Mondiali 2018, minacce di morte al ct della Costa Rica: “Non mollo”
Impossibile dimenticare il celebre sfogo di Alberto Malesani e i suoi celebri "non mollo". Parole che ha fatto sue anche il commissario tecnico della Costa Rica, che però al contrario del collega italiano deve fare i conti non solo con le critiche per i risultati negativi della sua squadra, ma addirittura anche con minacce di morte. Il tutto per la doppia sconfitta contro Serbia e Brasile, costata di fatto ai costaricani l'eliminazione dalla fase ai gironi dei Mondiali con 90′ d'anticipo.

Costa Rica, minacce di morte per il ct Oscar Ramírez
Nell'ultima partita de gruppo E dei Mondiali 2018, la Costa Rica affronterà la Svizzera. Una partita inutile per i centroamericani già fuori dai giochi, nonostante le buone prestazioni contro Serbia e Brasile. Ecco allora che, come evidenziato dalla stampa costaricana, a finire nel mirino dei tifosi è stato il ct dei Ticos Oscar Ramírez, bersagliato di critiche e addirittura di minacce di morte sui social network.
Oscar Ramírez alla Malesani, non vuole mollare
Non è un tipo che si fa intimidire però Oscar Ramírez che vuole continuare a guidare la Costa Rica, sia nell'ultima partita dei suoi Mondiali, e sia poi in futuro. Con la voglia di non arrendersi e di portare avanti il suo lavoro: "Non mi è passata neanche per la testa l'idea di lasciare, voglio andare avanti, non son cosa succederà in futuro, ma il mio desiderio e' di continuare a portare avanti il mio lavoro – le sue parole a La Nacion – Non mollo, ho coraggio"
Quale sarà il futuro di Oscar Ramírez
L’attuale ct della Costa Rica ha un passato da calciatore e ha giocato per la sua nazionale dal 1984 al 1997 accumulando 75 presenze con 6 gol con tanto di partecipazione ai Mondiali del 1990. Guida i ticos dal 2015 e la qualificazione ai Mondiali di Russia aveva in parte cancellato la delusione per la Coppa America del Centenario, con l’eliminazione al primo turno. Il suo futuro si deciderà al ritorno dalla spedizione mondiale, e non è da escludere un cambio della guardia nonostante la sua volontà di continuare a guidare la nazionale.