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Fifa World Cup 2018, i Mondiali in Russia

Mario Gomez fa ancora la differenza. Muller non c’è e al centro si soffre

Almeno nel primo tempo la Germania replica la gara col Messico e presta il fianco alla concreta e pragmatica Svezia di Andersson. La ripresa, d’orgoglio, consente invece ai campioni del mondo di agguantare il pari e in extremis, in dieci uomini, il punto del 2-1, dei 3 punti e della gioia: i tedeschi sono ancora vivi. La qualificazione è possibile.
A cura di Salvatore Parente
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La Svezia va vicina all’impresa contro la Germania campione del mondo ma poi, pure con un uomo in più, si vede costretta a capitolare contro la maggiore qualità degli avversari. Avversari che, al netto delle epurazioni di Low ad inizio gara, con Ozil, Khedira e Hummels fuori, replica, almeno nel primo tempo, la bruttissima prestazione col Messico.

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Nella ripresa però, il cambio approntato dal Ct tedesco con Werner a sinistra e Gomez al centro, rivitalizza la squadra che raggiunge il pareggio, colpisce un palo con Brandt e, allo scadere, trova con Kroos il punto del 2-1, il gol della salvezza, il gol che potrebbe dare una svolta al mondiale tedesco.

Qui, duelli individuali e di reparto fra Germania e Svezia.

Mediana inefficace, in contropiede i tedeschi sono spesso in apnea

Kroos confermato, Khedira no. In pratica, lo juventino paga la cauzione per tutti dopo la prestazione nefasta col Messico in fase di non possesso e le continue folate in transizione di Lozano, Hernandez e compagni. Dentro, quindi, il più difensivo Rudy chiamato, insieme agli esterni offensivi Muller e Reus è chiaro, a schermare la propria porta e non consentire agli avanti svedesi ed alle sue mezzeali di contrattaccare a palla recuperata. Missione però, miseramente fallita con il bavarese, e pure Kroos, incapaci di arginare Berg e soci in attacco. E proprio quando il numero #19 esce per un problema al setto nasale per un colpo fortuito ricevuto a centrocampo, la Svezia passa in vantaggio con un errore sulla trequarti di Kroos (che poi si riscatterà abbondantemente) e l’incursione vincente di Toivonen. Un gol fotografia della debolezza difensiva, ma anche mentale, di questa squadra, forse, troppo presuntuosa, nobile e aristocratica, al di là degli uomini della mediana, per sporcarsi le mani e correre, almeno nel primo tempo, dietro l’avversario di turno.

la situazione difensiva di Germania e Svezia (Fifa.com)
la situazione difensiva di Germania e Svezia (Fifa.com)

Werner sbatte contro Lindelof e Granqvist. Poi, entra Gomez

A tratti, specie nella prima frazione di gara, la punta della Germania, al secolo Timo Werner, sembra Ciro Immobile nel playoff italiano di novembre, ovvero: un attaccante sull’orlo di una crisi di nervi, sovrastato da Lindelof e Granqvist. Il centravanti del Lipsia, infatti, sia pure non servito al meglio dal tridente posto immediatamente alle sue spalle, finisce per sbattere con costanza sul muro svedese decidendo, poi, di allargarsi sulle corsie laterali, favorire gli inserimenti centrali di Reus e Muller e cercare quello spazio vitale, quel margine di manovra vietato nella no-fly-zone della 16 metri avversaria. Una tattica che non paga dividendi, nei primi 45 giri di orologio, con il #9 tedesco mai per davvero pericoloso contro i colossi del Ct Andersson.

Nella ripresa, Low, ribalta l’assunto e, sfruttando la forza in progressione del suo #9, sostituisce lo spento Draxler per Mario Gomez, che si posiziona al centro, con Werner più esterno.

Mossa vincente che porta subito al pari con Reus bravo a raccogliere un suggerimento in area proveniente proprio dai piedi del ‘nuovo esterno’ che, da lì in poi, cambierà decisamente registro contro Lusitg ottenendo, peraltro, contro Durmaz, la punizione decisiva al 94′ per il 2-1 finale.

la densità sulle fasce laterali creata dagli esterni delle rispettive squadre (Whoscored.com)
la densità sulle fasce laterali creata dagli esterni delle rispettive squadre (Whoscored.com)

Corsie bollenti, Kimmich e Werner sempre all’attacco

Con la Svezia arroccata con tutti i suoi effettivi sempre dietro la linea della palla, la Germania, fin dal primo minuto di gioco, non ha altra scelta che riversarsi sulle fasce laterali. A maggior ragione, nel secondo tempo, quando, la fisicità dell’ex viola Gomez entrato per Draxler per collocarsi al centro dell’attacco, comincia a creare qualche preoccupazione alla rocciosa retroguardia svedese. E così, le catene di destra e sinistra, con i duelli Lustig/ClaessonHector/Werner da una parte, e Augustinsson/ForsbergKimmich/Reus dall’altra, diventano infuocati. I gialloblù in trincea a resistere agli assalti teutonici ed i bianchi di Low a giocare una marea di palloni per muovere la roccaforte difensiva dinanzi al portiere Olsen e fare breccia fra le mura avversarie.

Una sfida senza esclusione di colpi a suon di accelerazioni, diagonali, scatti e dribbling che rende vivo e vibrante il match fino al definitivo 2-1, alla magia di Kroos su punizione ed al successo, pure sulle fasce, dei campioni del mondo che, proprio da lì trovano le due esiziali reti di questa sera.

Muller, nemmeno fra i primi cinque per valutazione complessiva (Squawka.com)
Muller, nemmeno fra i primi cinque per valutazione complessiva (Squawka.com)

Muller l’ombra di se stesso, Larsson e soci lo controllano bene

In passato, nei mesi scorsi quando Ancelotti sedeva ancora sulla panchina del Bayern si dice che Muller, poco utilizzato dall’italiano, fosse stato uno degli artefici dell’ammutinamento dei senatori che poi condusse all’esonero il tecnico ora al Napoli. Eppure, a giudicare dal suo attuale momento di forma, forse, Carletto non aveva tutti i torti con Muller, pretoriano di Low, autore di una gara davvero orribile, attacco-difesa. Sulla destra, sulla sinistra e pure a sostegno dell’unica punta, Werner prima, Gomez poi, il #13 bavarese non è mai riuscito a dare un contributo importante alla squadra finendo per non trovare mai la posizione giusta né la giocata vincente, risolutiva, da tre punti con, a turno, Larsson, Ekdal e poi Claesson ed i terzini di Andersson, bravi a controllarlo e a limitare le sue, forse stasera sopite, qualità.

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Tabellino e voti

Germania (4-2-3-1) #1 Neuer 6; #18 Kimmich 6+, #16 Rudiger 6, #17 Boateng 6.5, #3 Hector 6-; #19 Rudy s.v. (Dal 32’ Gundogan 5.5), #8 Kroos 7.5; #11 Reus 6.5, #7 Draxler 5- (Dal 46’ Gomez 6+), #13 Muller 5.5; #9 Werner 7. A disposizione: #12 Trapp, #22 ter-Stegen; #2 Plattenhardt, #4 Ginter, #5 Hummels, #15 Sule; #6 Khedira, #10 Ozil, #14 Goretzka, #21 Gundogan; #20 Brandt, #23 Gomez. Ct Joachim Low 5.5

Svezia (4-4-2) #1 Olsen 6+; #2 Lustig 6, #3 Lindelof 6.5, #4 Granqvist 6.5, #6 Augustinsson 6.5; #17 Claesson 6+ (Dal 74’ Durmaz s.v.), #7 Larsson 6+, #8 Ekdal 6.5, #10 Forsberg 6; #20 Toivonen 7- (Dal 78’ Guidetti s.v.), #9 Berg 6+ (Dal 90’ Kiese Thelin s.v.). A disposizione: #12 Johnsson, #23 Nordfelt; #5 Olsson, #14 Helander, #16 Krafth, #18 Jansson; #13 Svensson, #15 Hiljemark, #19 Rohden, #21 Durmaz; #22 Kiese Thelin, #11 Guidetti. Ct Janne Andersson 6.5

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