto di vista tattico, il duello tra i due metronomi di centrocampo scelti dai rispettivi ct per dare equilibrio e ordine alla manovra alle due compagini. Da un lato il fondamentale Casemiro che fa dell'agonismo e del dinamismo la sua maggiore forza (che gli costa però anche un'ammonizione che lo costringerà a saltare per squalifica il match dei quarti di finale contro la vincente di Belgio-Giappone), dall'altro il veterano Rafael Marquez (con i suoi 39 anni e 139 giorni è il calciatore più anziano a prendere  parte ad una gara ad eliminazione della Coppa del Mondo degli ultimi 60 anni) ex difensore centrale avanzato nel ruolo di regista basso negli ultimi anni. In avvio di ripresa però il ct Osorio decide di sostituire il capitano messicano con il terzino destro Layun (che si farà notare più per un leggero pestone rifilato a Neymar che per altro) mantenendo però lo stesso schieramento tattico spostando Edson Alvarez davanti alla difesa.

Le heatmaps di Casemiro (a sinistra) e Marquez (a destra) nel match tra Brasile e Messico (fonte WhoScored)
Le heatmaps di Casemiro (a sinistra) e Marquez (a destra) nel match tra Brasile e Messico (fonte WhoScored)

Porte al sicuro: Alisson attento, Ochoa paratutto

Senza vincitori né vinti finisce invece il duello a distanza tra i due portieri in campo alla Samara Arena. Da un lato infatti il brasiliano Alisson si fa trovare sempre pronto sia sulle uscite alte che quando sollecitato con conclusioni dalla distanza, dall'altro il messicano Ochoa (molto più sollecitato del collega) non è da meno riuscendo a blindare la propria porta negando la gioia del gol a Neymar, Gabriel Jesus e Coutinho respingendo le loro conclusioni, anche ravvicinate, in più occasioni. L'estremo difensore messicano con le parate contro i brasiliani oltre a tenere a galla fino alla fine i suoi diventa anche il portiere ad aver effettuato il maggior numero di interventi in una singola edizione di un torneo internazionale per nazionali dal 1996 ad oggi. Poche colpe per lui sul gol brasiliano di Neymar che ha indirizzato la partita e la qualificazione verso la selezione brasiliana.

Gemelli diversi: Hernandez e Gabriel Jesus

La gara tra Brasile e Messico è stata anche l'occasione per vedere a confronto due modi completamente diversi di interpretare il ruolo di centravanti. Da una parte infatti il baby talento del Manchester City Gabriel Jesus preferisce essere servito sui piedi per poter puntare la difesa palla al piede o scambiare con i propri compagni tirandosi spesso fuori dall'area di rigore per concedere lo spazio agli eventuali inserimenti degli esterno o delle mezzali. Dall'altra invece il messicano "Chicharito" Hernandez che sulle veloci ripartenze della Tricolor attacca sempre la profondità e l'area di rigore allungando la squadra avversaria offrendo così ai compagni due opzioni: servirlo in area o avanzare palla piede tentando la conclusione dalla media – lunga distanza. Quando però il Messico passa in svantaggio il ct Osorio decide di sostituire il "piccolo" Cicharito con il centravanti-boa Raul Jimenez per aumentare chilogrammi e centimetri all'interno dell'area brasiliana.

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