Italia, ora vendichiamoci: ecco la Svezia di Forsberg e del ‘biscotto’ del 2004
Il tanto atteso giorno della verità per l’Italia costretta nuovamente agli spareggi dal 1997 (in quell’occasione gli azzurri di Cesare Maldini batterono la Russia con un 1-1 a Mosca ed un 1-0 a Napoli) è finalmente arrivato con gli uomini del Ct Ventura che trovano nell’urna di Zurigo la Svezia di Janne Andersson.
Una compagine ormai orfana da 2 anni della stella Ibrahimovic (che però in caso di qualificazione potrebbe tornare alla base) alla portata della nostra selezione ma che comunque va affrontata con grande attenzione considerata l’enorme importanza della posta in palio: i prossimi mondiali in Russia. Un appuntamento da non fallire per non riscrivere vecchi record con la nazionale che, storicamente, è mancata una sola volta alla fase finale di un torneo iridato nel 1958 eliminata, nel Gruppo 8, dall'Irlanda del Nord. Fantasmi a parte, vediamo caratteristiche, modulo, stelle e punti deboli della selezione scandinava.
Un solo credo: il 4-4-2
La Svezia è una di quelle squadre per le quali lo scouting report non è del tutto fondamentale ritrovandosi ad essere, da sempre, quasi lo stesso: 4-4-2 e pedalare Un sistema di gioco come seconda pelle che, malgrado l’avvicendarsi dei vari Ct, non muta mai nemmeno coerentemente col materiale umano a disposizione.
Un modulo utilizzato in tutte le 15 gare con Anderssen allenatore (in carica dal 23 giugno e con una media di 1.93 punti a partita) e che ha portato discreti risultati agli svedesi che, col nuovo tecnico, hanno perso solo in 4 occasioni con 2 pareggi e 9 vittorie oltre ad un secondo posto alle spalle della Francia ed un pass per i Playoff conquistato a discapito dell’Olanda dei vari Robben, Dost, Wijnaldum e compagni.
Una squadra da tenere in grande considerazione e che con la sua fisicità ed alcuni giovani talenti potrebbe mettere in crisi la nostra selezione specie se Ventura dovesse scegliere, ancora una volta, il centrocampo a 2 contro la robusta linea mediana (Larsson e Johansson) svedese.
Vecchie e nuove conoscenze, Italia attenta alle “spie” svedesi
Altro fattore da tenere a mente per affrontare al meglio la formazione dell’Europa settentrionale è quella dei tanti calciatori svedesi che, o giocano o hanno giocato, nel nostro campionato. Un elemento non secondario per professionisti che conoscono il nostro modo di intendere il calcio e la nostra filosofia tattica. Fra questi, oltre agli ex Granqvist (Genoa), Hiljemark (Palermo e Genoa) o Ekdal (Amburgo) anche Helander e Krafth del Bologna, Rhoden del Crotone e Armenteros del Benevento. Uomini in grado di affrontare senza timori e con cognizione di causa la più attrezzata, almeno sulla carta, Italia.
Ibra non c’è più? La Svezia risponde con un attacco da 26 gol totali
La selezione svedese pur con l’assenza del suo leader, del suo storico uomo chiave Zlatan Ibrahimovic ha saputo costruire delle certezze, caratteriali e di gioco, che le hanno permesso di cullare il sogno della qualificazione diretta a Russia 2018 fino alle ultime giornate del Gruppo A terminato solo a 4 punti dalla Francia. Francia, peraltro, battuta lo scorso giugno a Solna per 2-1 con rete al 94’ di Toivonen. Certezze, invece, rappresentate da un attacco prolifico, il migliore del raggruppamento con 26 reti messe a referto (2.6 per match) in 10 gare (8 segnate dall’ex Panathinaikos Berg), da una estrema fisicità in campo (altezza media in campo di 186 cm) e da una difesa piuttosto arcigna con appena 9 reti al passivo (seconda retroguardia del Gruppo). Caratteristiche non proprio comuni agli svedesi che, pur con Ibra in campo, non si sono mai segnalati per estrema precisione sotto porta. Infine, l’altro elemento cardine di questa rappresentativa è lo spirito di squadra che aleggia nella Svezia con poche, pochissime prime donne e 23 gregari uniti alla ricerca dell’obiettivo comune, del risultato.
Punti deboli: scarsa fantasia in mezzo al campo, difesa statica
Forsberg e forse Durmaz a parte, il punto debole più evidente della Svezia è la totale assenza di fantasia negli ultimi 30 metri. Al netto del calciatore del Lipsia, peraltro uno dei migliori assist-man d’Europa, infatti, pochi sono gli uomini dotati di dribbling fulminei in grado di far cambiare passo alla propria squadra e a determinare una certa superiorità numerica.
Un limite non da poco specie se, questa volta, il nostro Ct riuscisse a superare i suoi dogmi tattici impiegando una mediana più robusta, in termini numerici, capace di schermare al meglio le offensive svedesi. In difesa, invece, l’atletismo morfologico, congenito per così dire, regala pregi e difetti con una forza aerea pressoché inattaccabile e qualche problema invece nello stretto, Insigne potrebbe beneficiarne, con Lindelof e soci in difficoltà negli spostamenti laterali.
Valore di mercato: Italia superiore
Prendendo in esame le ultime convocazioni del Ct Andersson, il valore di mercato dei calciatori della rosa non è comparabile a quello italiano. La Svezia, infatti, negli impegni contro Lussemburgo e Olanda, si è affidata a uomini che, nel complesso, totalizzano un market value globale di 98 milioni di euro con solo Forsberg e Lindelof ad andare in doppia cifra (22 mln per entrambi) e tanti, troppi giocatori al di sotto dei 10 mln. Una considerazione che lascia il tempo che trova, la storia del calcio è ricca di episodi nei quali le underdog hanno ribaltato le attese, ma che segna un punto a favore degli azzurri i quali, sul mercato, battono gli svedesi 362 mln a 98.
Le stelle: Forsberg e LIndelof su tutti
Con l’addio di Ibra alla nazionale, la compagine di Andersson si affida più al sentimento collettivo, allo spirito di gruppo che ad un singolo elemento. Eppure, malgrado tutto, i leader tecnici sono Forsberg, esterno offensivo molto forte per dribbling, visione di gioco e calci piazzati ma anche Lindelof che, sia pure con qualche difficoltà nel Manchester United di Mourinho, rappresenta il centrale del presente e del futuro della Svezia. Più defilati, invece, l’attaccante Berg (ora all’Al-Ain) e John Guidetti del Celta Vigo.
Precedenti con gli azzurri, Italia favorita
L’ultimo precedente è quello di Euro 2016 con l’Italia di Conte capace di avere la meglio sugli svedesi solo nel finale con una rete di Eder. Nel computo generale, pure l’1-1 di Euro 2004 con annesso scorpione di Ibrahimovic e “biscotto” con i danesi per 23 incontri totali fatti da 11 successi italiani, 6 pari e altrettante affermazioni scandinave.