L’importanza di chiamarsi Palacio

Quella del ‘Trenza' ("treccina") non è una storia ricca di aneddoti o investiture ancestrali, mancano investiture e stigmate indelebili del campione. E' semplicemente quella di un buon giocatore che il tempo, e il lavoro, hanno reso un fortissimo attaccante capace di risultare sempre più decisivo e determinante per le sorti delle squadre in cui ha giocato in carriera. E i due gol di Catania che hanno risolto al 91′ la sfida a favore dell'Inter, nella più bella rimonta della 27a giornata di serie A, non sono un caso.
Il biglietto da visita migliore: i gol – Perchè Rodrigo Palacio, ovunque abbia giocato, lontano dai clamori e dalle ribalte delle prime pagine di quotidiani e notizie sportive, ha sempre svolto al meglio il proprio mestiere. Quello di fare gol. Lo ha dimostrato subito quando, in patria, ha iniziato a giocare con regolarità prima nell'Hurican poi nel Banfield, trampolini di lancio per la grande platea del Boca Junior. Dove si fa conoscere al mondo: con il Boca infatti vince nel 2005 e nel 2006 la Recopa Sudamericana, nel 2005 la Coppa Sudamericana e l'Apertura, nel 2006 il Clausura, nel 2007 la Coppa Libertadores, disputando le sue migliori stagioni fino a questo momento. Per arrivare in Italia grazie a Preziosi e al Genoa che lo acquistano per circa 7 milioni di euro e dove giocherà per tre stagioni (segnando 35 reti tra campionato e Coppe in 90 presenze totali). Fino all'arrivo all'Inter, in questa sua prima stagione in nerazzurro dove ha già segnato altri gol decisivi, pesanti, e ogni volta che è sceso in campo – anche sotto forma di assist-man – spesso ha lasciato il segno sui risultati nerazzurri, sia in casa che in Europa. Gli inizi non sono stati dei più entusiasmanti giocando solo 150 minuti nelle prime sette gare de campionato. Poi, la trasformazione. Non appena io guai fisici sono stati risolti e la considerazione di Stramaccioni è aumentata, il minutaggio è subito cresciuto così come le realizzazioni. In gol (il primo) contro il Catania nella vittoria di San Siro, due assist decisivi nella trasferta di Bologna (vinta 3-1) e poi 4 gol consecutivi: alla Samp, alla Juve, all'Atalanta e al Cagliari.
Reti pesanti, decisive, come quelle contro il Pescara (2-0), la Roma (1-1) e il Catania (2-3). Non è un caso che quando Palacio segna, l'Inter riesca a trovare punti pesanti, perdendo solo in una occasione: nella trasferta di Bergamo.
Cecchino d'Europa League – E se in campionato El Trenza si è ritagliato la propria fetta di notorietà, sfruttando gli schemi offensivi di Stramaccioni che l'ha visto sempre al centro del progetto d'attacco (e nel tridente con Milito e Cassano e – dopo l'infortunio del Principe – come primo terminale avanzato), lo stesso – anzi, di più – è riuscito a fare in Europa League. In campo europeo, dai preliminari all'ultima sfida con il Cluj, in sette presenze ha segnato altrettante reti, impreziosite da due doppiette (al Partizan e al Cluj) consegnando all'Inter solo risultati positivi.
L'unico scivolone europeo nerazzurro è infatti datato 22 novembre 2012, con il 3-0 subito a Kazan da un Rubin che in quell'occasione scippò il primo posto in classifica nel girone all'Inter, gara in cui Palacio giocò solamente 45 minuti, senza incidere. Un caso, visto che quella risulta essere l'unica partita ‘sbagliata' dall'argentino che oggi appare come il giocatore più in forma e pericoloso dell'attacco nerazzurro. Un giocatore determinante e concreto al quale l'Inter ha fatto oggi voto per affidarsi fino a fine stagione. Ancor più se si pensa all'infortunio di Milito (out fino a fine anno) e al litigio di Cassano con Stramaccioni (le cui conseguenze si valuteranno da qui alle prossime settimane). E senza dimenticare che in avanti, l'Inter non ha alternative valide con Tommaso Rocchi apparso ancora adesso fuori fase, la cessione del giovane Livaja all'Atalanta e la missione fallita nell'ingaggiare un giocatore svincolato (Carew non ha superato i test atletici, Van Nistelrooy ha rispedito al mittente le proposte di Branca). Il peso del reparto avanzato dunque, sarà sempre più sulle spalle di Palacio e lo sarà soprattutto nel prossimo delicatissimo match di Europa League a Londra, quando l'Inter affronterà la gara d'andata contro il Tottenham, per provare di chiudere subito la pratica ottavi di finale.
Così, Palacio oggi è il punto di riferimento dicompagni e tecnico: già salito a quota 9 reti in campionato, 18 in totale da inizio di stagione, da qui a giugno avrà responsabilità importanti per le sorti nerazzurre. Un bottino davvero importante per un giocatore all'Inter da soli sei mesi che segnò in serie A altrettante reti nel secondo anno del Genoa per poi superarsi chiudendo l'ultima stagione in rossoblù a quota 19 gol (suo attuale primato italiano che lo consacrò capocannoniere della serie A). I presupposti per fare ancora meglio, dunque, ci sono tutti. Un vero e proprio tesoretto che l'Inter e Stramaccioni dovranno gestire e tenerlo stretto il più a lungo possibile.