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Cutrone, il tesoretto di Gattuso che vive per il gol e dormiva col pallone

Quando giocava nei Pulcini, lo voleva l’Inter. Ma Cutrone tifa e gioca per il Milan. La società che ha speso 200 milioni sul mercato ha un gioiello in casa. Cutrone è il miglior bomber rossonero in stagione. E’ un attaccante moderno che segna, dribbla e aiuta la squadra.
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Il ds Mirabelli ha rivoluzionato lo scouting, la società ha speso 200 milioni sul mercato ma il tesoro che ha salvato la Coppa Italia e la stagione ce l'avevano in casa. Patrick Cutrone, il primo marcatore ai supplementari nella storia del derby di Milano, ha scelto il rossonero a otto anni. “Pensare che ieri ero in Primavera e ora sono qui ad esultare a San Siro con questo pubblico magnifico: è stata una partita incredibile” ha detto a Rai Sport. “Penso che questa vittoria ci voleva per il morale, il derby non si può descrivere come una partita normale. Per ora il mio sogno è stare in questa squadra perché io amo il Milan e voglio restare”.

La famiglia è di origine molisana

Cutrone gioca col numero 63, l'anno di nascita di papà Pasquale, che a Campobasso ricordano giocare il torneo di pini prima di trasferirsi a Como. Non dimentica le radici. Dopo ogni gol bacia il tatuaggio sull'avambraccio: i genitori, lui, e il fratello Cristopher, portiere nel Castello, in Svizzera, che passeggiano su una spiaggia e la scritta “Famiglia”. C'è tutto un mondo intorno a “Cutro”, che ha ricevuto il premio Ercole Sannita come miglior sportivo di origine molisana dell'anno. “Credete sempre in quello che fate” dice ai ragazzi al Gran Galà dello Sport molisano al Teatro Savoia di Campobasso, “impegnatevi sempre e non arrendetevi mai".

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Da bambino lo voleva anche l'Inter

Quando giocava nei Pulcini, lo voleva anche l'Inter, che però temporeggia. Papà Pasquale stringe la mano a Bianchessi e Patrick, milanista da sempre, si mette addosso la maglia della squadra del cuore, Il Milan si ritrova in casa un bomber da 136 reti nelle giovanili. Un ragazzo che non si concede le trasgressioni dei futuri campioni, che per Natale è tornato all'oratorio di Parè dove ha cominciato all'allora Parediense, oggi Polisportiva Colverde.

«Un paese tranquillissimo, dove nessuno mi dà fastidio. Anzi, i ragazzini arrivano lì a farmi domande e mi piace, è bello. Perché vedo nei loro occhi che vorrebbero essere al mio posto» ha raccontato di recente a Rivista Undici.

Qualche tempo fa, doveva ancora debuttare in Primavera, dopo l'allenamento si ritrovano con Inzaghi e Michael Fabbro, classe '96. «Pallone lungo da centrocampo, bisogna tirare al volo e di prima in porta. Il primo che arriva a 5, vince». E vince proprio Cutrone. Uno che, ad ascoltare il padre, vive per il calcio. E che fino a non molto tempo fa dormiva abbracciato al pallone.

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Locatelli è il suo migliore amico

A Milano ha vissuto, nel convitto rossonero durante la maturità scientifica. Umile e insieme ambizioso, testardo e grande professionista, gli hanno sempre detto che ha la testa giusta. Che però vuol dire anche non sapersi troppo godere il momento. Scrupoloso, vivace, è stato da subito, da bambino, fisicamente una spanna sopra tutti.

E' un atipico attaccante d'area

Cutrone ha segnato un gol ogni 135 minuti in Serie A. In tutte le competizioni, è il miglior bomber della squadra, con 9 reti, una in più di Andre Silva. Eppure, loro due giocano meno di tutti nel loro ruolo. Questione di valorizzazione dell'investimento sul mercato per l'ex viola, certo. Ma non può esser solo questo. E non si può ridurre all'italica tradizione di non dare troppo spazio ai giovani e di allungare il confine anagrafico della meglio gioventù.

La scheda di Patrick Cutrone (fonte: Wyscout)
La scheda di Patrick Cutrone (fonte: Wyscout)

Cutrone è un attaccante atipico, da un tiro a partita in campionato e più di tre in Europa League, ma è anche uno dei migliori assistman under 21 d'Europa. Un centravanti che conclude verso la porta quasi esclusivamente dall'interno dell'area, che sa come inserirsi alle spalle del difensore, vedere per credere il gol nel derby di coppa. È un attaccante utile perché sa vedere lo spazio e dettare il passaggio da dietro, e insieme come anticipare di testa. Sembra anche più veloce di quel che è, porta quella rapidità che è soprattutto di pensiero e Cruijff raccontava come intuizione: se arrivo prima sul pallone è perché parto prima, è perché sono intuitivo, non veloce.

Il profilo delle conclusioni di Cutrone (fonte: Wyscout)
Il profilo delle conclusioni di Cutrone (fonte: Wyscout)

"Per un centravanti il gol non è tutto"

Sarà anche uno che vive per il gol, Cutro, ma non è da questi particolari, dice, che si giudica un attaccante. Il gol non è tutto, ha raccontato, devi aiutare la squadra. Il suo è un contributo da dieci passaggi di media, 0,8 passaggi chiave un dribbling riuscito ogni due. Sì, perché Cutrone si allarga, svaria su entrambe le fasce, cerca e crea spazio. Non ha paura di puntare l'avversario, di andare all'uno contro uno. Anzi fa di quella rapidità di pensiero e progressione un punto di forza. Quando ha spazio, aspetta che il marcatore faccia una mossa poi se la allunga, se la lancia nello spazio e scatta. Crea una superiorità numerica che diventa un capitale, peraltro non sempre valorizzato.

Oppure, si appoggia con la schiena al petto del difensore, fa perno e si gira, anche nello stretto. Non è troppo d'aiuto in non possesso, ma per quel che fa con la palla meriterebbe anche più spazio.

La mappa dei dribbling di Cutrone (fonte: Wyscout)
La mappa dei dribbling di Cutrone (fonte: Wyscout)

L'Italia e i giovani, un legame difficile

E invece, ne ha giocate solo quattro da titolare, nel campionato che fra i cinque principali in Europa lascia meno spazio agli under 21. Un Paese in cui Dybala va, parola di Marotta, “lasciato maturare”, come Bernardeschi che ha due anni più di Asensio. Una nazione che non sempre sa prendersi il tempo di aspettare, di seminare e poi raccogliere. Eppure, anche in una nazione così “resultadista”, in cui la sostanza è sempre venuta e sempre verrà prima dell'estetica, Cutrone non va nemmeno aspettato troppo. È già pronto, più che pronto. E non servono complicate reti di scouting per accorgersi di lui.

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