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L’Inter soffre contro una squadra 5a in C. Karamoh, Dalbert e Cancelo flop

L’Inter di Spalletti, al termine di 120′ vissuti in apnea contro un grande Pordenone, si qualifica ai calci di rigore col risultato finale di 5-4. Un risultato soffertissimo per una partita ai limiti della storia.
A cura di Salvatore Parente
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Alla vigilia del match-evento sponda Pordenone, i ‘ramarri’ si erano posti l’obiettivo di giocare una partita, nel tempio del calcio, nella ‘Scala del football’, dignitosa onorando l’impegno e cercando di ben figurare. E invece, Colucci e compagni vanno oltre le premesse iniziali, oltre le più rosee aspettative tenendo bene il campo, gestendo, spesso, il possesso della sfera e dimostrandosi, almeno per un tempo, non solo all’altezza ma anche meglio dell’Inter, seppur rimaneggiata, capolista in Serie A. La ripresa poi, invece di condannare gli ospiti colpiti da un naturale calo fisico si conferma sullo stesso canovaccio con i nerazzurri, sia pure più intraprendenti e con Brozovic, Perisic e Icardi buttati nella mischia, incapaci di superare il muro del Pordenone e mostrare il gap esistente fra le due compagini.

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Il tutto, per la conquista di un supplementare, per i neroverdi, dal sapore della vittoria eppure solo antipasto di quello che poi sarà, dopo i 30’ di extra time vissuti in difesa, col coltello fra i denti, la portata principale: la lotteria dei calci di rigore. Una lotteria che però, impietosa, premia la leggerezza dei piedi buoni interisti con la banda Spalletti a guadagnare, con grande fatica, i quarti di finale della Coppa Italia contro un signor Pordenone.

I Top del ‘Meazza’

Sainz Maza e Nunzella, la corsia mancina del Pordenone è super

La corsia mancina, quella occupata da Sainz Maza e Nunzella è indubbiamente quella che funziona meglio per i ‘ramarri’. E infatti, nelle sporadiche e pure pericolose offensive del Pordenone, quella fascia, garantisce spinta, supporto, traversoni e conclusioni importanti.

i numeri di Miguel Maza (Sofascore.com)
i numeri di Miguel Maza (Sofascore.com)

Lo spagnolo, peraltro cresciuto nella ‘cantera’ del Barcellona e con una presenza nel Barça B, per la qualità e l’estro, e l’ex Parma (33 gare nella scorsa stagione con gli emiliani) per la quantità e il dinamismo, mettono in difficoltà Cancelo e Nagatomo aggiudicandosi, almeno nella prima frazione di gara e poi nel corso della ripresa, il duello diretto fra le catene di competenza con due ragazzi bravi, vogliosi di far bene e, a giudicare da questa sera, assolutamente non da Serie C.

Magnaghi ad un passo dalla gloria, il palo gli dice di no

Ai nipotini potrà raccontare, salvo esplosioni nei prossimi anni, di aver giocato a San Siro. Tuttavia, a metà primo tempo, l’attaccante del Pordenone Magnaghi è andato vicino ad aggiungere al succoso aneddoto della passerella al Meazza, il gol (che poi arriverà dopo l'extra time nella lotteria dei rigori), e che gol. E sì perché al 31’ con una repentina girata mancina, nel corso di una azione non proprio pericolosissima, il 24enne ex Taranto scarica di contro balzo un violento sinistro che, con deviazione di Padelli, si spegne in pieno palo, ricacciando in gola l’urlo della gioia al numero #27.

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Un’occasione di rara bellezza che non trova la rete ma che, almeno, ha il merito di piazzare Magnaghi nel novero dei migliori col resto della partita trascorso a fare sponde, a fare a sportellate e a duellare, anche con un po’ di trash talking, col centrale meneghino Ranocchia. Il tutto, per una partita da incorniciare e dunque da ricordare.

Padelli, super: è lui l’eroe della gara

Al termine del match col Pordenone gli eroi non si chiamano Perisic, Icardi, Eder o Karamoh ma Padelli che, in una partita difficile, contro una squadra operaia, da gregario, legge bene i penalty finali e ci mette tutte le sue abilità per far superare il turno ai suoi. Secondo di Handanovic, e quindi perennemente ad osservare in campionato, l’ex Torino si carica sulle spalle la squadra e, nel difficile gioco psicologico contro gli attaccanti avversari, ipnotizza 3 calciatori (Misuraca, Lulli e Parodi) dell’ottimo Pordenone riuscendo a deviarne due su tre per il 5-4 finale. Un 5-4 sofferto, strappato coi denti ma che esalta non solo gli eroici uomini di Colucci, ma anche quella classe operaia che, talvolta va in paradiso, si trova anche nell’élite del calcio.

Berrettoni, cuore da numero #10

Lui, Berrettoni, che aveva già giocato 2 volte a San Siro contro l’Inter col suo Perugia ben 13 anni fa, come se questo lasso di tempo non fosse mai trascorso, ha fermato l’orologio e disputato un match importante come all’alba della sua carriera, quando, giovanissimo esordiva in Champions League con la Lazio. Una gara di sacrificio, attenzione, dedizione ma anche di qualità, corsa, assist e arpeggi che ne mostrano la forza, il suo ingresso in una inedita dimensione, quella del Pordenone, per una nuova, seconda, giovinezza. E fa niente se quei rettangoli verdi, come quelli del Meazza, non li ha poi più frequentati con grande assiduità come una volta, il suo rendimento e la sua serata, come quella dei friulani, lo ripaga di tutte le difficoltà, bocciature e delusioni subite con una prestazione non da campione mancato ma da #10, da autentico leader tecnico.

I Rimandati del match

Karamoh ancora acerbo, troppa fretta davanti alla porta

La carta d’identità recita: classe ’98 ed il campo conferma. Parliamo, nello specifico, dell’ex Caen Karamoh che, questa sera, così come Pinamonti, ha avuto l’opportunità di giocare con maggiore continuità rispetto ai soli 24’ disputati in Serie A. Un’occasione sfruttata a metà però con un ragazzo che, per fisicità, velocità, dinamismo e dribbling sembra già pronto se non fosse per la sua eccessiva imprecisione dinanzi al portiere con, 3 chance, mal contate, gettate alle ortiche.

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Tre azioni che si è guadagnato col suo estro, la sua verve ed il suo costante movimento ma che ha sprecato per una fretta, una voglia di incidere assolutamente controproducenti. Una urgenza di concludere in porta che ne abbassano il voto e lo eleggono, e a 18 anni non potrebbe essere altrimenti, un prospetto dal grande futuro, un bellissimo progetto.

le statistiche finali del match (Sofascore.com)
le statistiche finali del match (Sofascore.com)

I Flop di Inter-Pordenone

Dalbert in caduta libera, quasi spaesato sulla sinistra

Fra i calciatori che avrebbero dovuto vivere questa gara come chance esiziale per scalare posizioni e guadagnare quella titolarità ormai persa, l’ultima gara dal primo minuto è datata 24 settembre (Inter-Genoa), troviamo di sicuro Dalbert. E invece, quello che è stato il terzo acquisto più costoso della sessione estiva nerazzurra (20 milioni di euro per prelevarlo dal Nizza), l’affronta come se stesse giocando una sfida amichevole, pre-stagionale.

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Certo, la ruggine accumulata in panchina non lo aiuta a trovare subito forma e posizione, eppure le sue qualità o, almeno, quanto fatto vedere nelle ultime stagioni in Ligue 1 potevano far pensare a qualcosa di diverso come, ad esempio, una spinta costante dalla sua parte, dribbling ubriacanti e vagonate di cross al centro. Nulla di tutto questo però, si è materializzato nel freddo del ‘Meazza’ con, al contrario, uno Spalletti arrabbiatissimo ed intento a richiamarlo più e più volte con degli urlacci che confermano le sue ultime scelte: Santon, attualmente, vale molto più di questo Dalbert.

i numeri di Pinamonti (Sofascore.com)
i numeri di Pinamonti (Sofascore.com)

Pinamonti abbandonato a se stesso, solo 14 palloni toccati dal #99

Ventisette reti in 49 gare con la Primavera convincono Spalletti, in contumacia Icardi, a collocare Pinamonti al centro dell’attacco nerazzurro. Tuttavia, sia le premesse che la voglia di far bene del ragazzo, vengono frustrate dal pessimo primo tempo interista con poche, anzi zero chance concesse al numero #99 che, in 45 minuti, tocca solo 14 palloni. Un rendimento di certo non esaltante, stretto fra Stefani e Bassoli, che gli consente, pagando la cauzione per tutti, di uscire già al 46’ per il croato Brozovic. Sfortunato.

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Perisic versione Juve, la sua è una partita incolore

Entrato nella ripresa al posto di Karamoh per cercare di dare, finalmente, una svolta alla contesa, Perisic diventa uno dei peggiori nemici della propria squadra. Il croato, infatti, si presenta in campo in versione Juve, e quindi nella sua versione deteriore, con una performance tutt’altro che invidiabile. Dapprima, sciupa a botta sicura la rete dell’1-0 su assist di Brozovic, poi, calcia in diverse occasioni altissimo, eccetto il suo penalty, e, infine, si ingarbuglia in una marea di finte con tanti, troppi cross fuori misura per un match, assolutamente, da cancellare dai suoi file personali, dagli archivi di casa Perisic.

formazioni e voti di Inter e Pordenone (Sofascore.com)
formazioni e voti di Inter e Pordenone (Sofascore.com)

Tabellino e voti

Inter (4-2-3-1) Padelli 7.5; Nagatomo 5.5, Skriniar 6, Ranocchia 6, Dalbert 5 (Dal’80’ Icardi 6); Gagliardini 6-, Vecino 6; Karamoh 6+ (Dal 67’ Perisic 5), Eder 6-, Cancelo 5.5; Pinamonti 5 (Dal 46’ Brozovic 6.5). A disposizione: Handanovic, Berni; Santon, Lombardoni; Brozovic, Borja Valero, Candreva, Perisic; Emmers, Icardi. Allenatore Luciano Spalletti 6

Pordenone (4-2-3-1) Perilli 7; Formiconi 6.5, Bassoli 6+, Stefani 6.5, Nunzella 6.5 (Dal 116’ Parodi s.v.); Burrai 6+, Lulli 6; Maza 7.5 (Dal 78’ De Agostini 6), Berrettoni 7- (Dal 97’ Ciurria 6), Misuraca 6; Magnaghi 6.5. A disposizione: Zommers; Parodi, De Agostini, Visentin; Pellegrini, Danza, Buratto, Silvestro, Raffini; Martignaghi, Ciurria, Toffolini. Allenatore Leonardo Colucci 8

 

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