Fratelli? No, figli d’Italia. In Russia la Top 11 di calciatori con nazionalità italiana
È giunta l'ora, sono arrivati i mondiali. E con questo evento il dramma, sportivo si intende, di una nazionale, quella italiana, fuori dalla rassegna iridata si consuma ufficialmente, diventa realtà. E ora, in questa torrida estate, per chi dovremmo fare il tifo? Beh, se parliamo di nazionali, una risposta, più o meno precisa, l'abbiamo già data alcune settimane fa. Se, invece, vogliamo dirottare le nostre simpatie nei confronti di singoli protagonisti, allora il discorso si fa differente.
Un discorso che, con un pizzico di immaginazione e anagrafe alla mano, possiamo facilmente risolvere. Come? Costruendo un ideale undici di calciatori impegnati a questi mondiali che, per derivazione o per passaporto, possiedono come seconda nazionalità, proprio quella italiana. E così, da Dybala a Vecino, da Muslera a Tagliafico, ecco l'undici per il quale fare il tifo.
Portiere? Muslera from Lazio
In porta, in questo ideale collettivo di italiani di discendenza, e quindi in possesso della doppia nazionalità, ecco un talento che, nella sua carriera, è nato, calcisticamente, proprio in Italia. Parliamo, nello specifico, di Fernando Muslera che, come detto, proprio con la Lazio, proveniente dal Montevideo Wanderers, è stato in grado a 21 anni e per cinque anni di permanenza nella capitale di diventare grande, esprimersi a livelli altissimi, conquistare la Celeste e poi i pali del Galatasary. Un motivo in più, dunque, per inserirlo in questo speciale sodalizio e sostenerlo, a livello personale, con il suo Uruguay che se la vedrà nel Gruppo A contro Egitto, Russia e Arabia Saudita.
Difesa argentina, l’albiceleste è un po’ italiana
In difesa, invece, davanti a Muslera, un quartetto d’archi di difensori di chiara derivazione tricolore. Del resto, i cognomi non mentono: Ansaldi, Fazio, Mascherano e Tagliafico. Calciatori importanti, che vengono da una buonissima stagione, specie il garanata che è riuscito a guadagnarsi la Russia malgrado la “retrocessione” dall’Inter al Torino, e difenderanno, in questo torneo, l’Argentina ma anche l’Italia con i loro avi che, date le circostanze, vorranno vedere i loro nipoti trionfare nel segno dell’accogliente Sudamerica e della natia Italia. Avi, come nell’albero genealogico del giallorosso, di Erice, provincia di Trapani, per parte paterna, di Salerno per quella materna.
Centrocampo, italo-uruguaiano: Di Maria-Lo Celso-Vecino
Il dominio sudamericano, testimonianza di un’ondata migratoria italiana che ha visto come terra promessa proprio quella parte del globo, continua con diversi talenti, fra Argentina e Uruguay, a comporre la mediana davanti ai predetti Ansaldi, Fazio, Mascherano e Tagliafico. Un centrocampo completo, qualità e quantità, garra ed esperienza, tatticismo e tecnica, formato dal parigino Di Maria, dall’altro parigino Lo Celso, giovane di belle speranze dell’albiceleste, e dell’interista, amato da tutti i suoi tifosi specie dopo il gol Champions contro la Lazio all’ultima giornata di campionato, Matias Vecino.
Attacco stellare, il gol è nel sangue degli italiani
I grandi attaccanti argentini, storicamente, e con oltre 20 milioni di cittadini discendenti dall’Italia e figli di quel navigatore, appunto, italiano, Caboto, che mise in piedi il primo insediamento spagnolo, non poteva essere altrimenti, hanno avuto un bel po’ di sangue nostrano nelle vene. Batistuta, ad esempio, ma anche Crespo o Sivori. Tutti con un minimo comune denominatore, la filiazione col nostro Paese e tutti con un senso innato della rete. Un senso di cui non sono privi né Dybala, la ‘Joya’ della Juventus, né i vicini di casa, uruguaiani, di Salto, Cavani, ex Napoli, la città perfetta per creare un immaginario ponte fra l’Italia ed il Sudamerica, e Suarez cui però la terra dei suoi antenati non è mai andata troppo a genio. Per recensioni, chiedere a Chiellini. Insomma, dal ‘Pistolero’, al ‘Matador’, alla ‘Joya’, c’è un bel po’ di azzurro in questo triste mondiale, il mondiale senza l’Italia, il mondiale senza i quattro volte campioni del mondo, il mondiale senza noi, italiani: poeti, santi, navigatori e…calciatori.