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Icardi top, il capitano ci mette cuore. Candreva flop, Taarabt rovina tutto col rosso

Ottava rete sulle 12 totali realizzate nell’ultima parte del match. Che sofferenza contro un Genoa coriaceo e ben messo in campo: coperture preventive e pressing, le armi del Grifone che imbrigliano i nerazzurri.
A cura di Salvatore Parente
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Dopo la sconfitta nel lunch match domenicale del Milan sul campo della Sampdoria la sfida dell’Inter col Genoa ha assunto una importanza capitale, anche in vista del prossimo derby di ottobre, per i nerazzurri di Spalletti con una gara da vincere ad ogni costo. Eppure, nonostante i valori in campo, sbilanciati a favore dei padroni di casa, la partita non è stata affatto semplice con gli uomini di Juric attenti, corti, equilibrati ed intenti, spesso con successo, a coprire ogni zona del campo.

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Un atteggiamento tatticamente molto disciplinato che ha messo in seria difficoltà i nerazzurri fino all’esiziale rete di D’Ambrosio all’87’ minuto di gioco. Dalla forza difensiva del Genoa all’atteggiamento di Icardi fino alla “Zona Inter” ecco i top e i flop che sono emersi da questo Inter-Genoa.

I top di San Siro

Coperture preventive e pressing, le armi del Genoa

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Dopo la sconfitta casalinga contro la Lazio di domenica scorsa ed il pari interno col Chievo per 1-1 del turno infrasettimanale, Juric ha impresso una chiara idea di gioco ai suoi per cercare di uscire indenni dalla difficile trasferta di Milano.

Le formazioni di Inter e Genoa (Sofascore.com)
Le formazioni di Inter e Genoa (Sofascore.com)

Il tecnico croato, infatti, ha catechizzato al meglio la propria squadra per cercare di mettere in scena una partita tatticamente perfetta con una impostazione ben chiara: 3-4-2-1 e tanta, tantissima pressione in fase di non possesso. Una misura preventiva riuscita per buona parte del match con, a turno, Omeonga e Miguel Veloso quasi a uomo su Borja Valero, fonte del gioco nerazzurro, tanta densità, aggressività in mezzo al campo e la propensione, sfruttando i velocisti Laxalt e Taarabt e la vena realizzativa del baby Pellegri a colpire in contropiede, in transizione offensiva. Un’arma, quella catenacciara, prevista e prevedibile ma che ha fatto grande il “Grifone” capace di imbrigliare i nerazzurri per buona parte dell’incontro fino alla rete su calcio d’angolo del terzino che non t’aspetti: D’Ambrosio.

I tocchi in partita del capitano Icardi. Qui, anche il salvataggio nella sua area di rigore (Whoscored.com)
I tocchi in partita del capitano Icardi. Qui, anche il salvataggio nella sua area di rigore (Whoscored.com)

Icardi, cuore di capitano e chiusura in stile Cavani

Noto a tutti per essere un tipo di calciatore abbastanza particolare e con una magica, quasi mistica intesa col gol, Mauro Icardi versione Genoa ha messo in evidenza anche il suo lato oscuro, non in termini negativi, con tanto movimento su tutto il fronte offensivo ed una giocata particolarmente apprezzata da pubblico e tifosi. Al 24’ del primo tempo, infatti, il numero #9 nerazzurro si guadagna la sua presenza in questa shortlist dei top dell'incontro salvando i suoi da un possibile vantaggio genoano al termine di un contropiede guidato da Taarabt che, sugli sviluppi di un corner, aveva fatto un sol boccone degli uomini a difesa di Handanovic. E invece, il suggerimento del marocchino termina in fallo laterale con Icardi, in stile Cavani, ad inseguire a pieni polmoni gli avanti avversari e spazzare con rabbia e voglia il pallone del possibile 0-1. Una cavalcata eccellente con uno spirito di sacrificio non di certo usuale ma che ha rivelato il volto di un capitano voglioso di vincere e di portare in alto i propri colori.

La distribuzione temporale dei gol dell'Inter (Transfermarkt.it)
La distribuzione temporale dei gol dell'Inter (Transfermarkt.it)

I numeri della ripresa: la “Zona Inter” colpisce ancora

Sette reti sulle 11 totali realizzate dal 75’ minuto di gioco in avanti. Questo lo score dei nerazzurri nell’ultima porzione delle proprie partite con un fatturato messo insieme contro Fiorentina, Roma, Spal, Crotone e Bologna in grado di garantire a Spalletti e compagni punti pesanti per la buona classifica dei lombardi. Una autentica “zona Inter” che, col gol su corner di D’Ambrosio (che ha portato il computo totale a 8 reti su 12 dal 75′ in poi), ha fatto valere la propria legge nel tempio del Meazza quest’oggi col Genoa con i rossoblù non in grado di assorbire il forcing finale dei padroni di casa e di vanificare la magica alchimia dei nerazzurri che, proprio in questa ultima fetta di match, si trasformano, si esaltano portando a casa buona parte dei punti attualmente a referto. Da “Zona Cesarini” a “Zona Inter” il passo, ora è breve, anzi brevissimo.

I Flop di Inter-Genoa

L'heatmap di Inter-Genoa, 816 tocchi per i nerazzurri (Whoscored.com)
L'heatmap di Inter-Genoa, 816 tocchi per i nerazzurri (Whoscored.com)

Manovra lenta, l’Inter non sfonda. Attacco a imbuto

Per tutta la sfida del Meazza, o quasi, l’Inter, chiamata a fare in maniera evidente la partita, si è spesso trovata a non riuscire ad ottenere le misure, le spaziature giuste per essere incisiva finendo per perdere via via le certezze faticosamente costruite in avvio di stagione con quattro successi in quattro partite. E anche se i numeri, in maniera eloquente e incontrovertibile, parlano di un possesso palla del 64% e di 816 passaggi totali completamente appannaggio degli interisti, i nerazzurri non sono mai stati in grado trovare varchi utili e di essere imprevedibili. Una imprevedibilità non garantita dal solito Perisic, da Candreva, sostituito poi da Eder al 60’, e nemmeno dai ricami dei ragazzi di Spalletti troppo lenti e leggibili per permettere al Genoa di finire Ko. Un palleggio sterile, con pochi movimenti degli avanti incapaci di creare linee di passaggio e dettare assist ed un attacco che finisce per divenire a imbuto con troppe percussioni centrali e folate offensive nel mezzo del rettangolo verde presidiato dai rossoblù. Eppure, nonostante queste enormi difficoltà, come solo le grandi sanno fare, l'Inter porta a casa il risultato con la solita garra ed un gol di testa su corner, in mischia che fa esplodere di gioia il pubblico presente.

La prestazione di Taarabt contro l'Inter (Sofascore.com)
La prestazione di Taarabt contro l'Inter (Sofascore.com)

Taarabt redivivo, buona gara a San Siro il rosso nel finale rovina tutto

Memore del suo passato rossonero e magari anche della discesa agli inferi degli ultimi tempi, il marocchino Taarabt ha sfoderato una prestazione di assoluto valore. Dinamismo, grinta, determinazione, rincorse sugli avversari ma anche la solita qualità nel ribaltare l’azione hanno fatto da sfondo ad una partita, peraltro l’avvio di stagione è stato piuttosto positivo (media voto di 6.7), di grande spessore che ha fatto ricordare a molti la forza e le potenzialità di questo ragazzo. Potenzialità non sfruttate per niente al massimo dal nativo di Fes-Meknes ma che, ora, a 28 anni suonati, sembrano poter rientrare appieno nella vita del ragazzo ormai cosciente, la speranza degli appassionati del calcio è quella anche se il numero #11 rossoblù sfugge al concetto di costanza, della disponibilità dei propri mezzi. Una disponibilità, come vi dicevamo, non proprio completa con un incredibile rosso al 94’ per intervento da macellaio sul giovane Karamoh che macchia la sua prestazione e che fa dimenticare, e pure in fretta, quanto di buono fatto oggi sul rettangolo verde.

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Candreva, non proprio in giornata i fischi lo accompagnano in panchina

Il calciatore nerazzurro atteso ad una partita di livello per rispondere alla ondivaga prestazione di Bologna, non è riuscito a dare il suo solito contributo in termini di appoggio della manovra con poche azioni interessanti e ancor meno cross decisivi. Per tutta la durata della sua partita personale, infatti, l'ex Lazio subisce il dinamismo e l'atletismo dell'uruguaiano Laxalt che spesso lo contrasta al meglio togliendogli le sue consuete giocate. L'atteggiamento in fase passiva ed il lento giro palla interista poi, completano il quadro con un Candreva sostituito al 60′ dal buon Eder che, posto al centro in luogo di Brozovic fa di sicuro meglio del numero #87. Un numero #87 accolto dalle braccia di Spalletti in panchina ma accompagnato dai sonori fischi dello stadio deluso dalla sua interlocutoria prestazione.

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