video suggerito
video suggerito
Fifa World Cup 2018, i Mondiali in Russia

Mondiali 2018, l’Usada getta ombre sulla Russia: “Vogliamo altri test antidoping”

Travis Tygart, il capo dell’agenzia antidoping americana, è rimasto colpito dallo strapotere fisico di Golovin e compagni messo in mostra nelle prime due partite e ha chiesto alla Fifa di indagare: “Le regole internazionali prevedono che miglioramenti improvvisi nelle prestazioni di una squadra devono essere monitorati”.
A cura di Alberto Pucci
5 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Due vittorie consecutive con otto gol segnati e solo uno incassato, qualificazione già in tasca e più in generale una condizione fisica decisamente superiore ad altre nazionali in gara. La Russia del commissario tecnico Stanislav Cherchesov ha stupito molti tifosi e critici sin dal suo debutto, conquistando maggior credibilità dopo un periodo pre Mondiale tutt'altro che positivo.

Dall'altra parte del mondo, c'è però qualcuno che ha messo in discussione lo strapotere fisico messo in campo da Golovin e compagni in queste due prime esibizioni. Come riportato dal tabloid britannico "Telegraph", dopo le vittorie con Arabia Saudita ed Egitto, il capo dell'agenzia antidoping americana (USADA), Travis Tygart, ha infatti chiesto alla FIFA di indagare e di sottoporre la nazionale russa a controlli antidoping più accurati.

Immagine

I sospetti di Tygart

Dai primi dati relativi allo sforzo fisico dei giocatori impegnati nella Coppa del Mondo, in testa alla classifica della "distanza media percorsa nei novanta minuti" figurano infatti ben tre giocatori della squadra di casa. Un risultato che ha insospettito Tygart: "La nazionale russa deve sottoporsi a dei test aggressivi per salvaguardare la fiducia del pubblico verso l'integrità dei Mondiali – ha spiegato il numero uno dell'USADA – Le regole internazionali prevedono che miglioramenti improvvisi nelle prestazioni di una squadra devono essere monitorati".

Il quarantasettenne amministratore delegato dell'agenzia anti-doping statunitense, che fu tra i principali accusatori di Lance Armstrong, si è dunque esposto in prima persona puntando il dito contro i padroni di casa. Dal ritiro della nazionale russa non sono arrivate risposte ufficiali. La Fifa ha invece fatto sapere di non poter rivelare la quantità di test antidoping a cui la nazionale russa si è sottoposta durante il torneo, ma che alla vigilia della Coppa del Mondo la Russia era stata "una delle squadre tra le più controllate".

5 CONDIVISIONI
793 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views