Mondiali 2018, la Fifa dice stop alle inquadrature delle tifose
Ancora pochi giorni e poi il Mondiale 2018 sarà consegnato agli archivi. La finale per il 3° posto tra Belgio e Inghilterra e quella ben più importante tra Francia e Croazia, per il titolo iridato, chiuderanno ufficialmente Russia 2018. Mentre il conto alla rovescia per la conclusione in grande stile del torneo è già partita, ecco che la Fifa ha deciso di adottare un provvedimento molto particolare.
Mondiali 2018, la Fifa dice stop alle inquadrature delle tifose
Nel mirino del massimo organo calcistico internazionale sono finite le inquadrature delle emittenti televisive impegnate ai Mondiali 2018. Secondo quanto riportato dall'agenzia Ap infatti la Fifa avrebbe richiesto alle troupe televisive presenti in Russia di ridurre in occasione delle partite le riprese delle tifose. Il motivo? Sono state considerate di carattere sessista a giudicare da quanto dichiarato dal capo del dipartimento per la responsabilità sociale Federico Addiechi.
Perché la Fifa ha deciso di limitare le inquadrature in tv delle tifose
Un vero e proprio allarme quello lanciato dalla Fifa che ha spiegato il motivo della richiesta di riduzione delle inquadrature delle tifose, facendo riferimento ai casi di sessimo che durante i Mondiali 2018 sarebbero stati superiori addirittura a quelli di razzismo. Ecco allora che seppur tardivamente, con Russia 2018, che sta volgendo al termine le troupe televisive dovranno stare molto attente in occasione delle dirette di Belgio-Inghilterra e della finalissima Francia-Croazia
Russia 2018, diversi casi di molestie sessuali nei confronti delle croniste
Diversi in particolare i casi di molestie nei confronti delle giornaliste presenti all'esterno e all'interno degli stadi. Circa 30 i casi registrati con lo stesso Addiechi che ha evidenziato che il tutto è legato anche al miglioramento delle riprese televisive sottolineando, come il provvedimento sia quasi una fisiologica conseguenza di questo fattore. Anche in passato la Fifa si era mossa per cercare di "controllare" il lavoro delle emittenti, intervenendo però solo in casi particolari.