La parabola di Götze: da eroe della Germania alla mancata convocazione per la Russia
Mancano ormai solo meno di due settimane al via dei Mondiali di Russia 2018 che cominceranno ufficialmente il 14 giugno con la gara tra i padroni di casa e l’Arabia Saudita. La Germania campione in carica debutterà invece domenica 17 giugno contro il Messico e proverà a difendere quel titolo conquistato quattro anni fa in Brasile.
Gotze: l’eroe del Maracanà
Dovrà farlo però senza l’uomo che quel titolo gli ha permesso di portarlo a casa, vale a dire quel Mario Götze che al 113’ minuto della finale con l’Argentina di Messi piazzò la zampata che batté Romero e consegno ai tedeschi la prima Coppa del Mondo dopo la riunificazione mettendo così fine ad una serie di cocenti delusioni come la sconfitta in finale nella rassegna iridata del 2002 per mano del Brasile o l’eliminazione in semifinale sia nel 2006 (nel Mondiale di casa vinto poi dalla sua “carnefice” Italia) che nel 2010 in Sudafrica quando un gol dello spagnolo Puyol li condannò ad un’altra finalina per il 3° posto. L’eroe che ha riportato la Germania sul tetto del Mondo però in Russia non ci sarà, non figura infatti tra i convocati del ct Joachim Löw. Un’assenza che per quanto possa sembrare sorprendente sembra essere l’inevitabile epilogo di quattro anni terribili che hanno fatto finire uno dei talenti più puri del calcio teutonico nel dimenticatoio.
La nascita di una stella
In quel 13 luglio 2014 Mario Götze di anni ne aveva appena compiuti 22 ed era una delle stelle più brillanti del panorama calcistico internazionale. Aveva appena concluso la prima stagione al Bayern Monaco confermando tutte le sue qualità dopo esser stato uno dei grandi protagonisti del Borussia Dortmund di Jurgen Klopp con cui vinse due titoli di Bundesliga e raggiunse una finale di Champions League (che non giocò) proprio contro i bavaresi ai quali sarebbe passato qualche settimana dopo. E quel gol in finale, dopo un Mondiale disputato tra alti e bassi (partito titolare, finito poi in panchina come arma da giocarsi nel finale di gara), sembrava rappresentare la consacrazione a livello globale di uno di quei talenti che nel decennio successivo avrebbero fatto parte del gotha “pallonaro”.
Il Bayern di Guardiola e il principio del ‘calvario’
E invece non fu così. Anzi, come vedremo, quel gol rappresenta oggi l’inizio di un lento declino che lo ha portato addirittura a non essere considerato, nemmeno tra i pre-convocati, da Joachim Löw per la spedizione russa. Nella stagione 2014-15 le cose sembrano andare bene, i numeri in maglia Bayern aumentano in quanto a minutaggio, e Mario diventa un punto fermo di Pep Guardiola (48 presenze con 15 gol e 7 assist). Ma nella stagione successiva tornano gli infortuni e così comincia il suo “calvario” tra continui stop, fisioterapia, riabilitazione, panchina e tribuna, che porta il tecnico catalano a dargli sempre meno spazio (appena 21 apparizioni in stagione, solo 14 delle quali dal primo minuto).
Un Europeo deludente e il ritorno a Dortmund
In estate viene convocato dalla Germania per l’Europeo francese ma non riesce ad essere protagonista, trovando poco spazio nelle scelte del selezionatore che dopo la fase a gironi in cui non incide lo relega in panchina. Il classe ’92 nativo di Memmingen decide così di tornare al Dortmund per ritrovare condizione, sicurezza nei propri mezzi e quella continuità di rendimento mostrata nella gestione Klopp, ma il suo ritorno in giallonero non dà i frutti sperati: gioca ancora meno, e quando viene schierato fatica terribilmente a dimostrare la propria qualità e anche qui finisce spesso in panchina anche a causa di continui problemi fisici.
La malattia: disturbo del metabolismo energetico
A metà stagione si scopre però finalmente qual è il vero problema di Mario Götze: disturbo del metabolismo energetico. Una malattia non così comune (ne soffre meno del 2% della popolazione europea) che colpisce gli arti inferiori e che coinvolge la creatin-chinasi, un enzima il cui scopo è quello di liberare nel corpo energia chimica. Semplificando, il suo corpo non riesce a bruciare i grassi come dovrebbe, rendendo così impossibile il raggiungimento del peso forma, e i suoi muscoli non ricevevano stimoli, facendo sì che affaticamento e dolori muscolari fossero dunque all’ordine del giorno.
Stagione senza acuti: niente Mondiale
Questa appena conclusasi era dunque la stagione in cui l’eroe che ha regalato la Coppa del Mondo alla Germania nel 2014 doveva rilanciarsi per convincere Joachim Löw a dargli un’altra chance Mondiale. Ma nelle 32 presenze con il Borussia Dortmund in cui ha messo a segno soltanto due reti, Götze ha sì dimostrato di aver superato i problemi fisici ma non di aver ritrovato la migliore forma che soltanto quattro anni prima gli aveva permesso di entrare nel pantheon dei calciatori che hanno deciso una finale Mondiale. Già nelle ultime due amichevoli della Nazionale tedesca di marzo il suo nome non c’era, così come poi nella lista pre-convocati per la rassegna iridata russa. Ma dalla sua per fortuna ha la giovane età e qualora dovesse ritornare ai livelli di un tempo potrebbe avere ancora tante occasioni per riconquistarsi la maglia della Germania. Per i tedeschi rimarrà sempre l’eroe del Maracanà, ma tutti sperano che quella non sia stata la sua ultima zampata Mondiale dato che nel 2022 avrà “solo” 30 anni.