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Fifa World Cup 2018, i Mondiali in Russia

Croazia ai quarti col brivido: Danimarca battuta solo ai rigori. Schmeichel non basta

A sfidare la Russia padrona di casa nei quarti del Mondiale 2018 sarà la Croazia. Anche in questo caso non sono bastati né i 90 minuti regolamentari né i tempi supplementari per decretare il vincitore. La formazione di Dalic nella gara degli ottavi di finale ha battuto solo ai calci di rigore la Danimarca. Dopo il botta e risposta Jorgensen-Mandzukic in avvio, Modric fallisce il penalty della vittoria all’ultimo respiro. Nella lotteria finale decisivio Subasic (tre rigori parati) e l’ultima trasformazione di Ivan Rakitic.
A cura di Michele Mazzeo
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A sfidare la Russia padrona di casa nei quarti del Mondiale 2018 sarà la Croazia. Anche in questo caso non sono bastati né i 90 minuti regolamentari né i tempi supplementari per decretare il vincitore. Modric e compagni nella gara valida per gli ottavi di finale infatti hanno battuto solo ai calci di rigore la Danimarca che era passata in vantaggio dopo appena 50 secondi di gioco con il difensore Mathias Jorgensen, vedendosi poi raggiungere appena 2 minuti più tardi dal centravanti della Juventus Mario Mandzukic. A 5 minuti dal termine del secondo tempo supplementare decisiva la parata di Schmeichel sul tiro dal dischetto di Modric che spreca così l'occasione di chiudere i giochi anticipatamente.  Nella lotteria dei rigori decisivo Subasic (tre rigori parati) e l'ultima trasformazione di Ivan Rakitic. Detto ciò, andiamo quindi ora a vedere nel dettaglio quali sono stati gli esiti dei principali duelli visti in campo al Nizhny Novgorod Stadium in questo quarto ottavo di finale del Mondiale 2018  tra la Croazia di Zlatko Dalić e la Danimarca di Åge Hareide.

Modric croce e delizia, Eriksen errore sul più bello

Già alla vigilia di questa gara i due uomini più attesi, le due stelle a cui si aggrappano Croazia e Danimarca, sono i due numeri #10 Luka Modric e Christian Eriksen. Entrambi hanno in comune la militanza al Tottenham, prima il croato adesso il danese, e forse anche il futuro dato che il trequartista scandinavo è tra gli obiettivi di mercato del Real Madrid di cui Modric è uno dei punti cardine. E come da previsioni sono loro due ad illuminare le manovre delle rispettive compagini: con maggiore continuità il croato, sempre nel vivo dell'azione non solo nella zona centrale del campo, ma allargandosi a volte anche sulle corsie esterne per arrivare al cross (anche se dei due è Rakitic quello che si inserisce di più); a folate invece Eriksen che però quando riesce ad entrare in possesso del pallone sulla trequarti avversaria riesce spesso a concludere (non sempre con grande precisione) verso la porta di Subasic. La zampata decisiva di Modric arriva nel secondo tempo supplementare, quando con una deliziosa verticalizzazione manda in porta Rebic steso in area da Jorgensen: ma la stella croata macchia la sua gara facendosi ipnotizzare da Schmeichel che blocca la sua conclusione dal dischetto. Nella lotteria dei rigori è però Eriksen a farsi ipnotizzare da Subasic sbagliando così il primo tiro dagli undici metri della serie, mentre Modric si ripresenta contro Schmeichel pareggiando i conti.

I palloni toccati da Modric (in arancione) e da Eriksen (in blu) in Croazia - Danimarca (fonte WhoScored)
I palloni toccati da Modric (in arancione) e da Eriksen (in blu) in Croazia – Danimarca (fonte WhoScored)

Gioco aereo: i danesi sfruttano i centimetri in più

Inizio gara da incubo per i croati, da sogno per i danesi. Quest'ultimi infatti mettono subito in chiaro quale sarà l'esito del match per quel che riguarda il gioco aereo. Pronti, via, infatti gli uomini di Hareide sfruttano una rimessa laterale battuta direttamente verso l'area di rigore e Mathias Jorgensen, meglio noto come Zanka, ribadisce in rete un pallone prima spizzato da un compagno e poi vagante in area croata portando in vantaggio i danesi con la complicità anche di un non impeccabile Subasic. Quello delle palle alte sarà poi per tutta la partita uno dei temi tattici preferiti dai danesi che cercano di sfruttare la propria superiorità in termini di centimetri in qualsiasi circostanza di palla inattiva (soprattutto nelle lunghe rimesse laterali battute da Knudsen) e alzando il pallone alla ricerca degli attaccanti.

Difese a confronto: errore croato, Danimarca in apnea

Dopo l'errore in avvio di gara che è costato lo svantaggio, frutto probabilmente di distrazione, la difesa croata è riuscita a prendere le misure agli avanti danesi riuscendone a limitare il raggio d'azione costringendoli spesso a controllare il pallone spalle alla porta. Dall'altro lato invece la retroguardia danese invece è apparsa molto più in difficoltà a contenere la maggiore qualità degli avversari: non è un caso che il gol dell'1-1 realizzato dallo juventino Mario Mandzukic, arrivato dopo soli due minuti dal vantaggio, sia frutto di un errore in fase di disimpegno di Dalsgaard che colpisce in pieno volto Delaney servendo involontariamente il centravanti bianconero al centro dell'area di rigore. In affanno la difesa danese è apparsa soprattutto sulle corsie laterali con i due terzini, il già citato Dalsgaard a destra e Knudsen a sinistra, che rischiano in più occasioni di concedere anche calcio di rigore ai croati.

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Fasce a fasi alterne

Al Nizhny Novgorod Stadium si sono visti anche due diversi modi di interpretare il ruolo di esterno d'attacco. Infatti se da un lato Ivan Perisic e, soprattutto, Ante Rebic hanno provato continuamente a puntare il diretto avversario per arrivare sul fondo per crossare o accentrarsi per tentare la conclusione, i due laterali offensivi schierati dal ct danese Hareide, Yussuf PoulsenMartin Braithwaite, salvo qualche rara eccezione in cui sono riusciti ad impensierire la retroguardia croata con veloci triangolazioni, sono stati quasi sempre costretti ad abbassare la propria posizione per contenere le avanzate dei terzini Vrsaljko e Strinic dedicandosi quindi maggiormente alla fase difensiva piuttosto che a quella offensiva. Nella ripresa invece le il match sulle fasce laterali si è equilibrato con la Croazia che ha abbassato il proprio baricentro e la Danimarca (e di conseguenza i suoi esterni offensivi) maggiormente presente nella metà campo avversaria. E proprio dalle iniziative di Poulsen sulla corsia destra, con Strinic in grande difficoltà (sostituito nel finale dei tempi regolamentari con Pivaric), sono nate le azioni più pericolose di marca danese.

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Subasic indeciso, Schmeichel senza colpe

Duello a distanza molto interessante anche quello tra i due portieri Danijel Subasic e Kasper Schmeichel. Il portiere croato ha iniziato malissimo la sua gara intervenendo goffamente in occasione del gol in avvia realizzato da Zanka Jorgensen, ma si è poi fatto perdonare con una parata decisiva sul tiro ravvicinato di Braithwaite, anche se è apparso spesso indeciso soprattutto sulle uscite alte. Di contro invece il numero #1 danese che, non ha colpe particolari sulla rete del pareggio di Mandzukic, si è sempre fatto trovare pronto sulle continue sollecitazioni di Rakitic e compagni che hanno spesso provato a sorprenderlo con conclusioni dalla lunga distanza. Se la Danimarca arriva a giocarsi la qualificazione ai calci di rigore tutto il merito è del suo estremo difensore che a 5 minuti dal termine dei tempi supplementari ipnotizza Modric dal dischetto. Nella lotteria dei rigori entrambi i portieri diventano ancor più grandi protagonisti: Subasic para il rigore ad Eriksen, Schone e Jorgensen, mentre Schmeichel si ripete su Badelj e Pivaric.

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