Liberté, egalité e Mbappé: la generazione d’oro della Francia campione del Mondo in Russia
La Francia è campione del mondo per la seconda volta nella sua storia, come l’Argentina e l’Uruguay. Questo è il secondo trionfo negli ultimi vent’anni, in questo lungo periodo nessuno ha fatto meglio dei ‘Bleus’, che dal 1998 hanno giocato tre finali Mondiali (su sei) e due finali agli Europei (una vinta e una persa). Numeri eccezionali, trionfi memorabili. Questo successo in Russia la Francia l’ha colto con la squadra più giovane del torneo. Questi successi hanno un’origine lontana. Perché la Francia è stata bravissima a ripartire, a pianificare e a riorganizzarsi dopo aver fallito per due volte la qualificazione al Mondiale (nel ’90 e nel ’94), e dopo la clamorosa sconfitta con la Bulgaria che costò la partecipazione all’edizione americana fu riazzerato tutto.
La Francia è risorta riorganizzando il centro tecnico di Clairefontaine che ha fatto crescere tanti ragazzi diventati oggi campioni del mondo. Ma molti di questi ragazzi l'ebbrezza di un grande titolo l'hanno già provata da ragazzini. Nel 2013 la Francia vinse il Mondiale Under 20 (c'erano anche Pogba, Thauvin e Areola), l'Europeo Under 17 nel 2015 e quello Under 19 nel 2016, tra i titolari c'era Mbappé. E ciò dimostra che con una grande programmazione i risultati possono arrivare, eccome.
Deschamps, Campione del Mondo da giocatore e da allenatore
E alla guida della nazionale francese c’è Didier Deschamps, leader della squadra del ’98 e allenatore di questa squadra che è già passata alla storia, che per due volte è parso vicino all’addio. In Brasile quattro anni fa la Francia ci arrivò per il rotto della cuffia, i transalpini persero 2-0 l’andata del playoff in Ucraina. Sembrava finita, serviva un’impresa. Il giorno successivo a quel k.o. Deschamps parlò alla squadra, chiese a tutti non di dare al massimo o di crederci, ma disse che solo che chi se la sentiva davvero poteva giocare, finì 3-0. Due anni fa l’Europeo si rivelò una delusione, con la finale persa con il Portogallo. Tutti si aspettavano le dimissioni, Deschamps rimase in sella e oggi ha festeggiato il successo nel Mondiale.
La firma di Pogba sul Mondiale della Francia
Il gol che ha spaccato in due la partita lo ha segnato Paul Pogba, che dopo un’ora di gioco ha fissato il punteggio sul 3-1. Quattro anni fa era il giocatore più atteso, non fu tra i migliori. Quest’anno è arrivato dopo un’annata non proprio esaltante, ma a conti fatti si può dire che forse il problema sono gli schemi del Manchester United perché l’ex juventino non ha sbagliato un colpo. Il venticinquenne centrocampista è cresciuto di partita in partita e ha messo la sua firma in modo splendido con un bel gol nella finalissima.
Mbappé simbolo della la generazione dei fenomeni della Francia
Nonostante le grandi prestazioni di Pogba e Griezmann, il giocatore simbolo del Mondiale della Francia è stato Kylian Mbappé, giocate da campione, una velocità a tratti pari a quella di Bolt, quattro gol segnati in sette partite, due all’Argentina negli ottavi e uno pesantissimo alla Croazia in finale. A diciannove anni l’attaccante del Psg è già campione del mondo, meglio di lui ha fatto solo Pelé e come Pelé da teenager ha segnato una doppietta al Mondiale. Una generazione di fenomeni questa della Francia, che ha vinto e forse vincerà ancora moltissimo. E questa Francia, ancor più della squadra del ’98, è una squadra multietnica, e lo è come nessun’altra, diciotto giocatori su ventitré hanno origini extraeuropee.