Juventus, che fine ha fatto Cristiano Ronaldo? Quanto pesa (e ti costa) CR7 poco galattico
Cristiano Ronaldo, dove sei? Dopo i castelli di rabbia del Wanda Metropolitano, la manita a invocare il rispetto per le cinque Champions League, la crescente lateralità del portoghese a Bologna non aiuta la soluzione di quello che potrebbe diventare un enigma. È l'inizio di un desiderio frustrato o solo un momento di stanchezza?
Ronaldo in A tira di più da fuori
Quest'anno, Ronaldo ha giocato 27 partite, per 84 minuti di media. Ha segnato un gol ogni 88 minuti, tentato 5.2 conclusioni di media e creato 9 grandi occasioni. Ha completato 1.1 dribbling, 3-3.3 contrasti, 22.1 passaggi a partita. Ha una media realizzativa migliore rispetto all'ultima stagione nella Liga, tira di più, completa però meno dribbling e meno tackle, è più centrale nella costruzione delle grandi occasioni, un po' meno preciso nei passaggi (27.4 gli appoggi riusciti l'anno scorso in campionato).
Una prima differenza, nel confronto tra le due ultime stagioni, sta nella qualità dei tiri. In base al modello Opta degli expected Goals (xG), quest'anno avrebbe dovuto realizzare 0,88 reti per ogni conclusione tentata: è il dato più basso negli ultimi cinque anni. Rispetto all'ultimo periodo al Real Madrid, dunque, prende tiri leggermente più difficili o più forzati. Tira, soprattutto, di più da fuori. L'anno scorso, nella Liga, le conclusioni da più di 16 metri erano solo 39 su 178, in Serie A finora sono già 62 su 155.
Atletico e Bologna: CR7 lontano dall'area
Al Dall'Ara, Ronaldo ha tirato in porta solo due volte, ha perso complessivamente sette palloni e disputato una partita metà fra la seconda punta di movimento e l'ala sinistra. Contro l'Atletico, ha portato a termine 39 passaggi sui 41 tentati, di cui 25 a centrocampo e solo undici nella trequarti d'attacco. Non ha disegnato filtranti, anzi ha toccato all'indietro più della metà delle volte (21). La principale combinazione di passaggi che l'ha riguardato è ridotta agli scambi con Alex Sandro sulla corsia mancina: dieci volte ha ricevuto dal brasiliano, altrettante l'ha servito. Nove palloni gli sono arrivati da Pjanic, otto da Chiellini. Otto ne ha diretti a De Sciglio, sei al bosniaco.
A Bologna, lo scenario non è così diverso. Anzi. Ai due soli tiri si abbinano 30 passaggi effettuati, di cui 22 riusciti e solo cinque negli ultimi 30 metri, e 38 ricevuti. Il portoghese non compare nelle prime cinque combinazioni più frequenti di passaggi tra i bianconeri al Dall'Ara. Cerca soprattutto Matuidi (6 passaggi), riceve prevalentemente da Alex Sandro (6). E' l'immagine di un Ronaldo lontano dal cuore del gioco. Nelle due partite, infatti, i compagni gli hanno servito appena cinque palloni complessivi all'interno dell'area.
Dal Real alla Juve, come cambia CR7
Un ritorno indietro rispetto all'evoluzione nell'ultima stagione a Madrid, in cui CR7 agiva in un range di campo più ristretto, molto più focalizzato all'interno dell'area. Si muoveva da prima punta, con i compagni pronti ad aprire le difese nello stretto e ad esaltare la centralità del portoghese, letale col primo tocco.
Alla Juventus segna comunque un gol a partita in campionato, ma in Champions League rimane fermo al tiro al volo contro il Manchester United. E la differenza con il dominante percorso dell'anno scorso, con i 15 gol e i 3 assist in 13 partite nell'ultima stagione ai blancos, salta agli occhi. "Cristiano è il miglior giocatore nella storia del calcio. Ci sono molti calciatori, per esempio in questo club, che hanno scritto la storia, ma nessuno ha raggiunto i traguardi che ha raggiunto lui. I numeri parlano da soli” diceva Zidane. I numeri continuano a parlare. E raccontano di un Cristiano Ronaldo chiamato a un diverso adattamento. Anche perché Dybala sembra lottare più di altri con l'idea di fare un passo indietro, o di lato. E perché giocare con Mandzukic o Benzema richiede integrazioni e movimenti diversi.
Più ala che centravanti con Allegri
Ronaldo, dopo i cinque gol in quattro partite di campionato prima della prestazione spenta di Bologna, in questo campionato è partito titolare in cinque diversi moduli di partenza:
- 4-2-3-1 da punta unica (con Cuadrado, Dybala e Douglas Costa dietro) o da esterno a sinistra con Mandzukic centravanti;
- 4-3-3, con sette tridenti d'attacco: è partito sette volte con Dybala e Mandzukic, tre con Bernardeschi e Mandzukic, due con Costa e Dybala, una con Bernardeschi e Dybala. Nelle altre configurazioni, intorno a Ronaldo e Mandzukic hanno ruotato Cuadrado, Costa e Cancelo;
- 4-3-1-2, tre volte e sempre con il croato come partner d'attacco;
- 3-5-2 in un'occasione, accanto alla Joya;
- 4-4-2, una volte con Mandzukic, una volta con Dybala come partner d'attacco.
Nell'ultima edizione della Liga, invece, nelle sue 27 partite da titolare ha alternato solo tre moduli di base:
- 4-3-1-2, sempre come uno dei due attaccanti. Accanto a lui, Zidane ha scelto 7 volte Benzema, 5 Bale, 2 Asensio;
- 4-3-3, tre volte decentrato nel tridente con Bale e Benzema, due da riferimento centrale con accanto Vazquez e Asensio o Mayoral e Bale;
- 4-4-2, con accanto sei volte Benzema, due volte Bale.
La libertà ha un prezzo
In questa stagione, Ronaldo ha segnato quattro doppiette: contro il Sassuolo, l'Empoli, la Sampdoria, il Parma. Contro i toscani era al centro del tridente leggero con Dybala e Bernardeschi, nelle altre occasioni si incastonava con Mandzukic e uno tra Dybala e Bernardeschi. La presenza di un centravanti d'area come il croato non è necessariamente un limite per CR7, che ha raggiunto il suo record di tiri in una sola partita quest'anno contro il Genoa (11) in una formazione che prevedeva dal 1′ Mandzukic e Cuadrado. E ha toccato quota 10 contro la Roma (4-3-3 con Mandzukic e Dybala), e il Frosinone (4-3-1-2).
In questa stagione, dunque, la pericolosità di Ronaldo si esalta nel 4-3-1-2 con Dybala a cucire il gioco fra le linee e Mandzukic ad aprire spazi davanti, o in 4-3-3 con gli esterni che tagliano dentro e i terzini a dare ampiezza. Sono queste le due situazioni in cui Ronaldo sembra sentirsi più libero di muoversi negli ultimi venti metri. Quando questa libertà lo porta a partecipare troppo indietro alla fase di costruzione, però, il valore aggiunto della presenza di CR7 in area si riduce. O praticamente si annulla, come nelle ultime due partite. In questi casi, la responsabilità che deriva dal suo status lo porta ad estendere la sua azione su una porzione di campo fin troppo dispersiva. E anche il suo aiuto in fase di costruzione rischia di essere poco efficace, perfino meno utile.