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Fifa World Cup 2018, i Mondiali in Russia

Egitto, già finita l’era Hector Cuper: niente rinnovo e addio dopo il Mondiale

Dopo la seconda sconfitta nella Coppa del Mondo, la federazione calcistica egiziana avrebbe deciso di non rinnovare il contratto al sessantaduenne tecnico argentino. Alla guida della nazionale dei “Faraoni” dal 2015, l’ex allenatore dell’Inter saluterà Salah e compagni dopo l’ultima sfida con l’Arabia Saudita.
A cura di Alberto Pucci
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Sono bastate le prime due sconfitte in Russia, per tirar giù dal piedistallo Hector Cuper: commissario tecnico che aveva riportato l'Egitto al mondiale dopo una lunga attesa di più di 25 anni. Dopo le due partite con Uruguay e Russia, la federazione calcistica egiziana avrebbe infatti deciso di non rinnovare il contratto al sessantaduenne tecnico argentino, che dovrebbe dunque lasciare la nazionale dei "Faraoni" dopo l'ultima partita con l'Arabia Saudita.

La decisione, rilanciata dai media russi, sarebbe stata presa subito dopo la partita con la formazione di casa: terminata con una sconfitta che a questo punto pregiudica fortemente il cammino dell'Egitto nella Coppa del Mondo. Ingaggiato nel marzo del 2015, l'allenatore della provincia di Santa Fè si appresta dunque a salutare Salah e compagni al termine dell'avventura in Russia.

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Le disavventure sportive (e non) dell'Hombre Vertical

L'eliminazione dal mondiale russo e l'ultimo capitolo di un romanzo particolarmente triste per il tecnico argentino. Le delusioni non sono infatti mai mancate nella vita di Cuper, a partire dalla sua esperienza spagnola con il Maiorca e soprattutto con il Valencia: squadra con la quale perse due finali consecutive di Champions League contro Real Madrid e Bayern Monaco. In Italia se lo ricordano bene i tifosi dell'Inter, che a distanza di anni continuano a piangere per quel maledetto 5 maggio 2002 e per uno Scudetto che sembrava già cucito sulle maglie.

La sua parentesi italiana finì per creargli dei problemi anche al di fuori del campo. Nel 2011 fu infatti iscritto nel registro degli indagati per istigazione a delinquere finalizzata al riciclaggio ed alla frode sportiva. Il suo nome venne accostato alla Camorra per un giro di partite truccate e per aver incassato soldi sporchi del clan in cambio di soffiate fasulle su partite spagnole e argentine. Una macchia nel suo lungo curriculum, che solo la qualificazione mondiale ha potuto in parte cancellare.

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