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Mancini: “Resto all’Inter, ci servono un paio di campioni”

Vigilia della gara con l’Udinese, il tecnico commenta così la delusione per il ko di Genova e un terzo posto sfuggito: “Non siamo l’Inter di 10 anni fa e stiamo ponendo le basi per il futuro. Purtroppo è normale andare incontro alle delusioni”.
A cura di Maurizio De Santis
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Nemmeno il tempo di riprendere fiato che già si torna in campo. E' l'Inter – che sabato sera ospita a San Siro l'Udinese, ore 20.45 – ad aprire la 35sima giornata di campionato. Nerazzurri reduci dalla sconfitta di ‘Marassi' contro il Genoa, ko che ha messo la parola fine su ogni velleità di rimonta e aggancio del terzo posto, quello necessario per accedere almeno ai preliminari di Champions. La Coppa: traguardo ambito, obiettivo possibile e adesso divenuto incubo. Tutto rimandato alla prossima stagione, quella attuale è da archiviare alla voce ‘delusione' anche se per Mancini non è tutto da buttare. "Quest'anno abbiamo fatto sicuramente meglio – ha ammesso il tecnico in conferenza stampa -. Certo, speravamo di essere terzi però siamo una squadra giovane, non siamo l'Inter di 10 anni fa e stiamo ponendo le basi per il futuro. Purtroppo è normale andare incontro alle delusioni. All'inizio siamo andati bene e questa cosa forse ha illuso un po' tutti ma ho sempre detto che non potevamo vincere lo scudetto".

Annata da dimenticare? "Aspettiamo cosa accadrà il 15 maggio, poi tireremo le somme. Vedremo da dove ripartire tra errori fatti e cose buone viste". E tra le cose positive ci sono già quattro elementi della rosa arrivati in questa stagione. "Miranda è un grande giocatore e tanti club lo vogliono. Murillo è cresciuto molto accanto a lui. Perisic è bravo ed è seguito da molti, Kondogbia ha 23 anni, ottime qualità e può solo migliorare".

Le scelte per il futuro. "Due campioni, al massimo uno sono sempre meglio che avere cinque calciatori normali. La maglia dell'Inter è importante, ha una storia e un peso e servono calciatori che hanno personalità e grande qualità. Verrà ceduto qualcuno? Fosse per me non venderei nessuno, ma ci sono esigenze di bilancio. Se resto o meno? Se volessi andare via lo direi subito al presidente ma non ho intenzione di farlo".

 
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