Dalla Champions alla B, tutto in un anno: le lacrime del popolo della Samp
Chi avrebbe mai pensato che il 15 maggio del 2011 la Sampdoria, che aveva partecipato ai preliminari per entrare in Champions League, sarebbe retrocessa in Serie B. Nemmeno il più pessimista tra i tifosi blucerchiati avrebbe potuto immaginare uno scenario del genere, quasi apocalittico. Una squadra costruita per ripetere le imprese dell'anno prima, provando a centrare nuovamente l'ingresso nella competizione più importante d'Europa.
L'ADDIO DI DELNERI, MAROTTA E PARATICI – Forse, se si analizza lucidamente il tutto, il primo tassello tolto che ha poi portato all'improvviso crollo della Sampdoria è stato l'addio, contemporaneo, di Luigi Delneri, Beppe Marotta e Fabio Paratici. Il tecnico e i due dirigenti, dopo aver fatto quasi un miracolo portando la Samp a concludere la stagione 09/10 al quarto posto, si sono accordati con la Juventus sperando di poter ripetere le imprese di Genova pochi chilometri più a nord. Questa mossa non sembra essere stata fortunata né per i 3 arrivati a Torino, né per una squadra che rimasta orfana del suo tecnico ha perso smalto e giocatori nel prosieguo della stagione.
CAMPAGNA ACQUISTI FALLIMENTARE – Una squadra che deve affrontare impegni importanti come quello della
Champions, oltre alla Serie A, che resta pur sempre un campionato difficilissimo, deve necessariamente rinforzarsi in ogni reparto. Invece la nuova dirigenza, con a capo Sergio Gasparin, riesce nell'impresa di non far partire (in estate) i pezzi pregiati e a riconfermare quasi tutti (a parte Marco Storari che va alla Juventus). A livello di acquisti e di ampliamento della rosa, in chiave di mercato si fa davvero poco. Arrivano buoni elementi come Gianluca Curci, Daniele Dessena, Stefano Guberti, Luciano Zauri e Nicola Pozzi che risulterà essere il "pezzo pregiato" del calciomercato blucerchiato; a questi vanno aggiunti i reintegri di giovani di belle speranze come Guido Marilungo, Massimo Volta e Vladmir Koman. Sembrava palese sin da subito che questi acquisti non avrebbero migliorato, a livello qualitativo, la rosa messa a disposizione al tecnico Domenico Di Carlo.
ELIMINATI DALLA CHAMPIONS, INIZIA L'ABISSO – La Samp inizia la sua avventura europea il 18 agosto del 2010. La partita risulta essere molto impegnativa, contro i tedeschi del Werder Brema. Al Weserstadion, la squadra di Thomas Schaaf si dimostra solida e molto più abituata a simili palcoscenici. A causa delle reti di Fritz, Frings e Pizarro (tra il 50′ e il 70′) la Sampdoria si trova sotto di 3 gol e quasi certa dell'eliminazione. E' Gianpaolo Pazzini, però, che consegna ai blucerchiati un barlume di speranza mettendo a segno un importante gol proprio allo scadere. Al ritorno, giocato una settimana dopo al Ferraris, serve un'impresa alla Samp che la sfiora, anzi la afferra per poi lasciarla scappare. Infatti già al 13′ minuto del primo tempo la Samp ribalta il
pronostico, grazie ad una doppietta di Pazzini, e trovandosi avanti per 2 a 0 sarebbe qualificata. All'83' arriva, addirittura, il gol del 3 a 0 di Antonio Cassano che arrotonda il punteggio; incredibile ma vero, i blucerchiati abbassano la guardia proprio nei secondi finali e permettono a Rosenberg, attaccante svedese del Werder, di segnare la rete che porta le squadre ai supplementari. Qui la maggiore esperienza dei tedeschi esce fuori e al 100′ minuto arriva il gol del definitivo 3 a 2 (da parte di Pizarro) che condanna la Samp all'eliminazione.
INIZIA IL CAMPIONATO, SENZA TROPPI SUSSULTI – L'eliminazione dalla Champions si fa sentire a livello psicologico, ma la squadra di Di Carlo prova a rimettersi in carreggiata sin da subito; la possibilità arriva qualche giorno dopo dalla sciagurata partita col Werder. La Samp disputa la prima partita della stagione davanti al suo pubblico e batte la Lazio con un 2 a 0 che illude i tifosi pronti a sospingere la squadra in una nuova grande stagione. La seconda giornata da, nuovamente, agli uomini di Di Carlo dei segnali importanti; infatti i blucerchiati sfiorano la vittoria all'Olimpico di Torino contro la Juventus dell'ex Delneri. La partita termina 3 a 3 con la doppietta di Pozzi e la rete di Cassano. Alla terza arriva la prima sconfitta, nella partita casalinga contro il Napoli che riesce nell'impresa di imporsi al Ferraris per 2 reti a 1. Seguono poi 5 pareggi e 2 vittorie in campionato, mentre la marcia in Europa League (competizione "consolatoria" di cui beneficiano le squadre eliminate ai preliminari di Champions) è incostante ma comunque minimamente soddisfacente; la squadra di Di Carlo colleziona 5 punti nelle prime 4 sfide (2 pareggi, 1 vittoria e 1 sconfitta).
IL CASO-CASSANO E L'INIZIO DELLA FINE – Alla fine del mese di ottobre 2010 scoppia un caso a Genova sponda blucerchiata: un forte litigio tra Cassano e Garrone sarebbe scoppiato per dei motivi che, mai totalmente, sono stati rivelati. Il talento barese fu allontanato e non gli fu permesso di partecipare agli allenamenti con la squadra. Da qui una lunga querelle con il presidente che spese parole forti per il suo gioiello definendolo viziato ed infelice. Tra i vari ricorsi all'arbitrato, per risolvere quanto prima la situazione che sembrava ormai insanabile, i tifosi provarono la riconciliazione. Purtroppo per i supporter blucerchiati però, Cassano si accordò con i rossoneri e all'inizio del mese di gennaio 2011 passò ufficialmente al Milan. In tutto il periodo che intercorse tra il litigio e l'addio la Samp riuscì a raccogliere poco o niente: 4 sconfitte, 3 vittorie e 2 pareggi fino alla fine del girone d'andata.
GASPARIN E PAZZINI VIA E LA "FRITTATA" E' FATTA – Già l'addio di Cassano aveva lasciati interdetti parecchi tra tifosi e addetti ai lavori. Però in quel caso c'era l'aggravante della lite col presidente che avrebbe inciso fortemente sulla cessione del barese. Impensabile, però, che in poco tempo la Sampdoria si privasse anche dell'altro gioiello in suo possesso. Il passaggio di Pazzini all'Inter fu concordato alla fine di gennaio e indebolì fortemente la squadre che nelle prime 5 partite del girone di ritorno collezionò 4 sconfitte e un pareggio. Insieme all'attuale attaccante dell'Inter, anche il direttore generale Gasparin andò via dalla Sampdoria. Questo clima di instabilità fece si che durante il mercato di riparazione di gennaio la Samp non riuscì a coprire minimamente il vuoto lasciato da Cassano e Pazzini. Arrivarono Maccarone, Macheda e Biabiany ma tutti e 3 delusero le aspettative e così la Samp iniziò una lenta ma inesorabile discesa verso il basso.
ADDIO EUROPA, DI CARLO ESONERATO, ARRIVA CAVASIN – L'eliminazione dall'Europa League, avvenuta già a dicembre a causa delle due sconfitte nelle ultime due sfide del girone, fù il preludio del disastro che si compì
in maniera inesorabile. Il 13 febbraio, con la vittoria al Ferraris sul Bologna sembrò poter ripartire la formazione blucerchiata che, invece, incappò nuovamente in una serie di risultati negativi. Tra la 26esima e la 33esima giornata gli uomini di Di Carlo riuscirono a racimolare soltanto 2 punti. Nel frattempo non diede i frutti sperati l'esonero di Di Carlo, che fu sostituito da Alberto Cavasin. L'ex tecnico del Brescia, troppo tardi è riuscito a dare la grinta necessaria alla squadra che non è stata in grado di affrontare quella situazione critica nel migliore dei modi.
SITUAZIONE AGGRAVATA DAL DERBY, RETROCESSIONE MATEMATICA – La vittoria sul campo del Bari già retrocesso, alla 34esima giornata, aveva dato un minimo di speranze a tifosi e società. Ma il pareggio interno contro il Brescia e sopratutto la sconfitta nel derby contro il Genoa, arrivata all'ultimo secondo, hanno aggravato la situazione che è diventata drammattica anche grazie ai risultati positivi delle altre avversarie per la salvezza. L'ultima paritta al Ferraris: Sampdoria-Palermo 1-2, ha dato l'aritmetica alla Sampdoria che, con una giornata d'anticipo, sa che l'anno prossimo sarà costretta a ripartite dalla serie cadetta.
DRAMMATICO EPILOGO, PALOMBO CHIEDE SCUSA IN LACRIME – Alla fine della partita persa contro il Palermo e la conseguente vittoria del Lecce a Bari, hanno condannato alla retrocessione la Sampdoria. Tutto lo stadio è stato, per alcuni minuti, raggelato dal pensiero della Serie B. Poi i tifosi blucerchiati hanno intonato, prima della fine, cori a favore della maglia che loro amano (non di certo verso i calciatori in campo). L'unico giocatore che ha ricevuto un "trattamento particolare" è il capitano Angelo Palombo che a fine partita è scoppiato in lacrime e ha chiesto scusa sotto la curva dei tifosi sampdoriani, che hanno accettato il gesto del loro capitano intonandogli dei cori e riservandogli un lungo applauso. Davvero una scena emozionante quella di Palombo che ha continuato a piangere anche negli spogliatoi dello stadio genovese.