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La Fiorentina “asfalta” Mazzarri e apre ufficialmente la crisi dell’Inter

Dopo Zeman, anche Montella passeggia sull’imbarazzante difesa interista. Il tecnico viola sorride e sale in classifica. La seconda sconfitta rende pericolante la panchina di Mazzarri che, dopo la sosta, ritroverà il Napoli.
A cura di Alberto Pucci
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"Houston abbiamo un problema…anzi, più di uno". Il grido d'allarme della navicella (spaziale?) nerazzurra, sarà certamente arrivato in Indonesia dove, nel comfort del suo ufficio, il presidente Erick Thohir avrà assistito all'ennesimo passo falso della sua squadra. Dopo la pesante sconfitta interna, contro i ragazzi terribili di Zeman, l'Inter di Walter Mazzarri è caduta (fragorosamente) anche in riva all'Arno. Se sette giorni fa, Victor Ibarbo era sembrato la reincarnazione di Garrincha, questa sera al "Franchi", Babacar ha ricordato l'Adriano dei tempi di Firenze (e Milano) e Cuadrado la bella copia di quello ammirato anche ai Mondiali in Brasile. Inter colpita e affondata, dunque…e nel peggiore dei modi. Una sconfitta che rischia di mettere in seria difficoltà l'allenatore nerazzurro, già "mal visto" dalla tifoseria milanese. La Fiorentina, specie in avvio, è stata perfetta. Nonostante le assenze, Montella è stato bravo a preparare la partita e fortunato a trovare, nei primi venti minuti, i due splendidi gol dell'ex giocatore del Modena e del talento colombiano. L'Inter si è vista a tratti, specialmente nell'orgogliosa ripresa, ma non è riuscita a ribaltare il risultato. Alla ripresa del campionato, dopo la sosta per le nazionali, Mazzarri dovrà affrontare il suo passato: una sfida, quella contro il Napoli, che rischia di essere decisiva per la panchina già traballante del tecnico nerazzurro.

Bum bum viola – Il primo tempo del "Franchi" ha ricordato la disfatta contro il Cagliari. Squadra spenta, incapace di reagire e combattere e pericolosamente distratta davanti alle sfuriate dei padroni di casa. Difesa e centrocampo sono stati risucchiati dall'energia dei viola, gli attaccanti costretti ad assistere al tracollo senza mai tirare in porta. Una brutta prestazione, resa un pochino più accettabile da un secondo tempo giocato con più cuore, dopo la strigliata di Mazzarri negli spogliatoi. Al di là delle colpe dell'avversario, la serata di Firenze ha restituito al campionato la bella Fiorentina della scorsa stagione. Dopo l'avvio incerto, i viola hanno messo il vestito da sera e schiantato i milanesi. La squadra di Montella ha giocato una grande partita in tutte le zone del campo: in difesa, dove hanno giganteggiato Gonzalo Rodriguez, Savic e Tomovic (autore del terzo gol), nel mezzo con il fosforo di Pizarro e Mati Fernandez e la grinta di Aquilani, e davanti con Babacar e Cuadrado. Montella ha vinto il duello delle panchine, proponendo un calcio convincente e spettacolare. Mazzarri, invece, continua ad andare avanti senza un'idea ben precisa di gioco e, cosa ancora più preoccupante, senza la totale fiducia del suo gruppo.

I prossimi impegni – Dove potranno andare Inter e Fiorentina, lo scopriremo già nella prossima gara. Per Mazzarri e Montella, le sfide contro Napoli e Lazio saranno indicative e daranno un'idea più chiara di come potrà essere il prossimo futuro dei due club. I nerazzurri, in crisi d'identità, dovranno prepararsi ad incontrare il Napoli di Rafa Benitez, appena uscito da una "mini crisi" che, anche in questo caso, poteva costare la panchina all'allenatore. I viola, invece, sfideranno la "pazza" Lazio di Stefano Pioli che, in questo avvio di campionato, ha dimostrato di poter fare tutto e il contrario di tutto. L'umore dei due tecnici è, ovviamente, agli opposti: nero, anzi nerissimo, quello di Mazzarri, decisamente migliore quello di Montella che ha avuto la pazienza di saper aspettare la sua squadra e la bravura di continuare a credere nel suo dogma tattico. Il problema dell'Inter, pare essere anche in seno alla società. Molti giocatori acquistati durante la campagna acquisti estiva, ancora non convincono. Vidic è la brutta copia di quello ammirato in Inghilterra, Medel, M'Vila e Dodò ancora spaesati. All'appello manca Osvaldo che, fino ad ora, ha mostrato grinta, voglia e buon feeling con il gol: dettagli che, nella trasferta fiorentina, sono rimasti tutti nello spogliatoio.

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