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Italia-Svezia, Gabbiadini: “Che facce nello spogliatoio. Buffon era molto teso”

L’attaccante del Southampton è tornato a parlare della maledetta sera di San Siro: “Nello spogliatoio c’era un silenzio assordante e la tensione traspariva anche dai volti di giocatori esperti come Buffon, Barzagli e Chielllini”.
A cura di Alberto Pucci
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Nonostante siano passati diversi mesi da quella maledetta sera di San Siro, la ferita per l'eliminazione dal Mondiale della nostra Nazionale non è ancora guarita e brucia ancora molto. Proprio nella settimana delle parole di Giampiero Ventura, che ha promesso di raccontare presto tutta la verità su quei giorni che hanno preceduto la partita decisiva del Meazza, anche Manolo Gabbiadini è tornato a parlare di quei momenti.

In occasione di uno speciale di Fox Sports dedicato a lui, l'attaccante del Southampton si è lasciato andare ai ricordi: "Non avevo mai visto San Siro in quel modo, faceva paura – ha rivelato l'attaccante – Nello spogliatoio c'era un silenzio assordante e la tensione traspariva anche dai volti di giocatori esperti come Buffon, Barzagli e Chielllini. Io ero carico a palla, perché avevo scoperto di giocare a sorpresa solo due giorni prima".

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Conte e Higuain

"Il momento più brutto arriverà questa estate, quando dovremo guardare il Mondiale in televisione", ha poi continuato Gabbiadini, chiudendo definitivamente il discorso Italia-Svezia. Nello speciale "Gabbiadini torna a Wembley", il 26enne bergamasco ha poi parlato anche di Antonio Conte e Gonzalo Higuain: "Il mister è ossessionato di calcio dalla A alla Z. Quando mette piede in quel prato verde ma anche in sala stampa, in sala video, nello spogliatoio, devi stare attento a toccarlo perché prendi la scossa. La cosa bella di avere lui come allenatore è che potevi anche giocare a occhi chiusi: i tuoi compagni sapevano dov’eri".

Compagno di squadra del "Pipita" nella stagione napoletana del 2015-2016, Manolo ha chiuso l'intervista ricordando le qualità della punta argentina: "Quando stavo a Napoli Higuain in allenamento faceva davvero quello che voleva – ha concluso Gabbiadini – Se decideva di vincere una partitella la vinceva da solo. L’ho visto fare delle cose incredibili".

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