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Juve ko a Cardiff, Var, flop Mondiale e talenti azzurri: il 2017 del calcio italiano

La finale di Champions persa dalla Juventus, il fallimento dell’Under 21 agli Europei, l’introduzione del Var, il mancato accesso dell’Italia ai Mondiali in Russia e l’esplosione di alcuni giovani talenti: ecco il 2017 dolce-amaro del calcio italiano.
A cura di Salvatore Parente
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Senza tema di smentita e con diversi episodi che certificano questa tesi, il calcio italiano, in questo 2017, ha vissuto il suo annus horribilis. E sì perché al netto di un movimento e di un sistema calcio che comunque sta producendo diversi talenti (da Chiesa a Cutrone, da Barella a Caldara, da Spinazzola a Donnarumma, da Locatelli a Orsolini), sia per i nostri club che per la nostra nazionale, questi 365 giorni sono stati assolutamente da dimenticare o, al contrario, da ricordare ma solo per non ripetere certi errori e mancare clamorosamente simili obiettivi.

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E così, lungi dal voler professare il De Profundis del nostro bistrattato pallone, quanto per raccontare quanto è successo, ecco gli scivoloni, i fallimenti, le clamorose delusioni ma anche le cose positive, da salvare accadute nel football made in Italy.

I Traumi nazionali

Champions maledetta, la Juve cade a Cardiff

Andando in ordine cronologico, la prima grande, cocente delusione del nostro movimento è datata 3 giugno 2017, quando, la Juventus di Allegri esce a bocca asciutta dalla finale di Champions League col Real Madrid. Delusione cocente, a tratti, inattesa per la ‘Vecchia Signora’ capace, nel corso della competizione, di superare ostacoli importanti, segnalarsi come miglior difesa, finalissima a parte, della coppa ma anche come gruppo finalmente maturo e pronto, due anni dopo la disfatta di Berlino col Barcellona, a raccogliere il testimone proprio dai Blancos di Bale e CR7.

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E invece, la notte del 3 giugno, una notte che avrebbe riportato un club nostrano sul tetto d’Europa, vista mondiale per club, 7 anni dopo il trionfo dell’Inter di Mourinho finisce, stante un buon primo tempo dei bianconeri chiuso sull’1-1, con un 4-1 senza appello e l’ennesima condanna in finale di Champions della storia juventina. A tutto svantaggio, come detto, del nostro movimento, tifoserie e faziosità a parte, scalzato dai vertici del calcio continentale dall’ormai imbattibile, dall'Invencible Armada del pallone spagnolo.

Europeo Under 21, l’Italia affonda in semifinale

Poco tempo dopo, precisamente il 16 giugno, l’Italia si trova davanti a sé l’ennesima ghiotta occasione per rinverdire i propri fasti, stavolta lato nazionale, e riabilitare il proprio nome nell’appuntamento dell’Europeo Under 21 in Polonia. Proprio così perché l’Italia nella prima rassegna continentale di categoria allargata a 12 squadre si presenta ai nastri di partenza con la ‘palma’ di favorita o, almeno, come una delle selezioni in grado di portare a casa un trofeo che manca addirittura dal 2004. E anche qui, sulla strada dei desideri patrii arrivano gli spagnoli con Dani Ceballos, Deulofeu e soprattutto Saul Niguez a sbarrare la strada in semifinale agli azzurri con un sonoro 3-1.

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Un ko traumatico che non costa il posto a Di Biagio ma che apre un’altra ferita sul volto del pallone nostrano non bravo, nemmeno con i vari Chiesa e BernardeschiPetagna e BerardiGagliardini e PellegriniLocatelli e Conti ed una rosa da oltre 200 milioni di euro, a capitalizzare il potenziale umano a disposizione e a ritornare sul trono d’Europa.

Mondiale mancato, un fallimento che mancava dal ‘58

Il capolavoro assoluto del disastro nazionale del 2017 avviene però a novembre con la selezione maggiore di Ventura incapace di superare i modesti svedesi di Forsberg e guadagnare, nel doppio confronto fra Solna e Milano, il pass mondiale. Una disfatta dalle dimensioni apocalittiche, per certi versi già annunciata, con una conduzione e delle scelte davvero discutibili da parte dell’ormai ex Ct che, proprio nel momento clou, si rimangia decisioni ataviche, come l’esclusione perenne di Jorginho in mezzo al campo, e rinuncia all’uomo più estroso della rosa, ovvero: Insigne.

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Il tutto, per 180’ vissuti in apnea, in ansia con gli scandinavi bravi a concretizzare, sia pure con una fortuita deviazione, uno dei pochi tiri all’indirizzo di Buffon e la nostra nazionale impaurita, attonita, quasi immobile fino al tentativo milanese di ‘San Siro’ chiuso con una tattica tutt’altro che scaltra: palle alte contro il muro gialloblù. L’Italia non entra nel novero delle 32 qualificate e bissa la disfatta mondiale del 1958 evidenziando tutte le crepe, le difficoltà e l’instabilità di un edificio non da rimodernare ma da ristrutturare dalle fondamenta.

https://www.youtube.com/watch?v=-_W4zgok8zE

Le speranze azzurre

Il Var, un bel successo per la Serie A

L’anno che sta per essere consegnato agli archivi di ciascuno di noi ha avuto però, per il nostro pallone, anche momenti positivi con, nello specifico, notizie e decisioni che possono far ben sperare in un presto riscatto italiano. Uno di questi, che ha a che fare con elementi tecnici ma che non incide sulle nuove leve o sulle riforme della federazione, è il Var, ovvero: il video assistant referee. In altre parole, un sistema di supporto all’arbitro mediante l’impiego di strumenti tecnologici sotto la supervisione di due assistenti per la realizzazione, nella stagione 2017/18, della tanto acclamata moviola in campo.

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Uno strumento di cui, al netto di qualche naturale polemica e di qualche difficoltà iniziale, tutti si dicono soddisfatti con interventi mirati che hanno spesso cambiato decisioni sbagliate, dissolto dubbi e confermato intuizioni arbitrali. Il tutto, gestendo al meglio la nuova tecnologia e segnando una svolta in tutta Europa con solo Italia, Germania (ma con Var centralizzato e Replay Center a Colonia) e Portogallo ad adottare e sperimentare questa straordinaria innovazione.

I Giovani, la speranza tricolore

Come vi abbiamo già detto sopra, l’Under 21 ha fallito un obiettivo importante come quello dell’Europeo Under 21 in Polonia, eppure, malgrado questo improvvido risultato, in Italia sembra esser nata una generazione di talenti (non chiamiamola già di fenomeni) che fanno ben sperare per il prossimo futuro azzurro. Senza fare tanti nomi potremmo già dire di possedere, ovviamente con la giusta attenzione e senza scaricare troppe responsabilità sulle spalle di questi giovani 20enni, una serie di ragazzi già maturi per la nazionale maggiore.

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Da Donnarumma a Chiesa, da Bernardeschi a Berardi, da Caldara a Rugani, da Gagliardini a Pellegrini, da Conti a Petagna a Cragno, passando per i baby Barella, Locatelli, Cutrone, Romagna, Adjapong, Vido, Petretta o Orsolini, il serbatoio made in Italy da cui attingere ed estrarre risorse importanti appare quasi sterminato con una intera classe in attesa di crescere e restituire onore e dignità ad un movimento che conta 4 campionati del mondo, una infinita galassia di fenomeni nella hall of fame del football, una serie di concetti tecnici rivoluzionari, allenatori storici e preparatissimi ed una cultura del pallone estesa e vissuta per 365 giorni l’anno.

Il calcio a Natale, il movimento cresce

Infine, a chiudere il novero delle iniziative che hanno fatto del bene al nostro pallone, una delle situazioni che stanno divertendo ed esaltando questo periodo di festività: il calcio italiano anche a Natale. Una decisione presa in estate e che si sta rivelando davvero vincente, sul modello inglese, con gli stadi italiani se non pieni, almeno maggiormente affollati dai tifosi che, complici le feste, hanno maggiore libertà e possibilità di ammirare da vicino i propri beniamini.

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Il tutto, per completare il calendario ‘natalizio', nobilitato dalla presenza anche dei quarti di finale di Coppa Italia con partite emozionanti, vedi il recente derby di Milano fra Milan e Inter, e gare di cartello come Juventus-Torino, Napoli-Atalanta o Lazio-Fiorentina. Insomma, al netto dei citati nonché drammatici risultati sportivi del 2017, quest'anno potrà essere ricordato come quello delle svolte fuori dal rettangolo verde e della speranza che, come è noto, è l'ultima a perire.

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